Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

CARO FRANCO, TU CONFONDI L’AMERICA COL PROGRESSISMO (di Davide Cavaliere)

È curioso essere accusati di «manicheismo» rispetto all’opposizione Washington-Mosca, da quanti pensano che gli Stati Uniti siano un monolite politically correct. Se è indubbiamente vero che dall’America importiamo le idee progressiste più degradate, non dovremmo però ridurla a queste

Gli Stati Uniti sono anche la loro Corte Suprema che ha bocciato l’obbligo vaccinale, per le aziende con più di cento dipendenti, proposto dal Presidente Biden con la seguente motivazione: «Ordinare ai cittadini di vaccinarsi contro il covid o di sottoporsi, a proprie spese, a dei test tutte le settimane, non fa parte dell’esercizio quotidiano del potere federale, ma è un’intrusione nella vita e nella salute di larga parte dei lavoratori dipendenti». 

CONTRIBUISCI ANCHE TU A SUPPORTARE IL NOSTRO GIORNALE
Caro amico lettore, come potrai immaginare, dietro questo blog ci sono diverse persone che collaborano agli articoli che tu quotidianamente leggi. Se desideri supportare la nostra attività, ti saremmo grati se volessi dare il tuo sostegno all’Iban IT53E3608105138290082390113. L’intestatario è Matteo Fais. Grazie di cuore, La Redazione.

In numerosi Stati, almeno in quelli di stretta osservanza repubblicana, non hanno mai conosciuto mascherine e restrizioni, il tutto in nome di quel liberalismo radicale che costituisce la spina dorsale della nazione americana. 

Esiste anche questa America, certo meno visibile, ma non impossibile da trovare, soprattutto nell’era del web. Limitarsi alle narrative in cui ribolle l’astio rancido contro gli States è un sintomo di pigrizia intellettuale. Sono interessato e affascinato da questa America perenne, che non merita di essere confusa coi suoi transeunti presidenti. Biden passerà, come sono passati Clinton e Obama. 

Sgombrato il campo da questo pregiudizio che vorrebbe gli USA egemonizzati dalle chimere progressiste, chiediamoci perché avversiamo il «politicamente corretto» e la Covid-ideologia? 

Posso sintetizzare la mia critica ai due suddetti elementi con una sola parola: libertà. In questi due anni di pandemia, me la sono presa con l’emergenzialismo, il cesarismo, il governo per decreti, la compressione della libertà individuale, la militarizzazione del linguaggio, la sorveglianza di massa. Insomma, la gestione della pandemia si è caratterizzata per un deficit di libertà e democrazia. Essa ha violato un principio cardine del liberalismo, così magnificamente espresso da José Ortega y Gasset: «convivere con il nemico, e di più, con il nemico debole». 

Per quanto riguarda la cancel culture et similia, devo dire che non sono tanto i contenuti a preoccuparmi, ma i metodi. Alla peste del politicamente corretto contesto soprattutto la vocazione totalitaria, l’ostracismo, l’intolleranza, la volontà di non voler «convivere con il nemico». Non sono preoccupato dal fatto che Michela Murgia parli, ma che parli solo Michela Murgia. Anche in questo caso siamo in presenza di un vulnus democratico. 

Adesso, proprio in nome della libertà, della democrazia, dello stato di diritto, della tolleranza, non posso schierarmi col dittatore Vladimir Putin e con il modello di società che rappresenta. Io desidero più libertà, più dibattito, più democrazia, più civiltà – consapevole del fatto che una società libera implica una certa dose di «gentilezza» dei costumi e non va confusa col brutale impero della massa e della menzogna. La libertà deve conoscere dei limiti, se così non fosse, il Marchese De Sade sarebbe il nostro principale riferimento e per fortuna non lo è ancora. 

Per via di questa mia affezione alla civiltà liberale non posso sostenere nessuna società-caserma chiusa a ogni soffio di libertà. Nello specifico, la Russia di Putin, nonostante le immense risorse naturali, ha un Pil poco superiore a quello del Messico e stando a diversi studi, da Credit Suisse all’OCSE, un cittadino russo è meno ricco di un cittadino indiano. Questo sottosviluppo economico è compensato da una superiorità dei costumi? La risposta è no. Nonostante la sbandierata difesa della famiglia tradizionale, la Russia è in pieno inverno demografico, i tassi di aborto e divorzio sono in linea con quelli dei paesi occidentali, tra le preoccupazioni dei russi c’è l’economia e non la decadenza. Il tradizionalismo russo è solo un instrumentum regni

Alcuni dicono di appoggiare Putin perché «il nemico del mio nemico è mio amico». Peccato che l’autocrate russo non sia «l’elemento di rottura del sistema occidentale». Se anche dovesse vincere in Ucraina, in seno all’Europa occidentale non cambierebbe nulla: nessuna «Italexit» e nessuna fine della NATO. 

Io capisco che questi due anni di pandemia abbiano esacerbato gli animi, causando non pochi annebbiamenti mentali, ma il culto della Putin mi sembra un’espressione di infantilismo politico mascherato da «dissidenza». Il «putinismo» è l’urlo disperato di soggetti smarriti abbagliati da un’immagine di sicurezza e fermezza. È una richiesta di aiuto

Le élite occidentali sono disinteressate al destino delle classi medie e di quel fondamento di una società libera, ordinata e responsabile, che è la famiglia eterosessuale, ma la soluzione non è la cleptocrazia russa, con la sua esistenza degradata, che affascina solo perché lontana

La democrazia liberale, oggi, ha bisogno di robusto correttivo conservatore, ma senza cedere all’eterna litania reazionaria della «decadenza» e alle sue soluzioni cesaropapiste e autoritarie. 

