Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

CHI CRITICA CHIARA FERRAGNI LO FA SOLO PERCHÉ LA INVIDIA? FENOMENOLOGIA DEGLI ITALIANI (di Matteo Fais)

La domanda è lecita e più che sensata. “Il Riformista” l’ha asserito (https://www.ilriformista.it/chi-critica-chiara-ferragni-lo-fa-solo-perche-la-invidia-171433/), ma molto più interessante è porlo come quesito, anche perché ciò aiuta a rimettere in discussione alcuni aspetti dell’italianità – del popolo di “brava gente”, come si suol dire.

Da un certo punto di vista, inutile nasconderlo, odiare la Ferragni è da sfigati e rosiconi. Cercare il successo è giusto e sacrosanto, ottenerlo spesso un caso. Nel nostro Paese ciò dipende dagli Italiani, dai loro mutevoli, imprevedibili e incostanti umori. L’influencer più famosa, giustamente, fa il suo gioco, come chiunque decida di sfidare il mercato.

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Il problema, infatti, non è lei, ma tutti coloro che le riconoscono un credito, qualsiasi cosa faccia, dal danzare intorno all’albero di Natale il giorno della nascita di Cristo, al proporre di acquistare un panettone per fare beneficienza a un ospedale che cura i bambini malati – invece di battersi perché tutte le tasse che paghiamo vengano usate come si deve (o dovrebbe) a livello sanitario; o facendo una piccola donazione diretta alla struttura in questione, fosse pure di 10 euro.

Insomma, il male sono gli Italiani, dei poveri cretini sempre a caccia di qualcuno che spieghi loro che cosa fare per essere nel giusto – dittatore o influencer poco importa. Anche perché, in ultimo, la Ferragni esiste perché loro danno vita ed evocano ogni giorno lo spettro di questo personaggio che, altrimenti, non sarebbe mai comparso nelle cronache. È così, che piaccia o meno: lei è i suoi seguaci, senza i quali sarebbe inesistente.

In verità, peraltro, ciò che smuove, a paragone del numero di follower – 29,6 mln, al momento -, stando a quanto riportato sui giornali, è ridicolo: “su 362.577 Pandori «griffati» non tutti sono stati venduti. Anzi, una parte risulta rimasta invenduta (stimata in circa il 20%) ed è stata distrutta”. Siamo su percentuali davvero basse, anzi bassissime.

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Cionondimeno, qualcuno che la segue e fa ciò che lei dice esiste, vive in mezzo a noi. Anche se, certo, il dramma non è mai chi è a favore e cosa fa, ma chi è contro, o fa finta di essere alternativo a questo presunto discorso dominante. Perché, in ultimo, per essere opposizione alla Regina del Nulla, bisognerebbe sostenere una prassi di vita che praticamente nessuno porta avanti.

Voi domandatevi questo: tra coloro che conoscete dei critici della Ferragni, quanti passano le loro serate leggendo la Divina Commedia di Dante, il Rerum vulgarium fragmenta di Petrarca, le poesie di Fernanda Romagnoli, Dylan Thomas, o l’opera di Kafka e Proust?

La domanda è facile da porsi, la risposta impietosa ed è ciò che spiega il successo della Ferragni. Gli altri non fanno niente per invertire le sorti della tragica decadenza che viviamo – mica corrono in massa ad acquistare i Meridiani con l’opera di Émile Zola. Il mercato è lo specchio del consumatore, c’è poco da fare. Un popolo di idioti, di gente senza interessi, si sollazzerà aprendo Instagram e la pagina dell’influencer in questione. Non è un caso che tra i libri più letti dell’ultimo decennio ci siano le Sfumature di grigio, nero, rosso e Le corna stanno bene su tutto. Ma io stavo meglio senza! di Giulia De Lellis, un ulteriore fenomeno simile a quello della Ferragni.

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In ultimo, effettivamente, gli anti-Ferragni non sono migliori di ciò che criticano. È gente che spera di essere salvata da Putin, o da un eventuale regime islamico – non ci sottometterebbero, tranquilli, ci salverebbero! –, non a mezzo di una sana trasmissione di sapere, convincendo le masse che un’alternativa esistenziale sussista e sia migliore di quella proposta dai famosi “poteri forti”.

Persone simili sognano il potere suggestionante della donna con i lustrini, poco ma sicuro. Infatti, non criticano gli Italiani cialtroni che vengono adescati con specchietti per le allodole, ma chi li incula da anni. Palesemente, l’ultimo dei loro auspici è la palingenesi del popolo.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”) e, in radio, con la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana. Ha pubblicato L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima (Robin Edizioni). Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Il suo romanzo più recente è Le regole dell’estinzione (Castelvecchi). La sua ultima opera è una raccolta di poesie, L’alba è una stronza come te – Diario d’amore (Delta3 Edizioni).

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