Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

QUATTRO GATTI? NON SEMBRA PROPRIO (di Matteo Fais)

A sentire loro, siamo 4 gatti… No, forse 5, 6, 7 e non di più. Da qualche parte ne sono stati avvistati 10. Un altro cronista giura che eravamo massimo in 100. Sì, sto grandissimo cazzo!

Per quanto il braccio armato dell’informazione di regime si prodighi quotidianamente e con ogni mezzo, senza alcuna remora deontologica, la loro narrazione volta a screditare e mettere in ridicolo si scontra ogni volta con la realtà. Siamo tanti, tantissimi, un movimento autonomo di popolo come non si era mai visto – almeno in Italia. Roma, Milano, Torino sono un’esplosione, ma anche le altre città non scherzano. Da Palermo ad Aosta, per quanto i loro trafiletti cerchino di cancellare con tre righe scritte male un fenomeno di cui tutti hanno paura, la gente si sta riunendo, sta reagendo, si sta facendo sentire. Il malcontento sale, insieme alle urla scroscianti che fanno tremare la via: “Libertà”, “No Green pass”.

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Siamo la maggioranza? No, e lo sappiamo benissimo. Del resto, dove mai si è vista una maggioranza fare la rivoluzione? Il grosso della popolazione si adagia facilmente in un quieto conformismo, nell’assolvimento delle norme, anche le più assurde, mentre si sollazza sulla pagina Instagram di Chiara Ferragni o nel conforto che la loro miserabile esistenza trova, ogni giorno, col consumo compulsivo di serie Netflix.

Per fortuna, qualcuno non cede e non ci casca. Come urlava l’ultimo corteo a cui ho partecipato: “Quelli come noi non molleranno mai”. Anche perché, aspettavamo solo la scintilla, ma la nostra miccia era lì da tempo. Noi una piazza libera l’abbiamo sempre sognata. Senza i sindacati e i loro burattinai, antagonisti sul palco ma servizievoli al tavolo delle trattative.

Erano decenni che in clandestini discorsi tra amici, in un tavolo isolato al bar, ci dicevamo “Ma possibile che il popolo non si svegli mai?”. Non ci volevamo credere, non potevamo arrenderci a questo pensiero, perché avevamo bisogno di una speranza per continuare a vivere e ci aggrappavamo a questa con la disperazione della ragione. Intorno a noi, fiutavamo il disagio crescere, ma non capivamo perché non si materializzasse mai.

Adesso, grazie ai social, ai canali Telegram, alle chat, e a tutto quello schifo in cui speravano di rinchiuderci, siamo riusciti a trovarci, a bypassare l’assenza di strette conoscenze dirette. Cosa potrebbe accadere in futuro non si sa. Questa è l’alba di una nuova era. Gruppi di cittadini autonomi e ignoti alla piazza hanno deciso di prendere in mano le redini della loro sorte, o quantomeno di far sentire quel grido celato in ognuno: IO NON CI STO.

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L’unica speranza è che il disagio cresca, giungendo a un punto di non ritorno. Invero, di disagio in questa società ce n’è e tanto. Certo, non ci sono intellettuali a sistematizzarlo e a fornirgli una coesione interna. Eppure, come un acido posto nel sottosuolo, la rabbia rode le fondamenta di questo edificio fasullo e posato sulla menzogna più vergognosa.

Se un invito si può fare alla gente, è di non temere le ingiurie dei più. Vi dicono che siete degli scappati di casa, degli ignoranti? Che ve ne fotte!? Voi siete quelli che non hanno niente da perdere. Il ceto medio impoverito, gli esclusi dalle magnifiche sorti progressiste, i laureati senza lavoro, quelli che se ne sbattono del politicamente corretto e che a scuola hanno sempre detestato il nozionismo inutile. Sì, siete dei disagiati e il vostro disagio è una manifestazione di sanità mentale, entro un sistema malato. Meglio che non siate intellettuali, seduti lì a discutere eternamente, a rimandare la soluzione all’infinito. Come diceva la canzone di De André, “ridatemi il cervello che basta alle mie mani”. Voi avete delle ragioni forti che loro non vogliono sentire? Bene, allora, gli faremo sentire le ragioni della forza.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

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