Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

GRETA, LA MASCHERA DEL POTERE (di Matteo Fais)

Le battute si sprecano. Che a guardarla venga da toccarsi i coglioni è vero. Il volto appare antipatico, ma trasuda soprattutto sofferenza psichica. Chiaramente quella povera bambina, in un mondo in cui le coetanee sembrano già donne fatte, ha seri problemi per cui è stata selezionata come dramatis persona da mandare in avanscoperta.

Greta Thunberg, a livello sociale, è il corrispettivo dell’utile idiota di russa memoria, un povero deficiente messo lì a eseguire degli ordini. Lei, nella fattispecie, è stata chiaramente scelta perché femminuccia, piccina e palesemente malata. Conviene sempre mettere in prima fila una donna, o una persona con problemi, soprattutto quando si devono fare porcherie. È facile a quel punto accusare di sessimo, o di essersela presi con lo storpio, a chiunque osi muovere una critica.

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Ovviamente, quella ragazzina dalla smorfia così inquietante da far venire le lacrime agli occhi non capisce un accidente di niente di quel che dice. Quei delinquenti che governano il mondo hanno chiaramente in testa un qualche piano, da realizzare sul lungo periodo, e la piccola attivista svedese è l’ideale. Questa scusa del clima aprirà chissà quali scenari di sacrifici e privazioni che, guarda caso, andranno tutti a detrimento dei poveracci che mangiano con un hamburger da un euro dell’Eurospin.

Il clima è uno specchietto per le allodole e per i giovani fessacchiotti che frequentano le superiori e non vedono l’ora di saltare un giorno di scuola. Che poi il problema sussista è addirittura inutile precisarlo. Consumiamo e inquiniamo troppo, i ghiacci si stanno sciogliendo, non ci sono più gli inverni di una volta e chi vive in città non respira aria ma merda e cancro. Tutto vero e indubitabile.

E tu a chi vai a chiedere di invertire il corso delle cose? A chi ha creato lo sfaccelo. Furbissimo! Come chiedere a un pedofilo con dieci condanne di andare a insegnare alle scuole elementari. Il problema è che Greta Thunberg non è Theodore Kaczynski, il terrorista ecologista, con formazione da matematico, passato alla storia, negli anni ’90, col soprannome di Unabomber.

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Kaczynski, che forse era un assassino, ma certo non un cretino, sapeva bene che la società della tecnologia non può essere riformata, solo abbattuta. Essa tende alla distruzione di tutto ciò che è Natura e al controllo dell’essere umano – come dimostra bene la situazione sanitaria attuale. O credete davvero che si possa evitare di inquinare facendosi un tampone dietro l’altro, usando dieci mascherine al giorno, gel igienizzante e vaccinando il mondo intero, ognuno con una siringa sterile? O pensate forse che tra cellulari, computer, tablet ed internet possa esistere qualcosa oltre un regime del controllo totale?

I gretini ritengono seriamente di poter modificare tutto ciò in un dialogo costruttivo col Potere, di cambiare cellulare ogni sei mesi riducendo le emissioni, senza neppure afferrare che anche il riciclaggio è impossibile senza generare inquinamento. La stupidità è tanta ed è ciò su cui fa leva chi utilizza Greta e quei giovani ingenui. Prima del clima, bisognerebbe modificare la loro mente, facendogli capire, come diceva quella canzone di De André, che bisogna essere proprio dei coglioni per non comprendere “che non ci sono poteri buoni”.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

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