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LE RICETTE DETONANTI DI MATTEO FAIS – GNOCCHETTI SARDI ALLA CAMPIDANESE

Vi è un’errata convinzione diffusa presso le masse e coadiuvata dalle mille trasmissioni televisive di cucina, ovvero che un piatto, quanto più è elaborato, quanto più è buono. Balla colossale! Lasciamo certi trastulli e impiattamenti ai Cracchi e Borghesi vari. 

La verità è che, se avete ingredienti buoni e selezionati – ecco la conditio sine qua non – non avrete bisogno di prendere per i fondelli i vostri commensali spacciando una pietanza vecchia di tre giorni per un piatto ricercatissimo, solo perché ne mascherate il sapore scialbo con dei paraculissimi intingoli. Se siete dunque alla ricerca di un primo saporito e tradizionale, oggi vi proponiamo gli gnocchetti sardi alla campidanese con sugo di salsiccia.

Per prima cosa, recatevi da un macellaio di fiducia. Le salsicce in circolazione sono quasi tutte mediocri. Sceglietene, se possibile, una fatta col finocchietto selvatico. Cuocetela a parte, se possibile alla brace – in alternativa, va bene anche un barbecue a gas, o al limite una padella.

Procuratevi una cipolla – anche di Tropea, perché no, se vi piace – e tagliatela finissima. Dopodiché, riempite il fondo di una pentola con olio extravergine d’oliva – non abbiate paura di sprecarlo, perché l’olio non va mai perso. Fate soffriggere. E non dimenticate uno spicchio d’aglio

Dopo un paio di minuti, se non avete dei pomodori freschi, aprite due barattoli di pelati e mettetene il contenuto dentro la pentola. Cominciate a girare con un mestolo di legno. Dovrete farlo continuamente. Non credete a chi vi dice che potete abbandonare il sugo al suo corso. Gli dovete stare appresso tutto il tempo, come a una donna da carezzare perché continuamente bisognosa di attenzioni.

Insieme ai pelati, mi raccomando, un cucchiaino di zucchero – sì, è fondamentale – e due di sale. Buttate dentro anche un bel bicchiere di rosso – tranquilli l’alcol evapora, ma lascia un piacevole aroma. Ah,  non scordate la proverbiale foglia di basilico.

Adesso, se non l’avete ancora fatto, tagliate fino a sbriciolarla la salsiccia e mettetela insieme al sugo. Tre quarti d’ora di cottura non ve li toglie nessuno, quindi armatevi di pazienza.

Frattanto, ovviamente in una pentola a parte, fate bollire l’acqua e cuocere i gnocchetti. Ci vorrà circa un quarto d’ora, ma voi toglieteli sempre un paio di minuti prima – un vero cuoco non rispetta mai i tempi indicati nella scatola della pasta, ma scola con leggero anticipo

Alla fine, mettete tutto insieme in una padella bella grande – anche la pentola di cottura andrà benissimo. Fate tutto ciò almeno due ore prima di mangiare. Direte voi: come, ma non servi piatti espressi? Solo i fessi non hanno capito che la pasta, come la carne, deve riposare per ore dentro il sugo. Per metterla giù in termini poetici: devono diventare una cosa sola, compenetrarsi. La pasta cucinata e servita fa pietà. Meglio riscaldarla leggermente, dopo qualche ora – basta un minuto e mezzo. 

A tavola, versate a piacimento del grattugiato di pecorino sardo – no, i gnocchetti senza pecorino sono qualcosa che non si può sentire, quindi non rompete le palle e fate come vi dico io. 

Chiaramente, il tutto va accompagnato con del buon Carignano. Non bevete vino? Se riuscite a vivere senza bere, qualcosa in voi non quadra. Vuol dire che accettate il mondo così com’è e questo non è un buon segno. BUON APPETITO.

Matteo Fais 

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