Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

LE DONNE SONO INFERIORI AGLI UOMINI? (di Franco Marino)

Ho seguito la polemica sulla nomina della Belloni a capo del DIS (più o meno l’equivalente della CIA in salsa italiana) da parte di Draghi e le polemiche relative alle quota rosa.
E subito ho ripensato a quando, qualche tempo fa, Vittorio Feltri finì nel mirino della cronaca per aver detto che i meridionali in molti casi sono inferiori. La cosa offese ovviamente molti meridionali e molti tra coloro che hanno l’abitudine, di fronte ad una palese provocazione, di guardare il dito e non la luna. La mia grave colpa di essere meridionale e dunque sospettabile di inferiorità non è emendabile: posseggo quantità perfettamente ripartite di sangue siciliano, napoletano e pugliese, contro cui poca opposizione può praticare una bisnonna piacentina e quindici anni vissuti in Toscana. Rimedio cercando di guardare la luna e l’obiettivo di fondo di certe provocazioni.
Che il Meridione sia inferiore al Nord può confermarlo non solo l’analisi del PIL ma l’evidenza empirica di chiunque abbia avuto la possibilità di vivere sia nell’uno che nell’altro emisfero del paese. E a chi mi risponde che Napoli tene ‘o sole, ‘o mare e la mozzarella, rispondo una cosa molto semplice: quando sei disoccupato e i tuoi terreni sono intossicati di diossina perchè la camorra ci ha seppellito i rifiuti, ebbene le bellezze paesaggistiche – invero deturpate dalla speculazione – e la bontà della mozzarella avvelenata da sostanze cancerogene “te le fai fritte in padella”.

In quanto napoletano dunque non mi sono offeso. Non mi sento inferiore ai settentrionali perchè la mia dignità come lavoratore l’ho dimostrata fondando un’azienda e tenendola a galla nelle varie intemperie personali e politiche che mi sono capitate. Impresa nella quale molti settentrionali hanno fallito. Non ho dunque il problema di sentirmi inferiore a qualcuno e dunque di offendermi. E a Napoli si dice che “chi si offende è fetente”.
Se mi dicono che come pianista sono inferiore a Michel Petrucciani, non c’è niente di cui mi debba offendere. Quello sgorbio di fulgido talento, così forte mentalmente da saper far fronte alla sua fisicità deformata dalla malattia, era uno dei più grandi pianisti della storia, io che non ho problemi nè mentali nè fisici, sono rimasto un musicista amatoriale.
Se mi accusano di non scrivere bene non dico come Montanelli – ovvio – ma neanche come un influencer medio social, ho poco di che risentirmene. I miei limiti come “scrittore” e articolista li conosco alla perfezione.
Siamo dunque al vero punto di fondo del discorso: esistono i superiori e gli inferiori? E dunque, estendendo ad altri ambiti il discorso, una donna è inferiore ad un uomo? E’ semplicemente diversa?




Un paese che ha divorziato dalla realtà pensa che tutti siano uguali, intelligenti, dotati da Madre Natura. La realtà dice che la natura seleziona immediatamente chi è destinato a fare grandi cose e chi o non le fa oppure deve fare molta più fatica rispetto a chi emerge senza sforzi. La stessa realtà dice che i due sessi sono diversi e ognuno ha le sue peculiarità complementari. Che un uomo non avrà mai le caratteristiche di una donna e viceversa. E che coloro che fuoriescono da questo copione disegnato dalla natura, rappresentano un’anomalia della specie umana.
Questa evidenza è contraddicibile solo da un’altra evidenza, di sicuro non dagli algoritmi politicamente corretti dei social. Del resto, il tema delle quote rosa rappresenta uno dei fronti della guerra che la sinistra ha intrapreso contro la realtà evidente, di cui ho fatto cenno qualche articolo fa.
In un paese normale, non occorrerebbe spiegare perchè non solo le quote rosa siano inutili ma anzi siano addirittura discriminatorie.
Se, per esempio, ci recassimo presso alcuni enti pubblici, scopriremo che non di rado gli impiegati sono portatori di handicap. E la cosa ha un perchè. Non tutti gli handicappati fisici sono tali anche mentalmente, il problema è che l’handicap fisico permette loro certi lavori ma ovviamente ne vieta altri. Lo stato, per evitare di spendere molto di più per assistere gente che non produce, fa di tutto per integrarli e porli in una situazione che definiremmo di vantaggio rispetto ai cosiddetti normodotati, rendendoli produttivi.
Ha senso.
Ma se già sostenessimo la tesi che, essendo i meridionali inferiori, ci sono pochi napoletani in politica e decidessimo di introdurre le…”quote napoletane”, il risultato inevitabile sarà che le altre città protesteranno perchè noteranno come ai napoletani non sia certo precluso di candidarsi per rappresentare il paese e che se non emergono, la colpa forse può essere intrinseca ai napoletani.


