Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

MERCOLEDÌ ADDAMS CONTRO IL MONDO E CONTRO LA BANALITÀ (di Clara Carluccio)

Lei è la violoncellista che suona mentre tutti scappano, porta al guinzaglio lo scorpione e cita le grandi verità di Sartre: “l’inferno sono gli altri”. 

Portata su Netflix sotto la regia di Tim Burton, Mercoledì Addams scarica, con ogni frase, mitragliate contro il presunto mondo normale e i suoi demenziali abitanti. Il suo sguardo irremovibile esonda disprezzo e rifiuto verso la società di facciata. 

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Siede all’altare di una macchina da scrivere anni ’30 per comporre il suo romanzo, sapendo che nessuno lo pubblicherà: “gli editori sono poco lungimiranti e impauriti”. È la riprovevole verità che ogni recensore e amante della letteratura – ormai ridotta ad una mafia tra padrini – conosce bene. “Il mondo è un luogo da sopportare”, così è per la scorpioncina dalle brune trecce, così è per qualunque persona sana di mente. 

La sua unicità sgradita al volgo viene sottoposta all’esame della psichiatra, la fondamentale figura che processa e uniforma le menti affinché siano confacenti a più alti voleri. Lo abbiamo visto negli ultimi tre anni, in molti hanno creduto che il problema non stesse nella coercizione dello Stato, ma nei soggetti che non vi aderiscono. Spacciando un dramma collettivo per disagio personale si abortisce la forza del dissenso comune e, di conseguenza, la lotta per la giustizia. Prima ci traumatizzano e rinchiudono poi ci danno il bonus psicologo. Inutile precisare in quale altro modo possono farne uso.

La ragazzina dall’incarnato bianco e nero “come un filtro di Instagram” ripudia i social network ma, ancor di più, i suoi membri. “I tuoi follower sono solo degli imbecilli”, sentenzia la Addams, ammutolendo la sua compagna di stanza dal guardaroba così variopinto da sembrare un punto vendita United colors of Benetton. E, anche sulla questione utenza social, impossibile non essere d’accordo. I follower che leggono un articolo attentamente, comprendono e argomentano i contenuti con cognizione di causa, rappresentano una percentuale irrisoria, se non ridicola. Tutto il resto è materiale da discarica, inutilità al settore culturale, regressione antropologica, delirio di onnipotenza di chi, dal titolo, crede di poter interpretare l’intero testo.

Non un dubbio, un cedimento, un’esitazione, quando Mercoledì dice “io so quello che ho visto”, mentre tutti la tacciono di vaneggiamenti, “E non mi fermerò finché non avrò scoperto la verità”. Un temperamento ammirevole per la ragazzina contratta in superficie ma ribollente nelle membra. Fosse come lei anche la maggioranza, non avremmo subito questo martirio sociale. Noi, la nostra parte, almeno possiamo dire di averla fatta

La regia di Tim Burton non è quella dark ortodossa dei suoi film più famosi, ma la sua presenza è comunque inconfondibile. Christina Ricci – che interpretò a sua volta Mercoledì Addams negli anni ’90 – oggi è la professoressa di botanica con propensione all’occulto, nella scuola dei reietti. Qualche elemento di somiglianza con Poison Ivy – la velenosa rossa della Marvel

Il fiato del violoncello, anima di Mercoledì, che effonde le note di Nothing Else Matters nella dolce, funeraria e malinconica versione degli Apocalyptica, alla fine del terzo episodio, è un momento di incantevole collasso emozionale.

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Immancabile il termine patriarcato e il ripudio per la vita da casalinga. Per lo meno lo stampo femminista è molto più leggero e non tedia con la solita solfa da suffragette dell’ovvio.

Annunciata per settimane, la serie Mercoledì non sembra deludere le aspettative di nessuno. 

Solo un’ultima cosa chiediamo alla dolce e mortifera signorina: dove ci si procura i piranha da scagliare contro i bimbi di Roberto Speranza amanti del green pass?

Clara Carluccio

Un commento su “MERCOLEDÌ ADDAMS CONTRO IL MONDO E CONTRO LA BANALITÀ (di Clara Carluccio)

  1. Cara Clara ciò che è dici è vero però ti sei dimenticata il sottomessaggio della classica propaganda Netflix. Ovvero che Mercoledì rappresenta il prototipo della donna forte ed emancipata tanto cara al femminismo contemporaneo che sa fare tutto ed è brava in tutto. Ogni due per tre dimostra un odio atavico verso l’uomo e il “patriarcato”. Gli uomini infatti nella serie sono quasi tutti brutti e cattivi, colpevoli di orrendi omicidi sopratutto contro le donne. Lei non manca di umiliarli in ogni modo a partire dal primo episodio evirando un compagno di classe con un piranha. Mettendo lo spettatore di fronte alla donna-alpha in stile Steven Seagal e l’uomo-beta che incassa e viene continuamente umiliato e svilito. Infinite il fatto che la figura dei padri pellegrini si vista solo sotto l’aspetto di falsari storici, criminali e razzisti.

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