Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

L’EDITORIALE – COSA STANNO REALMENTE CERCANDO DI FARE LE FEMMINISTE – IL CASO DI RAISPORT E VALERIA FEDELI (di Matteo Fais)

No, non sto dando risalto a fenomeni marginali. La questione è ormai quotidiana. Non commettete, peraltro, l’errore di considerare questi episodi isolatamente. Se mettete in sequenza le follie delle femministe, vedrete che la via seguita è molto chiara ed è una sola: vogliono farci paura.

Prendiamo l’ultimo caso che vede coinvolta la senatrice Valeria Fedeli. Un giornalista di RaiSport, tale Leonardo Leonarduzzi, avrebbe fatto un battutaccia durante il rally Monza dell’8 dicembre, commentando la vittoria del pilota francese Ogier contro Ott Tänak: “Donna nanak tutta Tanak”. La Signora in questione, per una stronzata di battuta del genere, ha auspicato un provvedimento disciplinare da parte dell’azienda.

Il delirante tweet della Fedeli

Adesso, non ce ne frega un accidenti della qualità giornalista di Leonarduzzi – meglio neanche discutere il valore della maggior parte dei giornalisti RAI. Il povero telecronista è palesemente un pretesto. Poteva essere lui, il verduraio, il tabaccaio o il camionista, ma il fine resta sempre lo stesso: generare il terrore in qualsiasi maschio bianco che apra bocca. “Se parli e dici una parola che una su noi donne, fosse pure vera o una stronzata per far ridere, noi ti stigmatizzeremo, ti esporremo al pubblico ludibrio, assoceremo il tuo nome a quello di chi stupra o giustifica la violenza. Stupido stronzetto col pisello, tu devi cagarti sotto al pensiero di averci contro”: questo, su per giù e in estrema sintesi, il pensiero che anima le femministe. Esso, poi, può ben farsi largo in società grazie a una serie di cuckold senza coglioni cresciuti da qualche madre frustrata che ha instillato in loro il senso di colpa perché nati maschi.

Ora che hanno visto in più occasioni di potersi permettere simili sparate da manicomio, senza vedersi mettere la camicia di forza o essere malamente mandate a fare in culo, tutte queste disperate stanno alzando la cresta e la posta in gioco. Nessuno può sfuggire al loro sensore sempre a caccia di esseri virili da castrare e a cui far mangiare la polvere sotto i loro tacchi.

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Pensate per un attimo a cosa potrà accadere tra dieci anni. Tra politicamente corretto e una costante campagna contro qualunque maschio che si azzardi anche solo a dire una parola contro una donna, noi saremo fottuti. Queste ci prenderanno a cazzi in faccia. Come per qualsiasi falsa minoranza, le donne sono riuscite a far credere di meritare un salvacondotto morale a giustificazione della loro pazzia, con la scusa che furono sottomesse nei secoli. Purtroppo, questa subdola strategia ha funzionato e noi ci ritroviamo impauriti e tremanti anche solo all’idea di guardare il culo a una che passa – “anche questa è violenza”, ricordate il loro adagio da disagiate?

Ragazzi, se noi non reagiamo alla follia dilagante, se permettiamo che una donna possa chiedere un provvedimento disciplinare per una battuta del cazzo, se lasciamo che uno sguardo sia equiparato a violenza, la finiremo male e le palle le potremo tranquillamente mettere in naftalina. Tra dieci anni, vostra moglie vi porterà un membro della nuova minoranza in arrivo dal mare a casa e vi ingiungerà di segarvi guardandola, mentre lui se la fa. Non potrete neppure dire di no, perché altrimenti “anche questa è violenza”.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Da ottobre, è nelle librerie il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

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