Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

L’EDITORIALE – TI CONDIZIONANO CON LE SERIE TELEVISIVE E TE LO DICONO PURE (di Matteo Fais)

Non che ci fossero dubbi. Chi crede che i complotti, intesi come precise volontà occulte di modificare l’antropologia degli uomini nelle più diverse parti del mondo, non esistano o è scemo o è in malafede.

Certo, i rettiliani non si sono mai visti e la terra non è piatta, questo è ovvio. Ma, se vi ritrovate senza lavoro o con un’occupazione precaria, se ancora a quarant’anni non avete né moglie né figli, non è solo per sfortuna o volontà fiacca. Nel grosso dei casi, siete solo vittime di una riprogrammazione del sistema auspicata, voluta e messa in pratica da qualcuno che sta molto più in alto di voi.

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Non ci credete? Guardate allora cosa dice, rispondendo a un’intervista pubblicata proprio ieri, Paul Ehrlich, noto ambientalista, biologo ed entomologo statunitense, autore del saggio The Population Bomb, e strenuo sostenitore della necessità di ridurre le nascite: “Quello che ormai si è capito è che le persone non vanno a cercare come prima cosa le evidenze scientifiche: invece cercano le cose che sentono dire dai loro amici, o dai loro riferimenti politici. Le emozioni hanno un grande peso nelle nostre decisioni. Credo che uno degli sbagli della comunità scientifica, oggi, sia quello di pensare che se si danno più dati e più prove alla gente, la gente si convincerà e indirizzerà il suo comportamento verso la soluzione dei problemi. In realtà, invece, abbiamo bisogno di un approccio più narrativo. Ad esempio, una delle soluzioni più efficaci nel ridurre il tasso di nascita sono le serie tv sviluppate dal Population Media Center”.

Vedete? È proprio scritto chiaro e tondo. Non è per demonizzare le produzioni di Population Media Center, o lo scienziato in questione, ma in queste parole è palese che si sta parlando di ingegneria sociale. Niente di strano, per chiunque abbia un occhio anche solo mediamente attento ai fatti del mondo.

Un sistema di produzione di intrattenimento a catena di montaggio, da Netflix fino agli studi di creazione dei programmi televisivi, sarebbe ingenuo pensare che abbia fini meramente commerciali, come il verduraio o il salumiere. Ci sono anche quelli, ma procedono parallelamente agli altri meno evidenti di condizionamento e orientamento delle masse.

Secondo voi, perché in ogni serie vi mostrano solo relazioni fluide tra maschi e femmine, uomini o donne che scoprono magicamente di avere un diverso orientamento sessuale rispetto a quello che loro stessi credevano?Ovvio, vogliono che quello diventi il vostro modello, scalzando il vecchio dall’inconscio collettivo. Ancora, perché si vuole imporre che i film abbiano un certo numero minimo, se non la metà, di attori di colore, anche lì dove questi non c’entrerebbero una mazza con la storia raccontata? Il punto è semplice: vi dovete abituare a convivere con quella gente che vi piaccia o meno. E cosa c’è di meglio che mostrarveli ripetutamente ogni volta che accendete la televisione per rilassarvi, ovvero quando siete meno attenti a cosa vi viene proposto?

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Questo non è complottismo, è realismo. Certo, non ci sono “prove provate”, un documento in cui X dice “faremo così e cosà”, ma si verifica sempre il momento in cui anche chi sta ai posti di comando si tradisce, dice quella frasetta di troppo, come nel caso di Paul Ehrlich.

Noi viviamo sotto la direzione di un gigantesco Grande Fratello, che ha la veste grafica intrigante di Netflix o Amazon Prime Video, e, proprio come il protagonista di 1984, siamo arrivati ad amarlo. L’unica differenza tra il sistema descritto nel noto romanzo distopico e la realtà è che la narrazione di Orwell rende il tutto parossistico per evidenziare le storture, mentre qui sono abilmente mascherate. Ciò che l’autore inglese non poteva prevedere a suo tempo è che il potere non avrebbe mantenuto l’ottusa maschera sovietica, ma si sarebbe evoluto verso qualcosa di bello, non cruento, amichevole, apparentemente non coercitivo. Perché la realtà supera spesso la fantasia degli scrittori.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Da ottobre, è nelle librerie il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

Un commento su “L’EDITORIALE – TI CONDIZIONANO CON LE SERIE TELEVISIVE E TE LO DICONO PURE (di Matteo Fais)

  1. Cose che noi abbiamo notato da tempo, ma che se solo ci si azzarda a dire in pubblico il minimo che accade è venire cancellati. In questa società che parla monomaniacalmente di “diritti” e “libertà” si viene censurati e ostracizzati al solo accennare a concezioni che deviano dal Pensiero Unico accettato e approvato ufficialmente. E che costituisce l’ossatura dei programmi non solo di “dis)informazione, ma proprio di quelli di puro (?) intrattenimento che tu hai citato.

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