Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

BASTA CON I FANATISMI DEI CHILDFREE E DEI SOSTENITORI DELLA NATALITÀ (di Matteo Fais)

In Italia, si vive di ossessioni e ossessionando gli altri. Ogni pazzo scellerato vorrebbe imporre i propri valori – più professati che praticati – agli altri. Ovunque uno si giri, è bombardato, accusato, mortificato, stigmatizzato. È tutto un “lo devi fare per la società”, “per la comunità”. Durante la pandemia, il motivetto veniva strombazzato a ogni piè sospinto. Sfortunatamente, non è stato solo il virus a scatenare i nostri connazionali.

Adesso, è in gran voga la questione della natalità. Mentre i dati delle nascite crollano a picco, i due fronti si intestardiscono sempre di più. Da una parte i childfree, che hanno tutto il diritto di essere tali, ma soffrono della medesima insicurezza degli altri, e fanno gruppi di propaganda, alla stregua di una setta, per diffondere la loro filosofia di vita, invece di limitarsi ad applicarla alla propria esistenza. Non c’è niente da fare in questo benedetto Paese: se tutto il vicinato non condivide gli stessi gusti, qualcuno si sente offeso o sminuito – ecco cosa vuol dire non aver mai sviluppato, a livello antropologico, un’idea di individualità.

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Poi ci sono questi rompicoglioni dei pro-life, sempre preoccupatissimi perché tante donne – e uomini, sia chiaro – non hanno la benché minima voglia di sobbarcarsi il peso di essere genitori. E, allora, vai di “Siamo in declino”, “Spariremo dalla faccia della Terra”, ecc. Ma chi se ne fotte! Pazienza, evidentemente ci va bene così.

Questi disperati, talmente simili da risultare, come al solito, due facce della stessa medaglia, non riescono – o forse non vogliono – vivere serenamente il naturale scorrere e mutare delle cose. Ne devono fare una malattia o un vanto, evitando così di affrontare problemi reali, tipo cosa fare per chi una famiglia la desidererebbe per davvero.

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È arrivato, peraltro, il momento di dirlo una volta per tutte che l’angosciante martellamento pro maternità, fino a oggi, ha prodotto più danni che benefici. Tante persone hanno messo al mondo dei bambini solo per quieto vivere e conformismo, finendo per rovinarli, per far pesare su di questi prospettive e desideri irrealizzati della propria esistenza, devastandoli psicologicamente. La vita va data solo se in essa si crede con tutto il cuore, solo se si pensa che, comunque, esserci sia sempre meglio che non esistere. Altrimenti, se uno deve amare il proprio figlio unicamente a condizione che questo divenga dottore, scienziato nucleare o calciatore, meglio che lasci perdere e spenda tutto se stesso nel tentativo di raggiungere certi obiettivi, senza cercare una realizzazione in delega.

Tutti gli argomenti pro-famiglia, solitamente, sono ridicoli. A cominciare dalla cazzata secondo cui sarebbe una responsabilità nei confronti della società. Ma quale società, quella che ha praticamente annichilito la sanità nazionale, quella con i pensionati a 500 euro, quella che richiede 3 lingue per fare il cameriere? Ma se ne vada tranquillamente a fare in culo!

Peggio ancora è lo spauracchio avanzato da molti di una vecchiaia in solitudine. Non si genera per avere una badante. Se fate figli per tal motivo, non solo siete egoisti, ma proprio persone di infimo ordine morale che meglio farebbero a togliersi di mezzo, invece che replicarsi.

Davvero, se non vi sentite pronti ad affrontare un tortuoso percorso di sacrifici e se, com’è lecito, la cosa non vi interessa, fosse pure per il motivo che a sera la vostra unica voglia è di guardarvi un film o leggere un libro, invece che aiutare qualcuno a correggere i compiti a casa, mollate il colpo e statevene rilassati sul divano. Tutti questi talebani in abiti borghesi, con le loro velate imposizioni, hanno preso all’anima.

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E basta anche con l’idiozia secondo cui, in passato, le nostre nonne facevano 12 pargoli anche senza avere niente. Quei tempi sono andati, non si può più mandare un bambino a zappare a 5 anni. Similmente dicasi per questa stupidaggine, assolutamente senza prove, secondo cui ci sarebbe tutta una grande congiura internazionale per cancellare il popolo italiano. La gente ha smesso di fare figli perché, una volta venuta meno la paura di essere mal vista in società per tal motivo, ha potuto agire come meglio credeva e non per rendere conto a una struttura asfissiante. Continuare a cercare di convincerli per la maternità e paternità non produrrà risultati. Rassegnatevi, nessuna propaganda può far presa, con nessun prodotto o comportamento, se non incontra i gusti e le necessità del pubblico – che non è detto siano giusti, per carità, ma sta di fatto che questo è un dato.

L’unica cosa sarebbe concentrarsi in una battaglia politica – cosa che nessuno porta avanti – per fornire più garanzie e aiuti a chi davvero ha a cuore di dare vita a una prole più o meno ampia. Invece di portare avanti narcisisticamente il proprio pensiero per imporlo sugli altri, lottate perché questo possa realizzarsi liberamente, o almeno senza infiniti fastidi, tra chi lo condivide.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”) e, in radio, con la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana. Ha pubblicato L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima (Robin Edizioni). Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Il suo romanzo più recente è Le regole dell’estinzione (Castelvecchi). La sua ultima opera è una raccolta di poesie, L’alba è una stronza come te – Diario d’amore (Delta3 Edizioni).

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