Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

L’ULTIMA INCREDIBILE IDIOZIA DI MASSIMO GRAMELLINI SUL MASCHIO BIANCO PRIVILEGGIATO (di Matteo Fais)

MASSIMO GRAMELLINI

Massimo Gramellini non lo si legge per non bestemmiare. Non per altro, ma ha il magico potere di far girare i coglioni anche a un Santo, con le sue inutili 20 righe quotidiane.

Eppure, il giornalista del “Corriere”, proprio per la posizione che occupa in uno dei più famosi quotidiani nazionali, è impossibile da non leggere. Come tutto ciò che viene pubblicato dal giornale in questione, o ti capita sotto gli occhi, o i tuoi occhi ci finiscono davanti loro malgrado mossi dall’algoritmo dei social. Insomma, più cerchi di evitarlo, più lui ti trova.

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Solitamente, Gramellini, per fortuna, scrive di stronzate, tipo della Signora Pina di Bergamo che, a 65 anni, dopo un matrimonio di 40, ha un amante di 95, il quale le fa proposte che vanno ben oltre il romantico, tipo eiacularle in bocca. Così, l’ex giornalista di “La Stampa”, inventa un sofisma per chiarire alla Signora Pina che la passione non conosce limiti di età e che, levandosi la dentiera, l’arzilla pensionata, potrà evitare di mordere sul glande l’intemperante nonno libero e libertino. Poi, tanto per fare il colto, immagina una situazione in cui, una volta tornata a casa, questa si sentirà cantare dal marito di 80: “Ti hanno vista bere da una fontana, che non ero io” – per chi non se ne fosse capacitato, la citazione è da Lucio Dalla, precisamente dalla canzone Disperato erotico stomp.

Poi, però, ogni tanto, nel suo post – perché, più che un articolo, questo è, un post da social – Massimo si improvvisa opinionista e, allora, sì che la spara grossa, grossa come un glande affetto da una qualche malattia di quelle che si prendono andando troie senza usare il preservativo.

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Ecco il post di Gramellini, ovvero come usano i soldi delle nostre tasse.

Per esempio, sabato 4 febbraio, Gramellini parla dell’aviazione inglese, la quale “si è imposta di assumere il 40 per cento di donne e neri” invece di scegliere semplicemente i più bravi, essendo questi di solito maschi bianchi. Una roba assurda, non ci vuole molto a capirlo, che fa salire il sangue al cervello a ogni persona sana di mente, roba da gridare allo scandalo.

Ma il mago della cazzata, doveva pur trovare una soluzione per difendere l’indifendibile. Quindi, si vede costretto a scrivere “È giusto discriminare una persona per il sesso e il colore della sua pelle, perpetuando uno schema consolidato, sia pure a sessi e colori invertirti?”. Praticamente: è giusto il razzismo e il sessismo, se non siamo noi presunti razzisti e sessisti a metterlo in pratica?

Beh, ovviamente, sì. La motivazione fornita dall’aforista è che “No, non è giusto. Ma potrebbe rivelarsi saggio, se davvero nei prossimi cinquant’anni vogliamo raggiungere l’obiettivo strategico di una società evoluta: l’eguaglianza dei punti di partenza”. Intelligente come tagliare il cazzo a Siffredi al fine di garantire a chi è vergine di trovare un buco. Considerate voi a chi è in mano il più famoso quotidiano nazionale!

Ma Gramellini è un ardito e non lesina di portare avanti la sua argomentazione fino al parossismo e, soprattutto, al grottesco. La morale è che se negri e femminucce non sono in aviazione è, manco a dirlo, perché “il maschio bianco ha goduto per millenni di condizioni di favore che lo rendono ancora adesso più preparato a occupare certi ruoli”. Effettivamente, fin dall’antica Grecia, i maschi bianchi vengono educati con l’agoghé spartana a guidare aerei… La sua rubrica si dovrebbe intitolare, più che #ilcaffedigramellini, “il centesimo whiskey dell’Eurospin con Gramellini”.

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Però, bisogna riconoscere che lui lo dice: “come in tutte le cose, servono gradualità e buonsenso”. “Quindi?”, verrebbe da chiedere. La risposta è scontata nella sua demenza: “per realizzare una giustizia domani, bisogna probabilmente commettere un’ingiustizia oggi”.

Cose da pazzi! Pensieri che trovano spazio in un quotidiano pagato con i soldi pubblici – senza i quali, questo fallirebbe nel giro di 10 ore. In tutto ciò, comunque, tanto per sapere, Gramellini non ha ancora mollato il suo scranno a un negro. Sarà che l’ultimo dei vu cumprà è più intelligente di lui, malgrado i privilegi del maschio bianco.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi. Di recente, ha iniziato a tenere una rubrica su Radio Radio, durante la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana, intitolata “Il Detonatore”, in cui stronca un testo a settimana.

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