Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

UN NUOVO MANIFESTO, CONTRO TUTTO E CONTRO TUTTI, INCENDIA L’AMERICA (di Matteo Fais e Clara Carluccio)

Perché tutte queste stragi? Qualche settimana fa è toccato a New York. L’altro giorno, a Buffalo, un ragazzo (non vi possiamo dire il nome, perché Google blocca nel caso), appena diciottenne, si è recato in un supermarket e ha sparato sulla folla, mentre trasmetteva in diretta su Twitch.

La prima cosa è cercare di entrare nella mente dell’attentatore – in questo caso un suprematista bianco. Ognuno parta dalla sua esperienza. Basta vivere in una città anche solo di medie dimensioni. Guardatevi intorno. Vi è mai capitato di partecipare a una festa (matrimonio, battesimo, funerale) di una comunità appartenente a una delle etnie altre presenti in loco? Fateci caso: quasi tutte le donne sotto i trent’anni hanno figli e spesso sono incinta. È inevitabile pensare, vedendoli, che noi si sia spacciati. 

Quanti giovani conoscete, tra gli amici, che abbiano figliato? Si tratta sempre e comunque di una minoranza. Pensate quale potrà essere la situazione, tra cinquant’anni, se gli immigrati continueranno a riprodursi a questo ritmo. L’Europa è al capolinea, siamo fottuti.

Alcuni lo sanno, molti fanno finta di non capire. Il malcontento cresce. Se lo dici sui social, ti bannano o vai incontro all’assalto incrociato dei troll pagati dai progressisti. È chiaro che, poi, stragi come quest’ultima diventano inevitabili: di fronte a una situazione senza uscita, molti reagiscono con la violenza, tanto più che non hanno neppure lo sfogo di poter esternare il loro pensiero pubblicamente.

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A ogni modo, il giovane americano che ha deciso di colpire Buffalo, nel quartiere a maggioranza afroamericana, aveva postato online un suo scritto di quasi 200 pagine, una sorta di manifesto per molti versi affine a quello di Unabomber. I giornali l’hanno appena menzionato, meno che mai pubblicato. Non vogliono concedere la possibilità, a un assassino, di mostrare le proprie ragioni – stranamente, con i brigatisti erano più concessivi, chissà perché.

Come nel caso di Unabomber, il terrorista, pur essendo in errore sul piano dell’azione, ha un punto di vista teorico che non deve essere trascurato. Il concetto base, per esempio, è tutt’altro che folle e, infatti, sono anni che se ne parla: la denatalità degli occidentali. 

Un organismo sano afferma sé stesso, non si fa cancellare da quello altrui – è la natura e ciò è indiscutibile. Tutti quelli che, quando si discute di scarsa natalità, sparlano di un mondo sovrappopolato, mentono sapendo di mentire. È sovrappopolato perché altri popoli si riproducono senza controllo, non certo noi. L’Europa e l’America hanno programmaticamente deciso, per verdetto delle oscure forze che li governano, di estinguersi.

Per tutta questa serie di motivi, io e Clara Carluccio, dopo aver letto il testo in questione, abbiamo ritenuto opportuno fornirvi una almeno sommaria selezione di passi scelti, tra alcuni dei paragrafi che maggiormente hanno attirato la nostra attenzione. Siamo certi che nessun’altro se la sentirà, in Italia. L’informazione è pavida, si sa. Noi, invece, senza timore, sottoscriviamo molte delle tesi con cui state per entrare in contatto – per quanto si abbia più di un dubbio sul fatto che il testo sia stato scritto da un diciottenne. Voi, comunque, non fatevi spaventare dall’idea di leggere un terrorista. Spesso, è proprio il peggiore tra gli uomini ad avere i pensieri migliori e, com’è noto, le idee estreme fanno presa proprio sui più intelligenti.

