Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

NO AL FINANZIAMENTO DELLA MATERNITÀ, DIAMO I SOLDI ALLE DONNE CHE VOGLIONO METTERE SU UNA FAMIGLIA (di Matteo Fais)

La campagna anti-aborto è una stronzata – in particolare, quella della Regione Piemonte che mette fuori, udite udite, ben 400 mila euro, cioè una sega di niente, per indurre le donne a portare avanti la gravidanza. Qui si sta perdendo di vista il punto fondamentale, ovvero che il figlio-cagnolino – tanto, o si fanno un figlio o si comprano un dannato chihuahua – non è la soluzione.

Alla società servono famiglie, non delle single prossime alla menopausa che, successivamente al periodo denominato “fare le mie esperienze”, decidono di concedersi anche un bambolotto vivo, una volta che la menopausa si avvicina e nessun uomo sano di mente ingraviderebbe più una pronta per fare la nonna.

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Quelle donne, forse addirittura più di coloro che abortiscono, sono la rovina della comunità. Non per niente, ogni maschio sano di mente sa che deve evitare con ogni mezzo di trovarsi tra le gonadi la tipa che, già al secondo incontro, dichiara di “voler avere dei figli”. Per questo genere di femmine, il compagno non è il fine ma il mezzo. Praticamente, una banca del seme che reagisce a un paio di stimoli. Una roba avvilente per qualunque essere testosteronico che abbia un minimo di amor proprio e una quantità di materia grigia sufficiente a dire “Ma, porco cane, io non sono mica un semplice produttore di sperma”.

Non per niente, quando di recente il “Corriere della Sera” pubblicò un articolo per segnalare che, a Milano, la metà dei nuclei famigliari è costituito da una sola persona, così commentava una lettrice: “Normale. Bisogna aiutare le donne, non le famiglie. Nessuno vuole un marito, ma tutte vogliono dei figli. Il nucleo famigliare del domani è costituito da donne con figli. Dateci la possibilità di lavorare e di guadagnare, dateci gli asili, la possibilità di baby sitters corrette. No ai mariti – padroni che creano solo problemi a non finire – sì ai figli”.

Ecco, noi uomini dovremmo evitare la proliferazione di questa massa cancerogena di esseri femminili abituati a fare a meno di noi, salvo che per farsi mantenere e lautamente foraggiare. Poi, per carità, è un loro diritto sfornare pargoli a sfinimento, ma un Governo di stampo conservatore-reazionario, quale quello che sta per instaurarsi, non dovrebbe incoraggiare certi atteggiamenti così manifestamente antisociali.

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Se i figli sono un capriccio e la loro generazione non ha anche una dimensione comunitaria, ma solo egoistica, non deve ricevere alcuna agevolazione. Certo, poi, lo Stato Liberale ha da garantire a ognuno tutte le libertà possibili, ma deve dare almeno un indirizzo a seconda della maggioranza governativa. La Meloni e tutti i pro-vita – come amano chiamarsi loro – non possono limitarsi a garantire assistenza alle già privilegiate che scelgono la maternità per vezzo.

Tra parentesi è estremamente ingiusto che tutti quegli uomini esclusi dalle gioie della vita famigliare debbano poi mantenere le donne che hanno fatto scelta di autonomia assoluta – se la vogliono, si devono prendere anche le conseguenze.

Avanti così, l’Italia finirà nel baratro. Bisogna comprendere che certe donne sono unicamente un problema sociale. Se siamo arrivati a questo punto, lo dobbiamo a loro.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

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