Il Detonatore

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ENNESIMA FOLLIA FEMMINISTA, IN SICILIA – LA SITUAZIONE È TOTALMENTE FUORI CONTROLLO (di Matteo Fais)

sessimo

Tutti ne sono consci, l’uomo pensa sempre alla fica. Puoi essere intellettuale, spazzino – chiedo scusa, oramai, sono laureati anche quelli –, non aver mai letto un libro o non aver fatto altro nella vita, che il pensiero torna sempre lì – l’occhio si butta o cade. È dunque chiaro che il comportamento del maschio, in tal senso, per quanto pacifico e bonario, sarà sempre più intemperante, come tendente a cercare una via per sfogare, o sublimare, la tensione biologica. Da lì battute, come quella di questi giorni, con Berlusconi che promette un pullman di troie ai giocatori della squadra di cui è padrone.

Se portate un essere dotato di pene a un tavolo con delle donne, il primo pensiero è “quella che mi farei di più è questa”. Solo successivamente, ci si siede e, civilmente, dimostrando il proprio essere urbani, si ascolta quanto queste hanno da riferire. Non c’è niente di male. È la natura. Ogni uomo ha una personalissima classifica – anzi, tante personalissime classifiche – di donne, solitamente divise per ambiti: colleghe che mi piacciono di più, attrici che mi scoperei a morte, e via dicendo. Chi non lo accetta ha problemi con il nostro essere nel mondo.

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Le più antivitali, in tal senso, sono, manco a dirlo, le femministe, categoria di donne mentalmente e sessualmente instabili che hanno apertamente dichiarato guerra al genere opposto. La loro aspirazione è mortificare il maschio sul piano, si potrebbe asserire, squisitamente ontologico: egli desidera, dunque deve essere indotto a provare un senso di colpa rispetto a tale moto interiore.

Pensate che in Sicilia, e precisamente all’Università di Palermo, qualche buontempone di dottorando ha stilato una lista delle colleghe, secondo il suo personalissimo gusto e la cosa è finita in una chat condivisa, scatenando contro il povero pischello l’ira di Dio, oltre alle consuete e abusate accuse di violenza e patriarcato. Normalmente, in un mondo di persone prive di gravi drammi psichiatrici, la gente l’avrebbe letta e si sarebbe fatta una risata. Qualche d’uno avrebbe scherzato dicendo “No, Simona ha le bocce più belle di quelle di Silvia”, o “Il culo di Sara è più tondo, mentre quello di Gina mi pare più cascante”. Bischerate, insomma, niente di più! Cose da ragazzini che capita di fare, in un pomeriggio di noia in biblioteca, persino al più assiduo studioso di Aristotele. E, meglio ribadirlo, non vi è niente di anomalo in tutto ciò. Ogni maschio ambisce a scoparsi milioni di donne ma, quando va bene, in un’esistenza, ne ha al massimo qualche decina, comunque meno di cento. Dunque tutto ciò è, in fin dei conti, quasi un gesto ovvio: ci si ride su per non disperarsi.

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Da diversi anni, però, la situazione è andata totalmente fuori controllo, come un treno deragliato senza speranza di salvezza. Il conflitto è stato artatamente esasperato da queste disagiate e portato a livelli pericolosissimi, prossimi al terrorismo psicologico a danno degli uomini.

Purtroppo, non si oppone la dovuta reazione. Gli uomini dovrebbero riunirsi in social catena e fare fronte comune contro il delirio, invece di prestarsi al gioco delle femministe, sperando di raggranellare qualche scopata che tanto non sarà mai elargita. Per favore, non sottomettiamoci alla follia di queste femmine malate. Dobbiamo essere tutti per uno e uno per tutti, o soccomberemo inesorabilmente.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi. Di recente, ha iniziato a tenere una rubrica su Radio Radio, durante la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana, intitolata “Il Detonatore”, in cui stronca un testo a settimana.

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