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LE OMBRE DI SOROS – BASTA CON LE IDIOZIE DEGLI ANTISEMITI

Quello degli ebrei che controllano il mondo è un tòpos classico dell’antisemitismo, talmente abusato che viene da chiedersi come mai, dopo secoli di utilizzo, non sia ancora passato di moda. Le idee cattive sono come le persone cattive, godono sempre di ottima salute.

I «Protocolli dei Savi di Sion», il falso documento confezionato dalla polizia segreta zarista alla fine del diciannovesimo secolo, dove gli ebrei sono presentati come un’entità occulta e nefasta che tiene le fila del mondo, è ancora molto in voga, soprattutto nel mare magnum del web. Sebbene le pagine dei Protocolli siano lise per la quantità di mani in cui sono passate, si segnalano quelle di Hitler e Stalin, non finiscono mai di trovare lettori entusiasti.

Capita, in questi giorni, di leggere che l’«ebreo» Soros sarebbe «dietro» alle proteste degli afroamericani e che Black Lives Matter sarebbe foraggiato dalla finanza ebraica. Nulla di nuovo. I grandi eventi catalizzano sempre le ombre del complotto, della machenschaft e delle trame segrete ed esoteriche. Si è iniziato con la Rivoluzione francese e non si è più smesso.

Soros sembra, davvero, uscito dalle pagine più inquinanti dei Protocolli, incarna lo stereotipo dell’ebreo ricco intento ad allungare le mani su tutte le nazioni del globo terracqueo. Peccato che, per sua stessa ammissione, abbia un legame inesistente con l’ebraismo. Soros non si sente affatto «ebreo», ma «cittadino del mondo», il suo vero cognome è «Schwartz», poi modificato in «Soros» da un padre affascinato dall’Esperanto, la lingua artificiale creata per far dialogare i diversi popoli della terra. Le attività della sua Open Society Foundation sono orientate a plasmare un mondo senza frontiere, confini, autoctonie e nazioni, compresa Israele. Già, perché Soros è un convinto antisionista, non digerisce Netanyahu e inonda di denaro le organizzazioni pro-Palestina. Sogna un mondo senza muri e identità nazionali forti, come quella israeliana o statunitense. Attraverso la rete di finanziatori della sinistra Democracy Alliance ha elargito denaro anche a Black Lives Matter.

Tra i generosi donatori del movimento degli afroamericani ci sono anche filantropi cristiani. Dovremmo immaginare un complotto cristiano per conquistare il mondo? Ritorna l’acuta riflessione che Anna Frank scrisse nel suo diario: «se un ebreo compie una cattiva azione, la colpa ricade su tutti gli ebrei». Ma non finisce qua, Black Lives Matter è stato fondato da tre sostenitrici del movimento BDS, che chiede il boicottaggio delle merci israeliane. Ha incassato il sostegno di islamisti antisemiti come Louis Farrakhan della Nation of Islam e di Zahra Billoo, direttore esecutivo della sede di San Francisco del Council on American-Islamic Relations. Le proteste vengono fomentate dai musulmani, non dagli ebrei, che hanno visto le loro sinagoghe vandalizzate dai manifestanti. Qualcuno ha parlato di «false flag», finte aggressioni per confondere l’opinione pubblica e allontanare l’attenzione dalla presunta origine ebraica di Black Lives Matter.

Per quale ragione gli ebrei dovrebbero fomentare la lotta razziale in America? Facile, sono intenzionati a «conquistare il mondo» e mettere al sicuro il Nuovo Ordine Mondiale. Se la risposta vi sembra poco soddisfacente, allora siete persone normali. Soros è lo spauracchio dei complottisti insieme ai «neocon» e al «deep state», è lo specchio che riflette e conferma le psicopatologie antisemite. È difficile districarsi nella complessità dei fatti, nelle sovrapposizioni, nelle vicende storiche, meglio l’immediata e manichea contrapposizione tra «Noi» e il «Vero Potere», che sta sempre «alle spalle». I burattinai sono sempre i medesimi: i massoni, gli illuminati di Baviera, i Rothschild, i Rockefeller (non sono ebrei, sia chiaro), i Warburg e Israele. Roba vecchia, molto vecchia, maleodorante.

L’antisemitismo rappresenta un loculo per menti defunte.

Davide Cavaliere

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