Il Detonatore

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LA LEGGE SPAGNOLA SUL CONSENSO È LA CONDANNA A MORTE DEL MASCHIO OCCIDENTALE (di Matteo Fais)

Non fatevi mai ingannare dalle apparenti buone intenzioni. Sono specchietti per le allodole, sono i sampietrini di cui è lastricata la via dell’inferno. Quando si tratta di femminismo, poi, bisogna sempre aspettarsi la fregatura.

Prendete la Spagna. Giovedì, è stata approvata la Legge sul consenso in ambito sessuale. Per farla breve, se non c’è il sì definitivo e manifesto della donna, è stupro. Non vale il silenzio assenso, o l’eventualità che lei ti lasci fare. L’atteggiamento passivo non risulta contemplato.

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Che il consenso, quando si parla di rapporti, sia capitale è talmente ovvio che non vale la pena di sprecarci più di una riga. Infatti, il problema è che sentano il bisogno di sottolinearlo a livello legislativo. Ciò non fa ben sperare, anzi apre a tutta una serie di scenari decisamente preoccupanti per il genere maschile.

Che cos’è il consenso? Quando una donna è in grado di darlo in forma piena? Dopo mezzo litro di vino, o due birre, è possibile fornirlo? Qual è la soglia massima di sostanza alcolica, compresa tra la sobrietà e il collasso, che si può ingerire prima che una passi all’incapacità di intendere e di volere?… Ma non finisce qui.

Chi stabilirà che l’assenso all’atto sessuale è stato realmente dato? Un atto pubblico, un funzionario statale, un numero telefonico con uno psicologo che dovrà prima intervistare la donna coinvolta? Capite bene che di problemi ne spuntano fuori a mazzi da qualsiasi prospettiva si consideri una situazione di tale natura. Il rischio, sta di fatto, è altissimo, tanto che, alla fin fine, più di uno sarà indotto a pensare “meglio una sega che la galera”.

Qualsiasi persona sana di mente si renderà conto che questa è una trappola ordita dalla lobby femminista per conferire un potere infinito al genere femminile, inasprire il conflitto tra i sessi e dare il colpo mortale al maschio bianco etero. È tutto talmente palese: vogliono metterci paura. Andare con una donna non sarà più un qualcosa che si fa con slancio e trasporto, senso di liberazione, se il dopo eiaculazione si configura non più come rilassamento ma come immagine dei polsi tenuti fermi da un paio di manette.

È chiaro che bisognerà ricorre ogni volta a mezzi estremi. Possibilmente, registrare con una telecamera nascosta il rapporto, o almeno l’audio con il cellulare, ponendo alcune domande trabocchetto prima. Anche perché l’ambiguità della nozione di consenso, soprattutto in ambito intimo, darà la stura a ogni psicopatica e stalker per rovinare la vita a qualche poveraccio.

Pensateci. È una situazione che può capitare a chiunque. Vai a letto con una – una consenziente, è ovvio –, però non desideri condurre oltre la vostra storia verso un rapporto duraturo, come magari lei desidererebbe. A quel punto, sei fottuto! La donna andrà in un centro antiviolenza – in Spagna contano di aprirne al 50 entro il 2023 – a dire che tu l’hai posseduta contro la sua volontà. Basta che prima si beve una bottiglia di superalcolici, o semplicemente che dichiari di essere stata colta alla sprovvista, di essersi trovata paralizzata dalla paura – non sono necessari segni di una violenza manifesta. Chi può seriamente pensare di farsi una scopata a cuor leggero, sapendo di simili possibili scenari?

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Il punto è che noi uomini dobbiamo arrenderci a un fatto: troppe donne ci odiano. Facendo un po’ di genealogia della morale femminista, si potrebbe dire che molte, inconsapevoli che l’emancipazione sessuale non va solo a loro vantaggio, sono andate senza tanti pensieri a farsi imburrare dal belloccio di turno, ricavandone un qualche botta di cazzo e poco più. Da quel momento, però, il loro odio si è diffuso a macchia d’olio verso tutto il genere maschile, senza distinzioni. In ognuno di noi, queste vedono solo qualcuno che potrebbe potenzialmente riaprire la cicatrice della propria ferita narcisistica. Invece di accettare il loro privilegio di poter avere accesso facile alla sessualità, molto più dell’80% degli uomini, ne hanno fatto una malattia e stanno cercando di infettare anche noi.

Poco ma sicuro, se la follia spagnola contagerà anche l’Italia, presto troveremo i tribunali intasati e tanti uomini che si chiuderanno in casa, sui siti di streaming porno, per evitare la definitiva morte sociale.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

3 commenti su “LA LEGGE SPAGNOLA SUL CONSENSO È LA CONDANNA A MORTE DEL MASCHIO OCCIDENTALE (di Matteo Fais)

  1. Come sempre la distruzione degli uomini occidentali si gioca sull’equivoco, su fatti non oggettivi, sull’indecifrabile; l’atto sessuale non è mai chiesto esplicitamente è la conseguenza di una relazione che sta nascendo o è già consolidata, l’assenso è nella partecipazione o in un ricevere apparentemente passivo le attenzioni dell’altro. Fermare tutto e chiedere esplicitamente cosa fare significa rompere un’atmosfera, distruggere un rapporto, muoversi con grande diffidenza verso l’altro. In Spagna è tornata l’anarchia e si è messa la gonna per nascondere l’incapacità strutturale di questa nazione di vivere nella libertà e nel diritto. Così fecero i repubblicani quando vinsero le elezioni, pensarono che potevano finalmente ammazzare i preti e incendiare le chiese, così fu affondata la democrazia. La Spagna è sempre stata franchista.

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