Il Detonatore

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RICETTE DETONANTI PER MORTI DI FAME – PASTA ALLA CHECCA

I morti di fame sanno una cosa: si devono arrangiare. In cucina non non si butta via niente, o quasi. Saper riciclare è un’arte, come essere abili a comporre piatti prelibati con pochi euro

Una delle pietanze migliori, quando si è in vacanza, si sta molto al mare e non si può andare a pranzo e a cena in ristorante, è la pasta alla checca. Anch’essa, come la vendetta, è un piatto che si serve freddo. O, perlomeno, non caldo. Lo potete tranquillamente cucinare al mattino, prima di recarvi in spiaggia e lasciarlo lì, dentro un insalatiere, ad aspettarvi al ritorno. È molto semplice da fare e riempie lo stomaco, senza appesantire.

La pasta alla checca è un piatto che lascia molta libertà all’interpretazione e stimola la creatività della casalinga – come pure del single che, giocoforza, si trova a non poter delegare ai fornelli, più o meno come a letto. Insomma, non ci sono ingredienti fissi, salvo i pomodorini, quelli piccoli, i ciliegini. È una specie di insalata di riso, solo fatta con la pasta.

Per cominciare, mentre mettete su l’acqua a bollire, cominciate a tagliare – mi raccomando, a pezzettini piccoli – i ciliegini. A occhio e croce, tre a testa. Poi, tagliate – sempre a pezzetti – una mozzarella per ogni commensale. Aprite successivamente una scatoletta di Mais, quella da 300g che va bene un po’ a prescindere dal numero di persone che devono sedersi a tavola – potete prendere pure quello dell’Eurospin, anzi vi dirò che è proprio buono. Mescolate il tutto nel insalatiere.

Attenzione: come pasta, ci vuole quella corta. Direte voi, ma se la lascio raffreddare diventa una porcheria, no? La risposta è no, perché, una volta versata, dovrete condirla abbondantemente con olio extravergine.

Poi, beh, se vi va, potete pure aggiungerci del tonno in scatola e, perché no, delle zucchine fatte precedentemente in padella. Ve l’ho detto, la fantasia non guasta mai.

Naturalmente, la tempistica che vi danno i vari ricettari online – tipo 15 minuti – non è vera manco per il cazzo. Non credete a queste sveltine culinarie. Dopo aver messo tutto nell’insalatiere, dovrete stare lì a girare parecchie volte con un mestolo di legno, al fine di distribuire bene gli ingredienti e, soprattutto, l’olio – visto che questo impedisce alla pasta di attaccarsi.

A questo punto, lasciate riposare sul tavolo della sala da pranzo per qualche ora o, se preferite, mettete il tutto in frigo per una mezz’oratta. Se poi volete proprio fare un figurone, impiantate distribuendo bene i colori dei vari ingredienti, senza mai scordare una foglia di basilico su ogni piatto – non serve a una sega, ma fa scena. 

Se invitate a casa un riccone – quindi sicuramente un comunista, perché sono loro ad averci i soldi – vedrete che pure lui gradirà. Vi dirà, con tanto di r moscia, che apprezza i gusti tradizionali del popolo. Poi, ovvio, quello mica è fesso: per non fomentare la lotta di classe, non vi preciserà quante volte ha mangiato aragosta nell’ultimo anno.

Matteo Fais

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