Matteo Fais 

Canale Telegram di Matteo Fais: https://t.me/matteofais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

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dal Manifesto (traduzione italiana di Matteo Fais e Clara Carluccio)

Ai conservatori

Domandati, sinceramente: cosa è riuscito a salvare il conservatorismo moderno? Cosa vorrebbe conservare? La natura? La cultura occidentale? L’autonomia etnica? La religione? La Nazione? La razza? Nulla di tutto ciò è rimasto. L’ambiente naturale è stato industrializzato, polverizzato e mercificato. La cultura occidentale è triviale, avariata e oramai ridotta a un confuso amalgama senza senso, i cui soli valori e credenze posano sul mito dell’individualità, del valore del lavoro (una produttività che va unicamente a vantaggio dei tuoi padroni capitalisti) e della sovranità della proprietà privata (così da garantire che a nessuno di noi venga la geniale idea di prendere ciò che non ci siamo guadagnati da chi ci possiede).

E l’autonomia etnica? È stata distrutta per abbassare il costo del lavoro, mentre loro pubblicamente fanno finta di opporsi all’immigrazione illegale proveniente dal terzo mondo, quando in privato spingono perchè questa aumenti sempre di più, così da abbassare i costi di produzione e aumentare i loro profitti. Hanno fatto venire meno l’autonomia dei popoli europei e la loro sovranità per la loro sete di potere e benessere. E la religione? Cosa ne rimane, chiese vuote e centri commerciali pieni, confessionali abbandonati per avere divorzi senza sensi di colpa? Ogni ideale religioso che si sia posto tra la salvezza e la generazione del benessere è stato minimizzato, accantonato e fatto venire meno in sordina. Tutto ciò affinché loro potessero rimpinguare le proprie tasche senza proteste. 

E la Nazione? Cos’hanno, oramai, le nazioni da conservare? Quali sono in ultimo i loro fondamenti? Non vi è una cultura condivisa, un’etnicità, una lingua, valori e credenze comuni. Chiunque può diventare membro della nostra Nazione, una volta che ha in mano delle carte che lo attestino. Non hanno neppure bisogno di essere nati qui, di appartenere alla stessa razza, di parlare lo stesso linguaggio, di condividere la cultura e le credenze nostre. Potete sentire l’urlo dei conservatori, però, mentre gridano “lasciateli entrare”! Lasciate pure che i nostri facoltosi benefattori si guadagnino un secondo yacht e la loro quinta proprietà! 

E la razza? Ma non ci credono neppure loro, non hanno neppure il fegato per ammettere che questa esista. Ma più di tutto, non gli importa. È il profitto e solo quello a muoverli, tutto il resto non conta. Il concetto di futuro della razza o del suo destino gli è del tutto alieno, così come le loro responsabilità sociali. 

Niente è stato conservato, al di là dei profitti di questa corporazione e l’incremento del benessere dell’1% che sfrutta gli altri per i propri benefici. Il conservatorismo è morto, sia lode a Dio. È arrivato il momento di dargli la giusta sepoltura e passare oltre, verso qualcosa che valga veramente la pena.

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Il problema delle relazioni virtuali e della pornografia

Una relazione virtuale ha tanti aspetti. Uno dei miei esempi preferiti è costituito dai siti quali OnlyFans e Twitch. Sul primo, le persone (uomini, per la maggior parte) possono pagare per avere una conversazione e vedere immagini di nudo della persona che preferiscono. Sul secondo, ci sono molte cam girls, che si mostrano mentre fanno il bagno nell’idromassaggio, ecc., guadagnandosi da vivere intrattenendo relazioni virtuali con i loro spettatori. Questi ultimi, sovente, pagano addirittura per vedere il proprio nome scritto sulla gamba di una di queste o per sentirlo pronunciare, durante la performance pubblica. 

Il problema, in questo caso, è che vengono dissuase le relazioni reali, con persone vere, quelle che portano a nuove nascite e al perpetuarsi delle generazioni. Lo stesso discorso vale per il porno, per mezzo del quale chiunque è libero di avere una relazione virtuale con un attore o vivere in modo simulato un rapporto sessuale, ogni volta che ne ha voglia. Cosa dovrebbe dunque incoraggiarli a uscir fuori per cercare di avere una relazione concreta? 

