Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

LA GERMANIA L’HA LEGALIZZATA, FACCIAMOLO ANCHE NOI (di Matteo Fais)

Era ora, e sarebbe arrivato il momento per una svolta anche in Italia. Strana questa Europa: stessa moneta, con valori diversissimi da una parte all’altra, senza nessun contratto europeo del lavoro e, per molteplici aspetti, piena di differenze rispetto a ciò che è permesso fare.

In Germania e Olanda, per dire, la prostituzione è ammessa. Qui, in Italia, fu bandita da quella disgraziata della Senatrice Merlin alla fine degli anni ’50. Negli stessi Paesi, la Cannabis è legale. La Germania ha aperto all’uso ricreativo da ieri, primo aprile 2024, seppur con qualche limitazione.

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Certo, la situazione dovrà ancora definirsi meglio e, per il momento, è semplicemente possibile coltivarla – avendo un massimo di tre piantine –, mentre per acquistarla bisognerà attendere il primo di luglio, quando potranno nascere associazioni apposite, con non più di 500 iscritti. Anche in questo caso, il consumo sarà limitato a 30 grammi mensili, per chi ha tra i 18 e i 21 anni, per poi potersi spingere fino a 50. Per esserne parte, quindi per potersi approvvigionare, bisognerà essere cittadini tedeschi, così da evitare un afflusso di stranieri, come avviene in Olanda con i coffee shop.

Certo non una gran cosa, in un’ottica libertaria, ma sempre meglio di ciò che avviene qui da noi. Abbiamo uno Stato così poco intelligente da non comprendere come, visto che deve curare a spese dei contribuenti coloro che subiscono danni in ragione dell’abuso di droga, quantomeno sarebbe meglio che su questa facesse pagare le tasse, invece di ingrassare le tasche della malavita – considerato che la proibizione non annulla il consumo.

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Naturalmente la gran massa dei conservatori, accecati dall’idea che ogni apertura alla libertà corrisponda a un cedimento alla decadenza dell’Occidente, griderebbero allo scandalo, se da noi qualcuno osasse anche solo proporre una simile misura. Tutti questi soggetti affetti da palesi problemi con la figura paterna, che sognano uno Stato impostato su base paternalistica, pronto a dirti cosa fare dalla culla alla tomba, in qualsiasi ambito, sono un ostacolo a una piena realizzazione della democrazia – peraltro, lottano sempre per togliere diritti tutto sommato innocui, come quello al fumo, non certo per accrescere quelli importanti, per esempio in ambito lavorativo.

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Non c’è niente da fare, l’italiota medio non ha familiarità con la libertà. Non essendoci abituato la vive male. Il fatto di trascorrere grande parte della propria vita, fino alla maturità, sotto l’occhio indagatore e giudicante della famiglia, lo porta a non pensare mai in autonomia, come singolo, ma sempre come parte di una piccola tribù e a provare angoscia, ogni volta, al cospetto della possibilità di decidere senza dover rendere conto a nessuno.

Difficile, pertanto, che anche da noi si dia luogo a misure di tal fatta. Inutile anche far presente che ciò toglierebbe potere alle organizzazioni malavitose – l’argomento più ragionevole non fa mai presa nello Stivale. Peraltro, con il familismo amorale che si respira da queste parti, ogni madre e padre salterebbero su perché una possibilità, seppur negativa, concessa al proprio figlio vuol dire una misura del proprio potere su questo che viene meno. Quasi nessun genitore italiano pensa al figlio se non come estensione del proprio sé. Non è strano che chiunque riconosca la stortura che caratterizza questo Paese, il prima possibile, faccia i bagagli e lo abbandoni al suo destino.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”) e, in radio, con la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana. Ha pubblicato L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima (Robin Edizioni). Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Il suo romanzo più recente è Le regole dell’estinzione (Castelvecchi). La sua ultima opera è una raccolta di poesie, L’alba è una stronza come te – Diario d’amore (Delta3 Edizioni).

3 commenti su “LA GERMANIA L’HA LEGALIZZATA, FACCIAMOLO ANCHE NOI (di Matteo Fais)

  1. Mi dispiace Matteo, ma questa tua posizione non la condivido. 1) liberalizzare la cannabis non ferma il traffico malavitoso, poiché quest’ ultimo è in grado di fornire offerte sempre più allettanti a chi desidera sballarsi. 2) se parli di libertà, la prima cosa cui dovresti tutelare e appunto la libertà da una dipendenza, sia essa cannabis, alcol, pornografia o cibo. Pertanto non si tratta d’essere beceri conservatori chiusi e timorosi di fronte a qualsiasi apertura; al contrario bisogna agire per rendere le persone meno ricattabili.

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