Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

“IL MANUALE DEL CORSIVŒ” È IL TESTO CHE DIMOSTRA L’ESISTENZA DEL NULLA (di Matteo Fais)

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Ci sono donne che hanno fatto cose strepitose. In Italia, ne esiste una che ha addirittura platealmente confutato Parmenide, meglio di qualsiasi altro filosofo, e l’ha fatto su TikTok. Costei ha infatti dimostrato che, se l’Essere è e non può non essere, anche il Non Essere e il Nulla possono a volte prendere la forma di qualcosa che, innegabilmente, è, per quanto sia il peggio.

Per esempio, la negazione assoluta può divenire di un libro, venir pubblicato da Mondadori e la sua autrice finire intervistata sulle pagine dei grandi giornaloni – il “Corriere”, per dire, che, da tempo, gioca a sua volta a mettere in crisi l’ontologia più ingenua con Gramellini.

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La ragazza in questione possiede un culo – inteso in senso materiale e metaforico – che è l’idea platonica di culo, la prova che mancava a San Tommaso per dimostrare l’esistere della Trascendenza, e due tette da far cavare gli occhi a Edipo una seconda volta. Si sta parlando, ovviamente, di Elisa Esposito – e gli intellettuali che dicono di non aver digitato il suo nome su Google, accompagnato dalla formula cartesiana del XXX, mentono sapendo di mentire.

Il testo più acquistato tra i giovani, e tra coloro che mentalmente sono rimasti infanti, si intitola Amioe. Il manuale del corsivoe. Non un semplice Salinari-Ricci – o Baldi-Giusso – della bestialità, ma un testo che spazia dall’Etica, alla Morale, fino alla visione societaria della cosiddetta Ragazza Corsiva, ovvero il punto più basso che l’italica gioventù abbia mai toccato. Un volume che resterà nella storia e verrà studiato nei secoli da chi, tra i futuri intellettuali, avrà conservato anche solo una minuscola porzione di materia grigia, per interrogarlo in merito a come il popolo abbia potuto toccare un tale vertice di abiezione e degrado.

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Elisa Esposito, Amioe. Il manuale del corsivoe, Mondadori.

C’è veramente tutto, perché la donna nota come “la Prof del corsivoe” non ha trascurato niente, come colui che, seduto sul cesso, si sforza fino a rimuovere ogni traccia di rifiuti organici dal proprio intestino. Il lettore potrà così scoprire come è nata, o meglio si è diffusa, questa nuova lingua, visto che, per stessa ammissione dell’interessata, non è stata lei a inventarla.

Tutto comincia per noia – e, qui, Elisa dimostra quasi delle affinità con Baudelaire. Lei era già sui social, ma “per un po’ di tempo sono rimasta a osservare gli altri, senza caricare nulla in particolare. Non che avessi nulla in contrario, semplicemente non mi sembrava di avere nulla da dire”. Ma la tentazione di confutare Parmenide e dare voce al Nulla era troppo forte, evidentemente! Dunque un giorno, con il suo fidanzato, hanno girato questo filmato in cui “lui parlava in italiano normale, io ‘traducevo’ quello che diceva in corsivo”.

Anche allora, sempre stando a quanto confessa lei, come uno di quei giovani che un tempo tiravano pietre dal cavalcavia, ha agito per colpa del tedio. Certo fa riflettere che il ragazzo, con una così al suo fianco, si sentisse tanto skazzato da pensare di fare video per il web – è proprio vero che chi ha il pane non ha i denti e chi ha i denti non ha il pane, maledizione, come che questi giovani maschi non conoscono più il solo valore per il quale valga anche la pena di morire.

Da questo primo resoconto, prende le mosse un delirio assoluto e senza precedenti. Roba che Luciana Littizzetto è Sylvia Plath, a paragone, e Tina Cipollari ricorda Amelia Rosselli. Insomma, un brillante percorso che conduce dritto al baratro. La ricognizione va dagli artisti che cantano in corsivo – artisti tipo Blanco, sia chiaro, mica Roger Waters –, alle lezioni di vita che non sono solo banali come quelle della nonna, ma di un’inutilità sesquipedale (“Ogni parere dovrebbe essere dato per aiutare qualcuno, non perché avete voglia di condividere la vostra opinionœ”).

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C’è tutto, tutto: come vestirsi, pure come amare e affrontare la tristezza. Ci sono i test per vagliare il proprio livello di apprendimento, proprio come in un abbecedario per bimbi con un ritardo cognitivo – scusate, bimbi con un ritardo cognitivo, perché voi non avete colpa se una donna che, in altri tempi, avrebbe già avuto un figlio da accudire, oggi, sente il bisogno di scrivere un libro in cui precisa che “In fondo, se non ti piace qualcuno, puoi sempre ignorarlo”.

A ogni modo, il vero problema del testo è che di tutto si tratta fuorché di un vero e proprio manuale di corsivo, più che altro di un trattato di vita corsiva – speriamo che a Elisa non venga in testa di scrivere pure quello! Certo, la cosa è strana, ma come precisa lei stessa “È stato strano. Ho già detto ‘strane’ un sacco di cose? Può essere, ma riconoscerete che tutta questa storia lo è…”. Come darle torto!

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

2 commenti su ““IL MANUALE DEL CORSIVŒ” È IL TESTO CHE DIMOSTRA L’ESISTENZA DEL NULLA (di Matteo Fais)

  1. Cavolo, sono andato subito su Google a scrivere il suo nome insieme a XXX e in effetti c‘è del materiale. Qualcosa di buono lo ha fatto.

  2. Materiale subliminale per Maccio Capatonda, Mariottide potrebbe ricavarne una hit migliore di “Tristezza a Palate”.

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