Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

L’UCCISIONE TELEVISIVO-CINEMATOGRAFICA DELL’UOMO, OVVERO COME IL MONDO DELLO SPETTACOLO STA ANNIENTANDO LA FIGURA DEL MASCHIO BIANCO

Passo molto tempo davanti alla scatola lucente. Ma non è mai tempo speso invano. Se lo si fa con un minimo di capacità critica, si possono cogliere alcuni messaggi nascosti nelle scene dei film o nelle innumerevoli serie tv che oggi ci vengono propinate.

E cosa ci dicono questi? Molte cose, per lo più tutte negative, almeno se si ha una concezione “virile” della vita. Cercano di metterci in testa a viva forza che le donne, in questo mondo travagliato e in ogni tempo, sono sempre vittime. O, almeno, questo è ciò che emerge al principio della storia. Poi, si rialzano e si vendicano di chi le ha umiliate e maltrattate – il quale, manco a dirlo, è un uomo, sempre e comunque.

Raramente, per non dire praticamente mai, le protagoniste delle serie tv o dei film sono puramente “malvagie”. Hanno ogni volta una storia alle spalle che giustifica il loro livore e risentimento – rivolto, ovviamente, verso qualche individuo testosteronico che ha arrecato loro un torto. In alternativa è la società – sessista e patriarcale – nella quale è stata condannata a vivere la sua inquieta adolescenza la protagonista.

Mentre scrivo, ad esempio, sto riguardando per l’ennesima volta Il Trono di Spade e trovo una scena in cui una bambina, che avrà sì e no dieci-dodici anni, di nome Lady Mormont (chi conosce la serie sa di chi sto parlando), redarguisce una schiera di nobili uomini anziani ammutolendoli e ricordando loro i mancati giuramenti, oltre ad altre cose decisamente poco gradevoli. Ciò lascia ben intendere quale sia diventata la linea guida che caratterizza certi prodotti dell’industria culturale e dell’intrattenimento.

L’uomo ormai è descritto e portato in scena come una macchietta. Debole, meschino, malvagio, nella maggior parte dei casi, e animato a volte da un sadismo spesso immotivato che si vuol far passare, non casualmente, come caratteristica recondita e intima di ogni portatore sano di pene. Quando invece viene proposto come ingenuo, buono e mosso da sani principi, spesso diventa una caricatura di sé stesso. Diventa il personaggio comico che viene eterodiretto, guarda caso, dalla furbetta di turno che è più intelligente e abile di qualsiasi altro interprete.

E, quando ci troviamo di fronte il maschio “buono”, scopriamo ogni volta che, se è così, è grazie a una donna che lo illumina e lo guida verso la Giustizia ed il Bene, sul cammino della pace e della conseguente morte di qualsiasi figura virile e maschia.

Quante volte avete visto ripresentato un simile modello in tv? Scommetto che, se vi fermate a riflettere, vi verranno in mente molti esempi.

Ormai, le linee guida della trama di un film o delle serie tv prevede che ci sia un malvagio e crudele capostipite di un antica casata/banda/governo che torna sui suoi passi grazie a un’aggraziata donzella. E, siate sinceri – se non altro con voi stessi –, vi è mai capitato di vedere accadere il contrario?

L’uomo in quanto virile è destinato non solo alla demonizzazione sui giornali,  ma anche nei parlamenti, alle feste rionali, nei romanzi ed in qualsiasi altro versante della cosiddetta “comunicazione”. Se poi bianco ed etero, non ne parliamo proprio: egli è il nemico numero uno del genere umano, soprattutto di quello femminile. Quindi, continuate pure a sedetevi davanti alla scatola lucente, apritevi una birra gelata, sgranocchiando i consueti popcorn, ma con la coscienza di prendere visione di una distorsione ideologica. Di cosa? Se avete letto e capito l’articolo, lo sapete già.

Giovanni Becciu

Un commento su “L’UCCISIONE TELEVISIVO-CINEMATOGRAFICA DELL’UOMO, OVVERO COME IL MONDO DELLO SPETTACOLO STA ANNIENTANDO LA FIGURA DEL MASCHIO BIANCO

  1. In realtà non è vero. Davos Seaworth e Jaime Lannister soprattutto sono i personaggi più amati della saga, e Daenerys nell’ultima stagione la abbiamo odiata tutti. Menzione speciale anche e soprattutto per Tyrion e Bronn.

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