Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

L’EDITORIALE – ALTRO CHE DDL ZAN, VI SPIEGO IO DI COSA CI SAREBBE BISOGNO IN ITALIA (di Matteo Fais)

Ridicoli! Eccoli nuovamente in piazza, a Torino. Purtroppo, sono in tanti, troppi, a difendere una lobby che si dice discriminata ma controlla oramai tutta l’antropologia occidentale imponendo censure, essendo appoggiata dai social che zittiscono ogni voce dissenziente, e trovando un coro di sostegno in tutte le televisioni nazionali, persino quelle berlusconiane.

Ridicoli! Eppure, non c’è niente da fare, perché la massa è così, ridicola e stupida. Non riescono a mettere insieme il pranzo con la cena, ma pensano ai diritti civili. Mi fanno venire in mente quei versi di Io se fossi Dio, di Giorgio Gaber, lì dove si parla dei Radicali – ma, del resto, la Sinistra odierna è un gigantesco Partito Radicale: “Compagno radicale/ Tu occupati pure di diritti civili/ E di idiozia che fa democrazia/ E preparaci pure un altro referendum/ Questa volta per sapere/ Dov’è che i cani devono pisciare”.

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Ecco, il DDL Zan è proprio questo, “idiozia che fa democrazia”. In un Paese come il nostro, in cui una manica di disoccupati acquista merce inutile da schiavi cinesi, sembra che il solo problema siano loro. “Uno, ogni tre giorni, viene aggredito” ha detto un rappresentante, a fine manifestazione, ai microfoni di “Il Fatto Quotidiano”. Uno ogni tre giorni – facendo un veloce calcolo – vuol dire poco più di 120 persone all’anno in tutta Italia, sempre ammesso che sia vero, che sarebbero vittima di violenza omofoba. Praticamente niente. Sono sicuro che 100 e più ragazzini obesi o in sovrappeso, ogni giorno, vengono presi per il culo e menati in ogni scuola della Penisola. A questo punto, meglio sarebbe fare una legge contro la grassofobia. Tra parentesi e, ripeto, sempre ammesso che sia vero, comunque, non sono 120 morti all’anno – un’aggressione non è un assassinio. L’emergenza, dunque, è solo nella loro testa.

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Intanto, però, nel mondo reale, abitato da persone che hanno preoccupazioni concrete, accadono cose ben più gravi. Senza andare lontano, mio fratello, colpito da una sorta di SLA all’apparato uditivo dell’orecchio destro, che lo porta a sentire appena per un venti percento, si è visto fissare l’operazione correttiva tra due anni. DUE ANNI! Ma vi rendete conto? Ciò, invece, vi sembra civile? Morale della favola, sarà costretto a ricorrere alla sanità privata e, attenzione, comunque non potrà andare sotto i ferri prima di due mesi – non vi dico i costi perché sono esorbitanti. Pensate poi che, dopo l’intervento, dovrà trascorrere 180 giorni evitando qualsiasi sforzo, il tutto senza che gli venga fornita alcuna assistenza.

E il caso di mio fratello è niente. Immaginate tutta la gente che attende le cure per il cancro. Qui il problema non è che un troglodita ti dia del finocchio alla fermata dell’autobus, ma che lo Stivale sta economicamente cadendo nel baratro, mentre la sua sanità fa acqua da tutte le parti. Magari a mio fratello gli avessero dato del ricchione. Invece, no, gli hanno semplicemente detto di prendersela nel culo.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

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