Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

MICHEL HOUELLEBECQ, IL PIÙ GRANDE SCRITTORE AL MONDO, SI SCHIERA CON ISRAELE (di Matteo Fais e Davide Cavaliere)

Ogni volta che parla – decisamente di rado, in verità –, Houellebecq è una garanzia. Senza peli sulla lingua, senza contratti da onorare con un qualche partito, dice in qualsiasi circostanza quello che pensa, con un’onestà spietata, senza giri di parole, circonlocuzioni e infingimenti.

Dopo essersi dichiarato pro Trump e e contrario all’eutanasia, questa volta si è espresso sul conflitto israelo-palestinese. Straordinariamente persino lui aveva sviluppato una fiducia del tutto immotivata nei confronti dell’umanità, verso un Occidente nei suoi libri tanto criticato quanto amato: “in questo caso mi ero fatto delle dolci illusioni. Ero convinto che anche i peggiori gauchisti, quelli che di solito appoggiano senza riflettere tutte le azioni palestinesi, che trovano sempre da ridire sulla politica di Israele, avrebbero detto che no, non si poteva davvero fare passare una cosa del genere. Mi aspettavo un grande movimento di simpatia e di solidarietà con gli ebrei. È successo esattamente il contrario, gli atti antisemiti si sono moltiplicati. Sono passati oltre due mesi e stento ancora a crederci»”.

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I toni sono forti, duri, ammonitori verso il popolo: “quando un ebreo è perseguitato in quanto ebreo, il cristiano ha buone ragioni per preoccuparsi: è il prossimo sulla lista”. Ma non risparmia neppure i mass media: “i palestinesi buoni e i cattivi di Hamas che usano i primi come scudi umani. Non riesco a crederci, in fondo è sempre lo stesso ritornello che sentiamo in Francia sul fatto che non bisogna generalizzare, è stancante”.

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La posizione pro Israele, comunque, è molto chiara e netta, inequivocabile: “sì, ci sono molte vittime innocenti. Ma, per me, state facendo quel che è necessario. Non vedo come potreste fare altrimenti”. E il vero bersaglio della polemica è messo sotto tiro, in modo tale da non lasciare dubbi: “L’antisemitismo di sinistra, invece, ha ripreso vigore”.

Certo, non fa concessioni al nemico: “bisogna punirli in modo sufficientemente duro. Mi dispiace dirlo così brutalmente, ma la base della guerra è il rapporto di forze”. Come ben delineato è il punto di vista etico-morale sulla distanza tra il terrorismo e la difesa di un Paese: “C’è una differenza morale tra una bomba piazzata indiscriminatamente in un luogo pubblico e un attacco mirato in cui un assassino viene giustiziato (caso tipico: i terroristi di Monaco nel 1972, eliminati uno per uno dal Mossad). In definitiva, sono i mezzi impiegati che ci permettono di dare un giudizio morale sul fine perseguito, e quindi di scegliere da che parte stare”.

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In ultimo, ciò che emerge è l’avversione per un Occidente che non ha più il rispetto di sé e preferisce vedersi come vittima di un giusto abuso, piuttosto che difendersi con le unghie e con i denti: “C’è stato il caso celebre e molto significativo delle molestie di massa a Colonia la notte di Capodanno. In linea di principio, in Francia, in Europa, lo stupro è un crimine assoluto. Bene, però c’è un gruppo di individui di origine extraeuropea che molesta centinaia di donne a Colonia, ma poiché sono extraeuropei, vengono più o meno perdonati. Lo stesso vale per i palestinesi”. Insomma i pro Palestina sono coloro che, da poveri illusi, sognano di essere invasi e salvati dall’Islam; che volentieri, in preda a un terzomondismo estremo, si genuflettono all’usurpatore.

Giustamente, di fronte alla chiamata della Storia, un intellettuale non può tirarsi indietro. Houellebecq, sebbene per primo abbia individuato alcune degenerazioni del nostro mondo, ha la consapevolezza morale necessaria per distinguere tra civiltà e barbarie, tra fanatismo e democrazia, tra Israele e i suoi nemici islamisti. Lo scrittore difende l’Occidente nonostante tutto. Prendere posizione è un obbligo. Sartre, pur sapendo delle purghe staliniane, scelse comunque l’Unione Sovietica, da comunista. Houellebecq – palesemente un conservatore – ha deciso per un’altra strada.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”) e, in radio, con la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana. Ha pubblicato L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima (Robin Edizioni). Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Il suo romanzo più recente è Le regole dell’estinzione (Castelvecchi). La sua ultima opera è una raccolta di poesie, L’alba è una stronza come te – Diario d’amore (Delta3 Edizioni).

Un commento su “MICHEL HOUELLEBECQ, IL PIÙ GRANDE SCRITTORE AL MONDO, SI SCHIERA CON ISRAELE (di Matteo Fais e Davide Cavaliere)

  1. le particelle elementari Houellebeck sono uno dei più importanti romanzi dell’ ultimo secolo, vero ritratto del mondo dopo la 2 guerra mondiale. Lui è un grande e non mi stupisco affato della sua posizione che condivido

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