Quanto sopra è l’errore logico dietro le quote rosa. Che consiste nel credere che le donne siano svantaggiate. Cosa non vera.
Nè il mercato del lavoro nè la politica presentano alcun divieto o limitazione per qualunque donna che voglia misurarsi in questi ambiti. Il che fa sorgere spontanea la domanda: come mai ci sono relativamente poche donne? In effetti, di tutti i paesi occidentali, gli unici casi di rilievo in tal senso sono quelli della Thatcher e della Merkel. Non se ne ricordano altri. E in tal senso stupisce che nessuno ponga una domanda: “Ma non è che alle donne interessi meno l’affermazione lavorativa?”.
La cosa che è difficile far capire agli elementi più ideologizzati dell’altra metà del cielo è che in un sistema davvero maschilista, gli uomini sarebbero sì in grande maggioranza nei sistemi di potere, ma le uniche a tirare le cuoia negli incidenti sul lavoro e nelle guerre sarebbero le donne. Cosa che ovviamente non è nè è mai stato. A crepare, di incidenti sul lavoro e per motivi bellici, sono nel 99% dei casi gli uomini.

Dice “Ma come, si parla di quote rosa e ora ti metti a parlare di questione maschile?”. Ovviamente no. La realtà è che queste considerazioni che io ho tentato di esprimere, stupiscono solo chi non si rassegna al fatto che il DNA degli esseri umani sia rimasto sostanzialmente identico a quello dei loro progenitori. In quanto uomo, so che ho degli onori ma ho anche degli oneri. Ho l’onore di avere una marcia in più se voglio conquistare un posto di potere. Ma anche l’onere di sapere che se c’è da fare un lavoro pesante o andare a crepare in qualche guerra, il maggiore indiziato sarei io.
La spinta che porta un uomo ad entrare in politica ha a che fare con la voglia di conquistare il potere, l’ambizione, la competizione, la stessa che poi porta un uomo a scontrarsi fisicamente con altri congeneri per la conquista del territorio e delle femmine. E infatti questo desiderio di emersione sociale è strettamente correlato col testosterone che non è solo l’ormone della forza fisica ma anche della ricerca spasmodica di quella validazione sociale che poi significa più cibo, più donne, più spargimento dei propri geni.
Un uomo ha bisogno di copulare per riprodursi, la donna invece si limita a selezionare i geni migliori. E questo spiega perchè ci sono più uomini che donne ad emergere nello sport, nella politica, in generale ovunque vi sia da scalare una montagna per raggiungere gli apici. Come spiega anche perchè quelle donne che poi ce la fanno, tutto siano tranne che esempi di femminilità.


Io non so se Elisabetta Belloni che Mario Draghi ha messo a capo dei servizi segreti sia capace o no. Ma questo è l’unico dato davvero rilevante.
Quello che invece so è che se anche una carica delicatissima come questa viene sottoposta a discussioni sul sesso degli angeli, siamo dinnanzi all’ennesima conferma del livello di fuffizzazione del dibattito pubblico.
Anche se, va detto ad onor del vero, tanto per rimanere in tema di servizi segreti, l’idea di fondare il COPASIR per “controllare e garantire la trasparenza dei servizi segreti” (sic!), nella classifica delle ridicolaggini italiane rimane saldissima e irraggiungibile al primo posto.

FRANCO MARINO

3 commenti su “LE DONNE SONO INFERIORI AGLI UOMINI? (di Franco Marino)

  1. Tutte le volte che sento parlare di quote rosa mi sento umiliata. Non siamo una “categoria protetta”, non siamo a “rischio estinzione” (anzi) e non abbiamo bisogno di altro se non vedere riconosciuti i meriti. E nascere donna non è un merito.
    P.S.
    Le quote rosa valgono anche per i facchini, gli scaricatori di porto eccetera? O solo per i ruoli “importanti”?

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