Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

UN CONSIGLIO: INVECE DI UCCIDERLE, LASCIATELE ANDARE (di Matteo Fais)

PREMESSA: non si sa se lui abbia ammazzato lei, quindi il discorso che seguirà è basato su un’ipotesi e assimilabile a una riflessione ispirata al possibile fatto.

A quanto pare, dovremmo essere al cospetto di un ulteriore femminicidio – non sono, in verità così tanti da preoccuparsi, ma comunque esistono e si possono evitare con un minimo di ragionevolezza.

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Lei si chiama Giulia Cecchettin, lui Filippo Turetta. Sono entrambi del veneziano e hanno 22 anni. La loro relazione si è interrotta ad agosto. Sono rimasti in contatto e, dopo essersi rivisti, risultano scomparsi. Il rischio che qualcosa di grave si sia verificato è alto, anche se, al momento, è impossibile parlare con certezza, ma ciò poco importa. Quel che conta è lanciare un messaggio ai giovani – o meno – maschi.

Ragazzi, se una donna vi smolla, lasciatela andare. Insistere sarebbe inutile, a meno che non lo si faccia nei dovuti modi e per un tempo limitato. Certo, è doloroso. L’amore comporta un impegno, uno smodato dispendio di energia e fa male comprendere di essersi consumati per niente – ma poco importa, in amore non si hanno garanzie.

Malgrado ciò, questa è la radice più profonda del sentimento e la sua inaggirabile paradossalità: chi ama vuole possedere l’altro nella sua libertà. È lecito desiderare che la persona sia, in un certo senso, tua, ma solo fintanto che questo possesso è garantito dalla libertà dell’altro di volersi far possedere.

Cosa ve ne fareste di una donna che resta con voi senza amarvi, provando disgusto all’idea di sentire le vostre mani addosso? È inquietante pensare quante volte ciò sia avvenuto nella storia e non è certo il caso di ripetere simili miserabili esperienze.

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Senza consenso non vi è amore, solo violenza. Più importante di imparare ad amare è dunque, forse, imparare a soffrire da uomo, con senso di una virile sopportazione del dolore. Il rifiuto, il non amore è una croce che bisogna imparare a portare con animo fermo, mentre il cuore trema e le ginocchia cedono al peso della solitudine.

Siamo umani, siamo fatti per finire. La vita si conclude e le relazioni che giungono al termine sono tante piccole tappe di una morte annunciata. Non possiamo evitarle, se desideriamo realmente di vivere.

Del resto, la libertà dell’amato è anche quella del no, dell’opporre con tutto il suo essere una ferma resistenza a noi, alla nostra smania nei suoi confronti. Sarà lacerante, terribile, angosciante – come dice il poeta (Cesare Pavese, giusto per saperlo) “scenderemo nel gorgo muti”.

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Non esiste altra via. Perseguitare, farla pagare, è inutile. L’amore non ha motivazioni e non c’è appello. Non si può imporre a qualcuno di desiderarci, né la persona può ordinarlo a sé stessa. Se non ci vuole più, meglio restituirle la libertà che ci ha donato e lasciarla andare per la sua strada.

Esistere vuol dire accumulare cicatrici, accettare questa infinita – per quanto, poi, non lo sia – successione di fallimenti. “Ama e fai ciò che vuoi”, dice Agostino. Voi ricordate: purché non sia l’irreparabile, purché la libertà altrui venga posta quale principio inviolabile. Non cedete all’egoismo. Chi ama ama tutto dell’altra persona, anche la sua fuga.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi. Di recente, ha iniziato a tenere una rubrica su Radio Radio, durante la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana, intitolata “Il Detonatore”, in cui stronca un testo a settimana.

2 commenti su “UN CONSIGLIO: INVECE DI UCCIDERLE, LASCIATELE ANDARE (di Matteo Fais)

  1. Matteo, hai scritto un articolo perfetto, però consentimi di aggiungere una cosa…è arrivato il momento anche per le donne di guardarsi dentro e capire che cosa sono diventate…con troppa superficialità creano una famiglia, con altrettanta superficialità la distruggono.

  2. E io aggiungo: ho avuto diverse relazioni che, una volta finite, vedevano LEI venire a cercarmi per fare il check, farsi scopare e poi sparire ancora, giusto per farmi stare ancora peggio. Se le ignori tornaranno per controllare se le hai scordate. Soffrire virilmente, accettare questi giochini virilmente, soffrire virilmente, andare a fottersi virilmente.

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