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L’EDITORIALE – OLTRE A “GREASE”, VOGLIONO CANCELLARE PURE “L’ODISSEA” (di Andrea Sartori)

“L’Odissea è spazzatura”, così pensa Shea Martin, una persona che si autodefinisce “ricercatrice nera e queer”. Fosse solo una boutade di un’insegnante disturbata mentalmente, ce ne faremmo una ragione. Il guaio è che l’università di Lawrence, in Massachusetts, ha rimosso l’opera dal curriculum di studi in quanto contenente comportamenti datati. E grazie al cazzo, è un testo di tremila anni fa!

Cosa sta sulle balle dell’Odissea a questa manica di malati mentali? È sessista. Talmente sessista che studiosi del calibro di Robert Graves considerano molto probabile sia il lavoro di una donna, per via della forza di certe figure femminili presenti nel poema.

La cosa che non va giù a questi miserabili è che Penelope aspetti il marito. Forse, per loro, avrebbe dovuto intrattenersi in un mega orgione coi proci, personaggi che a questa gente, vista l’assonanza con un’altra parola impronunciabile, devono star simpatici. Ovviamente non considerano che Penelope è raffigurata come una donna fiera, di polso, che di fatto governa Itaca. No, quella è fedele al marito, signora mia, quindi il suo modello è diseducativo.

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Il seconda aspetto negativo dell’Odissea sarebbe la violenza: Ulisse ammazza chi ha cercato di fottergli moglie e regno. Voi cosa avreste fatto? E se non fosse stato lui a farli fuori, ci avrebbero pensato loro, perché funzionava così ai quei tempi e, in contesti di potere, è ancora questa la prassi. Ma no, il punto è un altro.

Ogni grande narrazione letteraria è violenta, perché di base c’è la risoluzione di un contrasto. Shakespeare è violento, Dante è violento, Dostoevskij è violento, persino le fiabe dei Grimm sono violente. Anche i Vangeli sono violenti perché, se anche Gesù non è stato violento, ha subito violenza. In ultimo la violenza è parte della vita, ma bisogna sempre lottare affinché il bene vinca. Gli americani stessi, che magari non ci pensano due volte a sganciare un paio di bombe sul Medio Oriente, vogliono censurare qualsiasi opera racconti che non viviamo nel mondo degli orsetti gommosi.

Questi paladini di negromanti e proci hanno dichiarato che vorrebbero bandire tutti i classici. Questa è la versione scolastica dell’abbattimento delle statue dei generali confederati, perchè “bisogna educare i bambini a rimuovere parole e comportamenti errati”.

Tale prospettiva è agghiacciante, roba che Orwell e Arancia Meccanica gli fanno una pippa. Si tratta di un vero e proprio tentativo di riprogrammazione antropologica delle nuove generazioni. E sta avendo successo, dato che alcuni giovani riescono a trovare Una poltrona per due più traumatico di L’Esorcista, solo perché Eddie Murphy usa le parole “negro” e “finocchi”. E anche se mi venite a dire che non ha senso perché Eddie Murphy è negro, sappiate che nella lista di classici da bruciare stilata da questi nazisti alla rovescia abbiamo addirittura Il buio oltre la siepe, il classicone antirazzista di Harper Lee, solo perché appare la parola che inizia con la n e finisce con egro.

Vogliono farci vivere in un mondo di merda, uccidendo arte, socialità, spiritualità, bellezza. Stanno pensando ad una distopia di gente che gira vestita come se fosse in ospedale, in mezzo a palazzi orrendi, incapace di leggere e apprezzare qualcosa di più profondo di un post su Facebook, che considera normali tutte le perversioni.

A sto punto, ridatemi i “comportamenti desueti” del vecchio Odisseo, gran trombatore di belle donne, che sapeva godersi la vita tra viaggi e avventure e si deliziava della bellezza dei canti degli aedi.

Sto mondo di ipocondriaci, paranoici e pervertiti tenetevelo voi.

Andrea Sartori 

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L’AUTORE

Andrea Sartori è nato a Vigevano il 20 febbraio 1977. Laureato in Lettere Antiche presso l’Università degli Studi di Pavia. Ha vissuto a Mosca dal 2015 al 2019 insegnando italiano e collaborando con l’Università Sechenov. Attualmente collabora presso il settimanale “L’Informatore Vigevanese”. Ha pubblicato con IBUC i romanzi Dionisie. La prima inchiesta di Timandro il Cane (2016) e L’Oscura Fabbrica del Duomo (2019) e, con Amazon, Maria. L’Eterno Femminino (2020)

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