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DATI COVID, OVVERO DUE PIÙ DUE FA QUATTRO E LE FOGLIE SONO VERDI D’ESTATE (di Maria Esposito)

Chi cerca trova. E se, con modestia parlando, a cercare è la sottoscritta, è sicuro che ciò che cerca verrà trovato. I dati forniti dall’ISS sull’età media dell’entrata in terapia intensiva e dei deceduti mostra una sostanziale stabilità durante tutta la pandemia, attestandosi rispettivamente sui 61 ed 80 anni.

Se si considera che il tasso di vaccinati tra gli over 60 e gli over 80 è, rispettivamente, dell’86% e del 91%, ossia vicino alla quasi totalità delle persone della fascia d’età indicata, e che, soprattutto per quanto riguarda l’età altissima dei decessi, non è possibile pensare che sia una media frutto di casistiche molto differenziate tra di loro, come ben sa ogni studente universitario che aspiri a conservare la media del 29 e si veda offerto dal professore un 25, allora alcune domande sorgono spontanee

Com’è possibile che, oggi come ieri, i decessi siano concentrati nella fascia d’età tra i 75 e gli 85, quella più vaccinata di tutte?

Com’è possibile che non si assista ad un crollo dell’età media dell’entrata in terapia intensiva, magari fino ad abbassarsi a 50, cioè l’età dove, giovani esclusi, è concentrato lo “zoccolo duro” dei non vaccinati?

Perché, pur tenendo conto della maggiore contagiosità della variante delta, non vi è stato un calo, anche minimo, del numero dei morti, in confronto a settembre 2020, anzi il bollettino di oggi riporta 66 vittime, mentre quello del 17 settembre 2020 solo 13?

Perché, insomma, nonostante il siero magico gli anziani si ostinano a morire?

Eh sì, sembrerebbe proprio che, nonostante la magica pozione, la vecchia con la falce non ne voglia sapere di smettere di reclamare le sue vittime. Sarebbe forse il caso che Draghi e Speranza si decidano a mandarle una missiva in cui le si spiega che, attualmente, in Italia non è consentito passare a miglior vita, o, più ancora specificatamente, che è stata abolita per legge la mortalità da influenza.

In ogni caso, tenendo conto che la mortalità da covid 19 si concentra proprio nella fascia d’età più vaccinata, se ne può dedurre, se non l’inutilità generale del vaccino, quantomeno la sua inutilità per la fascia d’età under 60.

E quest’ultima affermazione è come ribadire che due più due fa quattro e le foglie sono verdi d’estate. Personalmente, se spade dovranno essere sguainate e fuochi attizzati per ribadirlo, sono pronta a sguainare le spade ed attizzare i fuochi.

Fonte: ISS (Istituto Superiore Sanità)
Fonte: ISS (Istituto Superiore della Sanità)

https://tg24.sky.it/cronaca/2021/09/17/covid-oggi-bollettino-17-settembre-live

https://www.quotidiano.net/cronaca/coronavirus-italia-bollettino-1.5519249

Un commento su “DATI COVID, OVVERO DUE PIÙ DUE FA QUATTRO E LE FOGLIE SONO VERDI D’ESTATE (di Maria Esposito)

  1. Possiamo interpretare i dati in molte maniere, ma se siamo onesti intellettualmente almeno su un punto dobbiamo essere d’accordo: i vaccini non risolvono il problema.
    Poi possiamo discutere se siano comunque utili, se al contrario facciamo male, o se addirittura servano a prolungare la ‘pandemia’ ad libitum.

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