E questa è solo una delle ragioni che stanno alla base della decadenza della razza bianca. Un tale fenomeno andrebbe dunque gestito ponendogli un freno, o disincentivandolo in ogni modo. 

SMETTETE DI GUARDARE IL PORNO, SMETTETE DI CONTRIBUIRE ALLA DECADENZA. 

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La nostra è una società dell’insoddisfazione

Si percepisce una diffusa insoddisfazione, rispetto alla propria vita, da parte di molte persone. Queste si limitano a vivere seguendo la solita routine. Si svegliano presto al mattino, lavorano fino alle 5 e poi giocano ai videogames, guardano un film o la tv, o in alternativa bevono una birra prima di andare a dormire. Possono seguire questa prassi per anni, sovente senza cercare di fare niente per dare una svolta alle loro esistenze. Come si potrà notare, qui, il problema non sta nella sussistenza di una società industriale (malgrado questa sia l’origine del problema), ma come facilmente ci si conformi a tale stile di vita. La maggior parte rifiuta di intraprendere qualunque tipo di attività o azione che costituisca una svolta, non tanto perché abbiano paura o la cosa generi in loro ansia, ma semplicemente perché è molto più facile non farlo. 

C’è un passo in particolare, da Into the Wild di Jon Krakauer, che mi è rimasto impresso: “Tanta gente vive situazioni infelici, ma non fa niente per mutare la propria situazione perché condizionata da un idea di vita all’insegna della sicurezza, del conformismo e della conservazione, tutte cose che sembrano garantire uno stato di pace con se stessi, per quanto in verità non vi sia niente di più nocivo per uno spirito avventuroso di un futuro sicuro. Alla base dell’animo umano vi è la passione per l’ignoto. La gioia di vivere proviene dall’esperienza di nuovi incontri e non vi è dunque gioia più grande di un orizzonte che muti costantemente, per vedere ogni giorno sorgere un sole nuovo e diverso dal precedente”. 

Bisogna mettere da parte una vita basata sulla routine se si vogliono raggiungere la vera felicità e la soddisfazione.

NON ABBIATE PAURA DEL CAMBIAMENTO.

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Non esiste una soluzione democratica

Dovete comprenderlo una volta per tutte, non esiste una soluzione democratica, qualsivoglia forma di opposizione alla sostituzione etnica incontrerà in prima istanza la derisione, poi il disprezzo e, in ultimo, gli sarà opposta la forza. 

L’idea che la salvezza risieda nella soluzione democratica è un sogno sciocco, e man mano che i nemici aumentano nelle nostre terre grazie all’immigrazione di massa e alla maggiore natalità degli invasori, tale possibile soluzione si rivelerà sempre più improbabile. 

Tutti i mass media nel mondo verranno usati contro di voi, similmente il sistema educativo, quello delle corporazioni finanziarie internazionali, i corpi militari e legislativi di Nazioni Unite, Unione Europea e NATO, e persino i vostri leader religiosi che saranno stati precedentemente corrotti.

La democrazia è dominio sulle masse e tale dominio è esercitato dai nostri nemici. Tutta l’informazione a livello globale, il sistema educativo (da che, dopo un lungo percorso, è finito nelle mani dei marxisti), lo Stato (da che ha perso tutte le sue partnership finanziarie) e la macchina mediatica contraria a noi bianchi, sono tutte nelle loro mani. 

Non soffrite all’idea di non poter vincere su base democratica, preparatevi semmai alla guerra, alla violenza, come al rischio, alla perdita e alla lotta, sapendo che saranno la sola via che ci condurrà alla vittoria.

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Se sarete voi a perdere, la storia vi presenterà come dei mostri, a prescindere da ciò che avrete fatto. Pertanto, prima vincete, dopo penserete a raccontarlo.

Sono i vincitori a scrivere la storia e coloro che la raccontano sono anche quelli che controllano il clima culturale in un certo tempo. Se siete voi i perdenti, e non importa perché siate tali; che vi siate dimostrati eroici, codardi, violenti, pacifici, virtuosi o criminali, se saranno i vostri nemici a scrivere la storia, vi descriveranno come il demonio. 

