Il Detonatore

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L’EDITORIALE – LA PESTE ROSSA – I LAVORATORI ITALIANI PRENDONO 4 EURO L’ORA, MENTRE LORO PENSANO AL DDL-SCALFAROTTO E AI PORTI APERTI (di Matteo Fais)

Succedeva ieri, a Cagliari, in Sardegna (https://www.ansa.it/sardegna/notizie/2020/07/29/licenziati-per-avere-chiesto-paga-congrua-sit-in-cagliari_9e3889ab-4d64-433a-81fa-04fa12f6f766.html) , ma la situazione è genericamente diffusa in tutta Italia. Avete presente l’Eurospin? Vi siete mai chiesti come possano vendervi certi articoli a tre lire del cazzo? Molto semplice: sfruttano i lavoratori. Per carità, non sono gli unici. Lo fanno quasi tutti i centri commerciali. E, attenzione, spesso è tutto legale. Ma, sapete com’è, se legalizzano lo schiavismo, questo diventa lecito, ma non è che non sia più tale per magia. Se chiami il prenderla in culo “inserimento intestinale al fine del piacere”, sempre e comunque si tratta di qualcuno che ti sfonda da dietro. Perdonate il mio francese, ma le prese per i fondelli mi stanno sui coglioni.

Sta di fatto che a sentire i sindacati, Eurospin appalta a ditte esterne il rifornimento degli scaffali, attività che avviene in piena notte. Beh, a quanto pare, sempre secondo i sindacati, questi disperati già prendevano poco, ma dopo essersi ribellati, come hanno fatto, prenderanno anche meno. Tipo? 4 fottuti euro l’ora. Insomma, in 4 ore di lavoro notturne – questo il tempo previsto per rifornire -, un Cristo mette su meno di 20 euro. E poi dice che uno magari bestemmia in aramaico!

Questa è l’Italia, signore e signori. Benvenuti nella realtà. E mentre la Sinistra infame e venduta pensa a matrimoni strani tra unicorni e orsetti rosa, i lavoratori devono sottostare a queste condizioni. Ma loro sono umani e si occupano di accogliere l’Africa intera, con annessi barboncini. Pensate che un immigrato ci costa tra i 35 e i 40 euro al giorno. Uno scaffalista non li prende per una notte di lavoro. Se ci penso, mi viene da urlare, da sfondare la porta di qualche palazzo che conta con un equipaggiamento alla Rambo.

E la Destra che fa? Un beato cazzo in brodo. A supportare la manifestazione di questi poveracci ci sono quei paraculi della CGIL, la peste rossa. Coloro che hanno permesso lo schifo, in associazione con quel partito di spregevoli ex comunisti, sono sempre lì a far finta di non sapere niente, di difendere i deboli.

Che Paese di merda! Ma quando cavolo ci sveglieremo? O vogliamo ancora stare lì, da una parte gli insegnanti, dall’altra i commessi, senza capire che siamo sulla stessa barca? Vogliamo ancora sfilare con la bandiera della peste rossa, che prima crea il problema e poi fa finta di risolverlo. Qui ci vuole la piazza, libera e indipendente dal cancro sindacale. Mi verrebbe voglia di chiedere chi è con me, ma ho paura. Gli italiani sono un popolo di ignavi e sindacalisti che riescono a piazzare dentro sempre almeno un figlio.

Matteo Fais 

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