Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

UN DISCORSO BIVACCANTE, DECISAMENTE SORDO E GRIGIO (di Matteo Fais)

Già la drammaticità con accento della Garbatella non funziona granché. Il pathos in questo caso non è grave, ma greve. È Carlo Verdone in un film di Bergman. Come la differenza tra Il posto delle fragole e La grande bellezza.

Quanto meno ha rassicurato gli italiani: non proibirà l’ananas e neppure la Boldrini. Lotterà contro la mafia – ma dai!? È la prima donna Presidente – la differenza con la già menzionata ex Presidente della Camera sta nel fatto che lei non ha a cuore la vocale nella desinenza – comunque, è femmina, dunque incriticabile anche se si aprisse un canale su Only Fans. Cita donne, donne, donne. Ma chi se ne fotte che la Fallaci e la Deledda avessero la fica?! Scrivevano con più coglioni di un maschio. Nessuno ha mai pensato al loro sesso. È un’ossessione solo per le femministe e la Meloni che va loro dietro persino quando le critica.

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Pur provenendo dall’MSI, brucia come una MS, cioè come la peggiore delle sigarette. Ricorda chi non vota. Sono il partito di maggioranza, ma nessuno li rappresenta. A paragone, ogni loro formazione è insignificante. Bisognava discutere di questo magnifico paradosso democratico tale per cui è sempre una esigua minoranza a tenere le fila anche quando la maggioranza sostiene di preferire l’arbitrio del caso alle deliberazioni dei votati.

Comunque, quelli che dicono di voler vigilare sul Governo “fuori dai nostri confini nazionali”, non vanno assecondati – questo è giusto -, ma mandati proprio a fare in culo. Dannazione, un po’ di brutalità è necessaria. A un bullo non ti limiti a rispondere con ironia.

Similmente, questo atteggiamento passivo-aggressivo con l’Europa non promette niente di buono. Troppa flemma. Meglio un “adesso, vi faccio vedere io chi comanda”. È fascista? Pazienza. Se scopro che imbrogliate, vi faccio saltare il tavolo da gioco. Minacce a muso duro, non latrati.

Sull‘Ucraina tutto giusto. Il problema è che la sua parte è contro. Bel casino. La Destra ama il KGB, Dio, Patria, Famiglia e Riscaldamento. In effetti, adesso, sono cazzi suoi. Vediamo come va a finire. Difficile invidiarla. A ogni modo, non si è capito bene come voglia combattere la speculazione che è persino peggio dello Zar. Sfrutterà i nostri giacimenti? Magari! Diamole un mese. Frattanto, limitiamoci agli sghignazzi.

Sul Reddito di Cittadinanza sono provenuti dalla PresidentessA solo rutti risalenti a un intestino novecentesco, con l’esaltazione del lavoro per il lavoro – roba da marxisti -, quando anche un bambino ha compreso che non ci sarà più lavoro per tutti, dato l’avanzamento tecnologico che è volto proprio a eliminarlo. Ci risparmi le stronzate su coloro che sarebbero ancora in grado di fare la propria parte per l’Italia” – mai uno che specifichi facendo cosa.

Tralasciamo pure la faccenda dello studio tramutato in propedeutica per l’ingresso nel mondo dell’impresa che fa già ridere di per sé, come il concetto di formazione costante, anche perché in un mondo in perpetuo mutamento non si può formare nessuno per il domani, ma solo strutturare la mentalità ad affrontare il futuro.

Ma, insomma, lo si è detto, le cazzate qui volano alte. Come quando si esalta la famiglia. Cioè, questi vogliono togliere il Reddito di Cittadinanza e lottare per la famiglia? Uno dovrebbe mettere su casa in un Paese dove lo Stato Sociale non esiste? Altro che “riscoprire la bellezza della genitorialità”! Li voglio vedere la mamma e il babbo, quando perdono il lavoro cosa fanno. Al massimo, si sparano in testa l’uno con l’altro.

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Ma il punto più inquietante e ambiguo arriva quando si parla del covid e della possibilità di una nuova pandemia – in troppi ne parlano perché la cosa non desti sospetto. Perché la Meloni non dice che non rimetterà mai il green pass, ma si limita a precisare che non replicherà il modello restrittivo già adottato? Perché non dichiara che farà una legge tale per cui, sui social, le informazioni relative a complicazioni da vaccino potranno girare liberamente senza essere sottoposte ad arbitraria censura?

Spiace, ma qui c’è poco da fidarsi. La gente non vuole chiacchiere, ma solide realtà. Il Risorgimento, le grandi donne, la metafora della nave sono, al momento, unicamente inganni retorici, esattamente come il merito, la famiglia, ecc. Ne abbiamo sentiti fin troppi. Pertanto alla PresidentA diciamo, come il protagonista di quel film: “Sono stanco, capo. Stanco di andare sempre in giro solo come un passero nella pioggia. Stanco di non poter mai avere un amico con me che mi dica dove andiamo, da dove veniamo e perché. Sono stanco soprattutto del male che gli uomini fanno a tutti gli altri uomini. Stanco di tutto il dolore che io sento, ascolto nel mondo ogni giorno, ce n’è troppo per me. È come avere pezzi di vetro conficcati in testa sempre continuamente. Lo capisci questo?”. Ecco, ma Giorgia lo capisce?

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

2 commenti su “UN DISCORSO BIVACCANTE, DECISAMENTE SORDO E GRIGIO (di Matteo Fais)

  1. All patriots to arms ! Certo baby va avanti tu che a noi non votanti ci scappa da campare. A proposito pur essendo nullatenente lavoro e ho sempre lavorato. I parassiti sono di estrazione più borghese di quello che questa tizia pensa.

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