Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

LA QUESTIONE DEL SESSISMO VI È SFUGGITA DI MANO (di Clara Carluccio)

La foto è bella. Linda Cerruti pratica nuoto sincronizzato e decide di ritrarsi mentre fa la spaccata con le otto medaglie appese alle gambe. L’immagine è, al contempo, atletica ed erotica. È un omaggio alla sua prestanza, alla sua bellezza e alla sua vittoria. 

È vero, le si vede il sedere ma, considerata la disciplina che ha scelto, potrebbe essere già capitato. Non dovrebbe fare granché notizia. Per una volta, i follower, potevano sorvolare sulle chiappe e congratularsi più genericamente per il successo. Dopotutto, in mezzo a tanta volgarità gratuita e puramente egocentrica che gira in rete – spesso a fini di lucro, come avviene su Onlyfans – ad una campionessa, si poteva perdonare un momento di vanità. 

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Rimane il fatto che, dei commenti da lei stessa selezionati e mostrati in rete per essere stigmatizzati, non ce ne sia uno che possa rappresentare un’offesa tanto grave da essere riportata su tutte le testate giornalistiche nazionali. Certo, dal suo profilo social non passano menti eccelse dalle erudite parole, colti filosofi, arguti pensatori, sublimi poeti. Non “Regina della notte, mia Cordelia, mia Brunilde, mia rondine alle prime luci” come direbbe Montale, bensì “gnocca”, “famolo strano”, “otto medaglie più una”, “un culo così sodo non si era mai visto”, “c’è anche una coppa, ma non si vede”. 

Non manca qualche critica sulla famigerata oggettivazione del corpo femminile che le donne denunciano ma a cui, spesso, ricorrono loro stesse. Leggendo più volte i commenti, ci si accorge che si tratta di semplici complimenti. Solo, un pò penalizzati da una evidente goliardica rozzezza. 

Come si è detto, la foto in questione, ha anche un’innegabile componente erotica, di conseguenza, è legittimo che si facciano riflessioni della stessa natura, a patto che non diventino offensivi. Ma, stando a quelli che la Cerruti ha voluto rendere noti, nessuno di essi è da gogna mediatica

Se esponi i tuoi trofei sul tuo corpo seminudo può anche capitare che qualcuno gradisca la visione del corpo, più che dei trofei. Quando un tizio ti apostrofa con “che bel medagliere”, non ti sta dicendo che sei un baldraccone di periferia. Ti sta pur sempre manifestando apprezzamento in linea con l’immagine che stai dando, per l’appunto, di espositore vivente delle tue medaglie. Non puoi nemmeno obbligare quello che scrive “più che le otto medaglie ho zoomato da un’altra parte” a guardare solo dove vuoi tu. 

Purtroppo, tutto questo aggrava una situazione già di per sé pietosa. Come se uomini e donne non si odiassero a sufficienza. Come se la guerra tra sessi non fosse alimentata dalle solite Murgia o Littizzetto di turno. Qualsiasi ragazzina – ma anche donna abbondantemente matura – ormai ripete a caso i loro discorsi sulla libertà, il consenso e il patriarcato anche in contesti dove non c’entrano – quasi tutti, ormai. 

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Le nuove generazioni non vengono più educate al semplice concetto azione-conseguenza. La donna si offende se le si consiglia di non frequentare da sola certi quartieri malfamati. Vuole esporre sezioni anatomiche di grande attrattiva maschile, pretendendo di non suscitare entusiasmo. Considera un “Ciao” una molestia sessuale e, con l’invenzione del catcalling, mette sullo stesso livello un colpo di clacson e uno stupro. 

Emblematico su tutti il caso delle molestie, rivelatesi totalmente false, all’ultimo raduno degli Alpini: “mi ha detto che ho delle belle gambe, mi sono sentita violentata”. Senti, bella, prova a parlare con chi ha subìto una vera penetrazione forzata con l’uso di calci, pugni e, magari, pure un coltello puntato alla gola e vediamo se non impari a riconoscere un vero stupro. In quanto a te, Linda dalle invidiabili chiappe, prova a contattare la figlia di Ornella Muti, Naike Rivelli – che pratica yoga completamente nuda – per un po’ di womansplaining su come fare tutte le foto che vuoi senza mobilitare polizia postale, DIGOS, Buon Costume, o peggio, Laura Boldrini. Chissà che, i commenti che hai ricevuto, non ti sembreranno poi tanto male.

Se sei una campionessa olimpionica e non hai abbandonato la carriera sportiva per darti al porno, non rovini la tua intera immagine per una foto simbolica e nemmeno per qualche commento. Prenditi i complimenti, anche quelli che non ti piacciono, e ridici sopra. Non vogliamo vederti alla prossima parata degli Alpini terrorizzata perché la penna sul cappello ti ricorda un maschilista e patriarcale elemento fallico. 

Clara Carluccio

2 commenti su “LA QUESTIONE DEL SESSISMO VI È SFUGGITA DI MANO (di Clara Carluccio)

  1. Queste qui scendono sempre dalla montagna:la Cerruti non ha messo minimamente in conto il fatto che un’immagine del genere potesse suscitare dei commenti?? E suuu! Poteva scegliere di mostrare le medaglie anche appendendole al collo,alle braccia (tanto per dirne 2 facili),ma invece ha scelto questa modalità,che mette in evidenza in suo bellissimo corpo.
    I commenti sgraditi può cancellarli o ignorarli.
    L’oggettificazione del corpo è voluta.

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