Non preoccupatevi del modo in cui guadagnerete la vittoria, sono tutti leciti se pensiamo al genocidio etnico in atto, di fronte a cui qualunque moralita sarebbe anbigua. 

Prima vinciamo, poi lo racconteremo. Un atto, della cui moralità dubitate al momento, susciterà meraviglia e ammirazione nei libri di storia.

Sarete venerati, ma solo se vincerete. 

3 commenti su “UN NUOVO MANIFESTO, CONTRO TUTTO E CONTRO TUTTI, INCENDIA L’AMERICA (di Matteo Fais e Clara Carluccio)

  1. Non amo l’ipocrisia, perciò non farò nessun preambolo della serie: ‘la violenza è sempre sbagliata e bla bla bla’.
    Dirò soltanto che il ragazzino, seppur giovane, ha capito che con le buone maniere non ci si libera dai propri schiavisti.
    Gli altri bene o male non si rendono nemmeno conto di essere schiavi, perciò questo terrorista ha un livello di consapevolezza superiore alla media di almeno due punti.

  2. Non esiste una soluzione democratica…

    Infatti tutti quelli che hanno provato attraverso il sistema democratico a cambiare le cose, vi sono rimasti invischiati, divenendo parte del sistema stesso (vedi Movimento 5 Stelle).

    Tuttavia, ritengo estremamente più complesso rovesciare il potere nella società contemporanea che non ai tempi della rivoluzione francese.

    Infatti lo stato moderno esercita un controllo globale sui mezzi di comunicazione, cosa impossibile ai tempi della rivoluzione francese, pertanto ogni tentativo di ribellione sarà ignorato, isolato, e trattato come un tumore da espellere, sia che esso avvenga con mezzi democratici che non.

    Le massonerie e le carbonerie che rovesciarono l’ancient regime, si riunivano segretamente, e a quei tempi rovesciare uno stato era molto più semplice, perchè le armi di cui disponeva una nazione non erano tecnologicamente avanzate o in grado di compiere distruzioni massificate.

    In poche parole, penso che ormai cambiare la società in cui viviamo sia pressochè impossibile, l’unica cosa che possiamo veramente fare, è quella di cercare di portare un po di bene e di luce nel nostro piccolo, con le persone che abbiamo intorno, rifiutando il più possibile, finchè ci verrà concesso, queste forme di relazioni virtuali, anch’esse adoperate al solo obiettivo di controllare le masse.

    1. Stavo ulteriormente riflettendo sulla figura di Emmanuel Goldstein, di 1984.
      Sul suo libro c’erano scritte tutte le terribili e impronunciabili verità sul regime del Grande Fratello, a questo venivano imputate tutte le colpe della società e tutti i crimini che vengono commessi, e il suo testo era ovviamente censurato.

      Chi ci assicura che le idee di cui sopra siano effettivamente frutto di quel ragazzo di 18 anni? Magari gli sono state attribuite proprio per dimostrare che chiunque pensa quelle cose è un criminale fuori dalla società, un individuo pericoloso che va isolato proprio come Emmanuel Goldstein, mentre magari si è trattato solo di un pazzo o di un mitomane che nulla ha a che vedere con quelle tesi.

      Se poi a colpire fosse stato un terrorista islamico, probabilmente avrebbero detto invece che era un pazzo e un malato mentale, e non certamente un fondamentalista.

      Riguardo al tema della sessualità\pornografia, sempre in 1984

      «Quando fai l’amore, consumi energia. Dopo ti senti felice e te ne freghi di tutto il resto, e questo loro non possono permetterlo. Loro vogliono che tu stia sempre lì a scoppiare d’energia: tutte queste marce, queste grida di acclamazione, questo sventolio di bandiere, non sono altro che sesso andato a male. Se dentro di te ti senti felice, perché mai ti dovresti entusiasmare per il Grande Fratello, i Piani Triennali, i Due Minuti d’Odio e tutta quella merda?»

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