Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

MEGLIO AIUTARE LE MAMME, O COSTRINGERLE AD ABBANDONARE I PROPRI FIGLI? (di Matteo Fais)

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I genitori, proprio come l’essere vivi, sono qualcosa che nessuno può scegliere. Veniamo condannati alla vita, come a condividere il sangue con due estranei – recentemente, possiamo pure trovarci in un utero d’appoggio – precisamente, in affitto –, ma questa è tutt’altra – terribile – storia.

L’esistenza è, se si vuole, profondamente buffa: costretti alla libertà – dobbiamo scegliere, in ogni istante, e anche chi rifiuta di prendere posizione sta comunque scegliendo –; eppure, a ogni modo, non possiamo decidere o meno di esserci – solo di annichilire una scelta altrui che ci riguarda profondamente. Meno che mai possiamo stabilire a chi dovere questa oscura consapevolezza chiamata esistenza.

Qualcuno, con la violenza della sua volontà, ha decretato che noi avremo da vivere, da partecipare a quel qualcosa che i filosofi hanno denominato “Essere” – volenti o nolenti, oramai, non abbiamo scampo.

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Cionondimeno, qualcuno c’è voluto per generarci, per concludere, più o meno consapevolmente, che a noi sarebbe andato bene di fare il passo decisivo dal Nulla alla Vita – chissà, poi, con che coraggio. Si tratta di nostro padre e nostra madre. Su di loro ha da gravare il peso di mantenerci e sostentarci fin quando possibile – se lo sono voluto, del resto.

È certo esecrabile, dunque, che una madre riponga, come è accaduto a questo bambino chiamato Enea – in ciò ha ragione Recalcati, quando dice che, dandoci il nome, ci affibbiano un destino –, il suo bambino nella Culla della Vita, un luogo dove abbandonare i neonati. Dio solo sa cosa le sia passato per il cervello. Ma è altresì vero che è assurdo far trovare una madre nelle condizioni di sbarazzarsi del figlio.

Purtroppo, certe decisioni sono più semplici di quanto sembrino. Se non si hanno soldi, lo si affida al buon cuore dell’umanità, cioè alla menzogna più grande, come ha fatto questa povera donna che, sicuramente, si sarà accoppiata con un qualche disgraziato.

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Sarebbe meglio che la mantenesse lo Stato? Difficile a dirsi. Certo meglio che tirare fuori denari a pioggia per gli immigrati, ma pare che gli italiani preferiscano questi ultimi – ah, già, l’umanità! Al contempo, viene da ipotizzare che, se lo Stato elargisse sussidi per le potenziali madri senza introiti, dovremmo mantenere una mandria infinita di diseredate disposte a tutto pur di vivere a sbaffo – no, le donne non sono creature angelicate.

Sta di fatto che un bambino ha bisogno di sua madre, per quanto stronza, puttana, o disagiata questa possa essere. Il sangue è un’argomentazione primordiale che trascende e zittisce ogni logica. Insomma, le cose sono tre: o invitiamo ad abortire chiunque non abbia i soldi per gestire l’arrivo di una nuova vita, o distribuiamo anticoncezionali gratuitamente a tutti, oppure lo Stato deve intervenire per supportare queste donne senza speranza. Ma, privare un figlio di questa figura è un abominio. Bisogna assolutamente agire, perché una simile situazione non è più degna di un Paese civile.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi. Di recente, ha iniziato a tenere una rubrica su Radio Radio, durante la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana, intitolata “Il Detonatore”, in cui stronca un testo a settimana.

Un commento su “MEGLIO AIUTARE LE MAMME, O COSTRINGERLE AD ABBANDONARE I PROPRI FIGLI? (di Matteo Fais)

  1. Ci mancherebbe anche di supportarle. la madre è necessaria lla crescita? NO, conosco almeno un paio di casi di bambini cresciuti senza madre e sono meglio degli altri. Tra l’altro a un povero bambino che si prende la genetica sfavorevole della madre aggiungiamo pure l’ influenza negativa materna.

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