Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

FARTI PAGARE IL TAGLIO DEL TOAST? È GIUSTISSIMO (di Matteo Fais) 

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Gli Italiani vivono in una Nazione spaventosa sul piano della tassazione e incredibilmente variegata quanto a costi al suo interno, ma la maggior parte non se n’è mai resa conto. Molti si sono pure convinti che ogni cosa dovrebbe essere pagata lo stesso tanto a Venezia, come nel loro paesello di 1000 anime abitato da 28 pensionati e 4 pastori.

Mica ci arrivano a comprendere che un barista in una città turistica spende 15-25-35 mila euro d’affitto, mentre in provincia lo stesso locale te lo tirano dietro per 400 euro.

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Niente di strano. I più, diciamocelo chiaro e tondo, non sono in grado di andare a votare, perché non solo non hanno idea di come funzioni l’economia, ma neppure di come vada avanti un bar, di quanto costi un cameriere, persino se sfruttato, e via dicendo. Il 90% non distingue tra incasso e guadagno. Volgarmente, è convinto che i 3 euro della birra vadano tutti in tasca al gestore del locale. 

Davvero, niente di sorprendente. Vi ricordate l’alluvione a Ferrara e il concerto, pochi giorni dopo, di Springsteen? Molti chiedevano di annullarlo, per solidarietà, senza neppure figurarsi cosa avrebbe richiesto tanto buon cuore. Mica hanno pensato che una simile esibizione cancellata avrebbe comportato un danno di milioni di euro, tra affitto del posto e del palco, far muovere il cantante dagli USA, la band, le persone che gli ruotano intorno, come i tecnici e gli ingegneri del suono.

Gli Italiani vivono mentalmente sulla Luna, come se non esistessero tasse, se la merce e i servizi venissero erogati gratuitamente – oltre a pensare che il lavoro altrui non valga un cazzo. 

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Ma torniamo al bar di Como e al tramezzino incriminato. Le persone non capiscono che un locale pubblico, in pieno periodo turistico, non può permettere che un proprio spazio venga occupato senza che ciò produca un certo tot di guadagno. Due persone che si prendono un tavolo da 4, e consumano per uno, sono esclusivamente una perdita. Tanto più che un tramezzino diviso vogliono dire due piatti sporcati. Un’attività commerciale non è la Casa del Popolo che può essere tenuta aperta con i soldi che il Partito ha fottuto alla collettività. Dove il privato spende, bisogna che guadagni. Un imprenditore non è un benefattore, è uno che cerca di farsi la giornata.

Dunque, se vuoi un tramezzino, quando l’esercente potrebbe tirar su di più vendendone due, giustamente, devi pagare. Se non puoi permetterti la vacanza, non ci vai, punto. Non si può seriamente pensare che gli altri vadano in perdita per venirti incontro. 

Purtroppo, è un vizio tutto italiano l’idea che nessuno debba lottare per avere di più, come invece fanno medici e tassisti, ma criticare chi si fa giustamente pagare per il lavoro svolto

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Anche questo dimostra l’inutilità del sistema dell’istruzione. Uno può arrivare a laurearsi, senza neppure sapere come funziona un attività, senza conoscere la differenza tra lavorare come sportellista alle Poste o gestendo un bar.

Qui tutto va male perché chi va a scegliere i nostri rappresentanti non ha gli strumenti per comprendere l‘attuabilità delle proposte avanzate. Sono come ciechi che scelgono un film porno. 

Matteo Fais

Canale Telegram di Matteo Fais: https://t.me/matteofais

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Email: matteofais81@gmail.com

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi. Di recente, ha iniziato a tenere una rubrica su Radio Radio, durante la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana, intitolata “Il Detonatore”, in cui stronca un testo a settimana.

Un commento su “FARTI PAGARE IL TAGLIO DEL TOAST? È GIUSTISSIMO (di Matteo Fais) 

  1. Giusto!
    Due sole “note”: 1) il proprietario non ha avanzato la motivazione che hai supposto tu ma solo il fatto che dividere in 2 il toast, pieno di patatine, faceva perdere tempo al dipendente e comportava l’uso e la pulizia di un piattino in più (la tua supposizione è più intelligente e realistica…); 2) la pubblicità negativa alimentata dal cliente e amplificata dai media non giova al locale. Meglio tacere, fare obtorto collo quanto chiesto dal cliente senza farglielo pagare e mettere successivamente un cartello di avvertimento ben visibile riguardo ad eventuali richieste soggette a sovrapprezzo a discrezione del titolare.

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