Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

SE, CON LA “SCUSA” DELLA MORTE DI GIULIA CECCHETTIN, CI VOGLIONO IMPORRE L’EDUCAZIONE SESSUALE (di Matteo Fais)

I progressisti e una vasta parte dei conservatori, non sopportando la libertà individuale, la naturale differenza di opinioni e visioni presenti in una società democratica e aperta, aspirano ad appiattire le masse sulla loro idea di giusto a mezzo del lavaggio del cervello. Inutile nasconderselo, la scuola è spesso servita a questo, proprio per tal motivo la Sinistra ha cercato di prenderne il controllo, conquistando la classe degli docenti e spingendola a fare propaganda politica in classe.

Ecco perché è fondamentale opporsi in ogni modo alla possibilità dell’educazione sessuale nelle scuole, come propone tutto il fronte femminista, successivamente all’uccisione di Giulia Cecchettin. Il fine è molto chiaro: instillare il senso di colpa in tutti i maschietti, fin dalla più tenera età, spegnendo ogni forma di virilità in questi.

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Conoscendo le tesi di quelle pazzoidi, è facile immaginare cosa potrebbe succedere. Ogni naturale istinto testosteronico verrà dipinto come la radice di qualsiasi male. Il desiderio che turba il maschio verrà stigmatizzato, secondo un modello repressivo e contronatura, peggiore persino di quello perpetrato per secoli dal Cristianesimo. Il risultato consisterà, come in precedenza, in uno sviluppo del proprio sé in senso sempre più nevrotico, alimentando così, paradossalmente, tutta la serie di patologie sessuali, come sempre avviene quando un processo naturale subisce una violenta costrizione su base psicologica.

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Naturalmente, non è che, anche se ciò dovesse avvenire, ci sarebbe da preoccuparsi poi tanto. Contrariamente a quel che credono i deterministi – quindi femministe, progressisti, conservatori, marxisti, ecc –, il soggetto non è un burattino a cui vengono impartite delle direttive che, poi, questo metterà in atto pedissequamente. Esiste una dimensione dell’essere umano chiamata libero arbitrio che è quella per cui uno come Filippo Turetta, per esempio, pur vivendo in un tempo che certo non incoraggia la violenza e meno che mai nei confronti delle donne, ha scelto comunque di fare scempio del corpo della sua ex.

La gente comune fatica a comprendere il senso della cosiddetta responsabilità individuale, o meglio trova una comoda assoluzione per sé stessa nel dire che nessuno sarebbe realmente libero, ma unicamente il risultato di condizionamenti culturali. Come se uno non scegliesse di aderire alle opinioni maggiormente diffuse nel proprio tempo, invece di adoperarsi per una costante decostruzione di queste; o come se una certa linea di azione morale non potesse essere assunta a prescindere dall’educazione ricevuta.

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Purtroppo, una malefica e, al contempo, terribilmente ingenua mentalità marxista ha contribuito a consolidare questa prospettiva per cui il soggetto non esisterebbe, ma si ridurrebbe a essere un prodotto delle strutture. Poi, ovviamente, non si capisce mai come il pensatore marxista arriverebbe a comprendere il grande inganno, mentre tutti gli altri ne resterebbero all’oscuro.

Il vero punto per cui, a ogni modo, l’educazione sessuale sarebbe del tutto inefficace è che, su personaggi psicotici e antisociali come Turetta, nessuna lezione potrebbe avere effetto. Una persona normale è già stata ampiamente istruita sull’evitare situazioni che comportino atti irreparabili. Purtroppo, chi ha una mente distorta agirà in modo folle qualsiasi cosa gli venga detta, esattamente come chi non ha passione per i libri non diventerà un lettore forte perché glielo dice il suo professore di Letteratura. Bisogna rassegnarsi: l’educazione funziona solo su coloro che, probabilmente, non avrebbero neppure bisogno di vedersela impartire.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”) e, in radio, con la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana. Ha pubblicato L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima (Robin Edizioni). Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Il suo romanzo più recente è Le regole dell’estinzione (Castelvecchi). La sua ultima opera è una raccolta di poesie, L’alba è una stronza come te – Diario d’amore (Delta3 Edizioni).

Un commento su “SE, CON LA “SCUSA” DELLA MORTE DI GIULIA CECCHETTIN, CI VOGLIONO IMPORRE L’EDUCAZIONE SESSUALE (di Matteo Fais)

  1. Dici bene Matteo, il tempo e la natura sono “galantuomin(e)”. Noi umani, con la nostra visione antropocentrica della vita, dimentichiamo troppo spesso che l’irrazionalità che ci contraddistingue è la variabile latente in grado di spostarci dalla ragione alla follia in un battito di ciglio.

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