ACQUISTA il nuovo romanzo di Matteo Fais, Le regole dell’estinzione, Castelvecchi.
AMAZON: https://www.amazon.it/regole-dellestinzione-Matteo-Fais/dp/8832828979/
IBS: https://www.ibs.it/regole-dell-estinzione-libro-matteo-fais/e/9788832828979

Le democrazie sono sempre imperfette e insoddisfacenti. Su questo aveva ragione Francis Fukuyama, quando scriveva del tedio esistenziale che colpisce il cittadino democratico. Era lo stesso tedio della Belle Époque e della Repubblica di Weimar, sappiamo com’è andata a finire. La democrazia liberale appare mediocre, corrotta, stanca; è il terreno su cui crescono i funghi scintillanti e velenosi della critica alla modernità, eppure è il miglior sistema mai sperimentato, l’unico che non sia ancora finito nella spazzatura della storia. 

La democrazia liberale, prospera, rispettosa dei diritti, libera, pacifica, è quella cosa che ci manca quando avanza il politicamente corretto e la Covid-ideologia. Ma come può una società libera, dunque agitata, sopravvivere? È una delle più antiche problematiche della filosofia politica. La premessa indispensabile per la durata della democrazia è l’amore per la libertà e la passione per l’autogoverno. Il che implica dismettere dentro di noi le pulsioni autoritarie e i culti delle personalità forti, consegnandoli a un’onesta e definitiva sepoltura.

Davide Cavaliere

L’AUTORE 

DAVIDE CAVALIERE è nato a Cuneo, nel 1995. Si è laureato all’Università di Torino. Scrive per le testate online “Caratteri Liberi” e “Corriere Israelitico”. Alcuni suoi interventi sono apparsi anche su “L’Informale” e “Italia-Israele Today”. È fondatore, con Matteo Fais e Franco Marino, del giornale online “Il Detonatore”. 


2 commenti su “CARO FRANCO, TU CONFONDI L’AMERICA COL PROGRESSISMO (di Davide Cavaliere)

  1. A me risulta che per entrare negli Stati Uniti si debba essere vaccinati, altrimenti non ti fanno nemmeno salire sull’aereo.
    https://ambwashingtondc.esteri.it/ambasciata_washington/it/sala-stampa/dall_ambasciata/2021/10/aggiornamento-ingresso-negli-stati.html
    Qualcuno può confermare?
    Poi se tu vuoi continuare a vedere l’America come la patria delle libertà, fai pure, ma credo che la tua idea di ‘America’ sia rimasta ferma agli anni 80-90.
    Dal 2001 gli Stati Uniti sono tutto tranne che una terra di libertà, e naturalmente si sono portati appresso anche l’Europa.

  2. Ciao Davide, hai ragione la libertà è fondamentale e molta gente, tra cui io stesso, in questi anni ha potuto provare cosa vuol dire perderla, farsela togliere da chi avrebbe dovuto garantirtela..(ma forse siamo noi stessi a dovercela garantire). Penso nessuno possa negare che in Russia ci sia meno libertà che da noi e penso che nessuno voglia davvero inneggiare ad un modello Russia.. La Russia non è forte come si vuole far credere e si è vista la Nato arrivare sino ai confini come avrebbe dovuto reagire secondo te? sei sicuro che Putin avesse veramente una scelta? avrebbe dovuto lasciare che la sua Patria vivesse con un coltello puntato sulla gola nel futuro? perchè avere la Nato in Ucraina sarebbe significato questo. Io non tifo per nessuno e non credo Putin sia una brava persona, ma certamente è un patriota che cerca di fare il meglio per la sua nazione, penso sia questa cosa , la stima che le persone vedono in lui (cosa che non è presente nella nostra classe politica). La Nato è uno strumento degli USA, fa gli interessi USA e sacrificherebbe qualunque popolo per il loro(come hanno sempre fatto e sempre faranno finchè avranno forza), io credo che la Russia abbia fatto esattamente ciò che gli USA volevano. Hanno Sacrificato il pedone Ucraina per sbilanciare la Russia. Qui non si tratta di Ideologie , non è Democrazia contro Totalitarismo, non lasciamoci incantare ancora dalle ideologie. Qui si tratta di puro pragmatismo per ottenere un vantaggio tattico sul terreno . Io fossi in te non mi preoccuperei tanto di qualcuno inneggia a Putin, se lo fa non è perchè vorrebbe vivere in russia è solo una forma di protesta contro l’ordine costituito, lo stesso ordine da cui è stato represso per anni. Fossi in te mi preoccuperei di più delle derive totalitarie e oligarchiche che le vecchie democrazie stanno raggiungendo(e questo non perchè qualcuno inneggia a Putin). C’è un grande bisogno di idee alternative di libertà di non sentirsi schiacciati da queste nuove Democrazie Totalitarie e dal pensiero unico che ci viene imposto, se qualcuno arriva a inneggiare Putin è per la sconfitta della nostra democrazia e del nostro plurarismo, è perchè non si trovano alternative vere localmente e di non avere una classe politica che fa davvero gli interessi del nostro Popolo. Questo è la vera cosa di cui dovremmo preoccuparci.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *