Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

GLI ITALIANI CHE NON DICHIARANO REDDITO (di Matteo Fais)

Un simpatico buontempone, lavoratore presso il mercato ittico, una volta, intervistato durante il vecchio programma RAI di Floris, Ballarò, alla domanda “Che cos’è l’evasione, secondo lei?”, rispose “Legittima difesa”. Obiettivamente, è difficile dargli torto, per tutta una serie di fondati motivi che esulano dall’egoismo.

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Non suona assurdo, dunque, secondo quanto riportato dal “Corriere della Sera” (https://www.corriere.it/economia/tasse/cards/fisco-quasi-meta-italiani-non-dichiara-redditi-14percento-paga-due-terzi-tasse/irpef-contribuente-ogni-1427-abitanti.shtml), che “la metà degli Italiani (47%) non dichiara redditi e il 14% paga i due terzi del totale”.

Le tasse non piacciono a nessuno, soprattutto quando sono così alte e arrecano pochi o saltuari benefici all’uomo medio, il quale si trova quasi sempre a dover sborsare di tasca propria anche solo per pagarsi una visita medica. Praticamente, a meno di non trovarsi in punto di morte, oramai, l’assistenza sanitaria lascia molto a desiderare.

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Purtroppo, c’è da dire che, per tutta una serie di norme, le nostre tasse si disperdono in mille rivoli, dei più impensabili, e quasi nessuno strettamente necessario. Con la scusa di turismo e cultura, cifre inimmaginabili vengono sperperate ogni anno per finanziare concerti e concertini in ogni piazza del Belpaese. Si parla di milioni di euro, mica di caramelle. Una città periferica come Cagliari, in Sardegna, per dire, in occasione dei festeggiamenti per il capodanno 2023, ha speso ben 500 mila euro per un cantante – si fa per dire – come Blanco. Pensate che qualcosa di molto simile avviene in ogni centro di almeno medie dimensioni.

Se tutti quei soldi, invece di essere vincolati a quel tipo di spese, potessero essere ridiretti verso ospedali e quant’altro, visto che siamo un Paese di vecchi, magari qualcuno sarebbe anche ben più felice di dare i suoi soldi al socio occulto noto come Stato.

Dunque, se non vi è alcun valido motivo per non pagare le tasse – questo sia ben chiaro –, è altresì vero che il numero di giustificazioni che un disonesto potrà fornire a sé stesso sono infinite. È indubbio che, anche da quel versante, per chiedere bisogna dare. E si sa di cosa ha bisogno la persona media.

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È il patto tra Stato e cittadini che va riscritto alla base. Un’entità così grande e sempre più inavvicinabile non può permettersi di gestire il denaro altrui con tale disinvoltura. Per pretendere onestà, bisogna innanzitutto dimostrarla. Altrimenti, chiunque si sentirà libero di agire come meglio crede.

Insomma gli Italiani che dichiarano reddito zero sbagliano, ma sbaglia ancora di più chi fornisce loro un alibi morale, chi li porta a pensare “tanto qui è tutto un magna magna”. Del resto, se non perseguitano davvero chi cerca ogni mezzo per fuggire dalla maglia della pressione fiscale, è perché sanno di non essere nella posizione migliore per fare i censori.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi. Di recente, ha iniziato a tenere una rubrica su Radio Radio, durante la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana, intitolata “Il Detonatore”, in cui stronca un testo a settimana.

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