L’EDITORIALE – PROPAGANDA E DIRITTI CIVILI (di Davide Cavaliere e Massimiliano Costantino Esposito)
LA MERCE DELL’OMOSESSUALITÀ (di Davide Cavaliere)
In merito al DDL Zan si è scritto molto, meno si è detto sulla trasformazione dell’omosessualità in merce, in prodotto mediatico, in marchio da apporre a programmi televisivi, pellicole, capi d’abbigliamento, per renderli più appettibili in un mercato di adolescenti e post-adolescenti ammaliati da ogni sessualità percepita come trasgressiva.
Viviamo in piena “Gay way of life“, che implica l’assunzione di atteggiamenti effeminati, promiscui e sessualmente ambigui nel tentativo di apparire “aperti” e “al passo coi tempi”.
Tutto ciò che è omosessualità euforica, chiassosa, televisiva, sboccata o rivestita di ribellismo attira l’attenzione di un pubblico allevato a pettegolezzi e basse prurigini sessuali. Pochi eventi, oggi, catalizzano l’interesse delle masse più delle lagnanze LGBT o degli argomenti omoerotici.
I social media hanno sancito il trionfo del “gaysmo”, ossia della fusione di un progressismo sessuale vagamente libertino con l’esibizionismo e le bizzarrie caratteristiche dell’universo egotico dello Spettacolo.
La Sinistra ha promosso la sua agenda politica – uguaglianza verso il basso, abolizione delle differenze sessuali, libertinismo gretto, rivendicazioni farsesche, edonismo spicciolo, meticciato, femminismo misandrico – attraverso l’intrattenimento organizzato e il “gaysmo”.
Si tratta di una macchina ben congegnata che ha per obiettivo la conquista surrettizia delle coscienze. Far filtrare da schermi e teleschermi una concezione ideologica dei rapporti sociali. Plasmare le menti attraverso l’industria “culturale”. In una parola: propaganda.
Davide Cavaliere
UN REICH ARCOBALENO (di Massimiliano Costantino Esposito)
Sul “Corriere della Sera”, noto quotidiano sovversivo, oltre cinque pagine dedicate al fenomeno Fedez apparso sulla tv pubblica, con logo Nike in bella vista, in assetto liberazione di popoli poveri ed oppressi.
Peccato, sarebbe stato più interessante domandare ai lavoratori delle multinazionali, tra le tante che costui sponsorizza, quale sia la loro condizione di sussistenza. O chiedere all’interessato come mai non li abbia mai nominati in questa guerra di liberazione dell’umanità a colpi di like, visualizzazioni, followers, ma soprattutto marketing e miliardi. Nel mentre il popolo affonda nella miseria, nei fatti non detti, ed in quelli orchestrati ed edulcorati per creare divisione, tensione, confusione.
Una bioingegneria di comunicazione, di altissimo livello, che usa errori, aberranti e da condannare, di singoli politici come marchio di infamia per chiunque sia dissidente rispetto al pensiero unico dominante. E tutti cadono all’innocenza del nuovo liberatore messianico benestante, dunque non bisognoso di visibilità – un po’ come si diceva di Berlusconi quando scese in politica, ovviando al gigantesco apparato aziendale e macchina da soldi che gli gira intorno h24.
Una sontuosa epopea napoleonica dell’imperialismo arcobaleno, con le ninfe della stampa che ne esaltano l’impresa wagneriana. Un Reich a cui non si può dire di no, senza andare incontro a conseguenze amare ed etichette al veleno al limite delle liste di proscrizione social e non. L’intolleranza della tolleranza, di facciata, come direbbe Marcuse.
Sul palco del primo maggio, avrebbero dovuto parlare gli operai della Whirlpool, di Amazon, di Mittal-Ilva, di Alitalia e di tutte quelle aziende in liquidazione pronte a delocalizzare; oltre i piccoli commercianti, i ristoratori, tutti coloro che vivono di stipendio, di salario e di LAVORO. Tutti coloro che non hanno ricevuto la cassa integrazione da uno Stato spesso manchevole delle dovute attenzione verso coloro che tirano la carretta col sudore, pagando tasse e producendo civiltà, ma anche tradizione.
Invece dall’alto spunta sempre il Salvatore, l’uomo della Provvidenza, il capitano di ventura coraggioso e determinato che vuole “rottamare”, affrontare frontalmente le ingiustizie del mondo. Sappiamo già da un po’ di tempo a questa parte, come poi vada a finire col Mr Wolf di turno che lancia apocalittici e nefasti anatemi su di noi. Sono Mr Wolf e risolvo problemi, soprattutto quelli delle elites.
Massimiliano Costantino Esposito