Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

AL DIAVOLO LE STELLE E LA LUNA – LA NUOVA RACCOLTA ANTI-POETICA DI ANDREA ITALIANO (di Matteo Fais)

Attenzione, questa recensione non è una marchetta. Non si tratta di pompini tra amici che scrivono libri e si scambiano complimenti tra loro, ognuno nel suo spazio social o, peggio ancora, dal proprio feudo giornalistico.

Eppure, sì, non posso negarlo, conosco Andrea Italiano di persona. Ho dormito a casa sua, mangiato alla sua tavola. Anche lui, come me, isolano e isolato, ma sull’altra disgraziata bagnarola del Mediterraneo, la Sicilia.

CONTRIBUISCI ANCHE TU A SUPPORTARE IL NOSTRO GIORNALE
Caro amico lettore, come potrai immaginare, dietro questo blog ci sono diverse persone che collaborano agli articoli che tu quotidianamente leggi. Se desideri supportare la nostra attività, ti saremmo grati se volessi dare il tuo sostegno all’Iban IT53E3608105138290082390113. L’intestatario è Matteo Fais. Grazie di cuore, La Redazione.  

Andrea vive in un paesino che ricordo come decisamente grigio e triste, Barcellona Pozzo di Gotto. Lavora in un magazzino fetente, dove si smerciano prosciutti e altri articoli da ristorante e market. È laureato, ma non ha certo paura di sporcarsi le mani e – questa è la cosa più importante –, quando si siede a scrivere, lo fa con le dita ancora sudice, la nausea della fatica e negli occhi la pece che il giorno gli ha depositato sull’iride.

La coca, la sua ultima raccolta uscita per L’Arcolaio Edizioni, è esattamente ciò che la poesia dovrebbe essere nel nostro tempo, ma che i suoi massimi rappresentanti, cazzari borghesucci, non vi daranno mai. Niente stronzate, panorami mozzafiato, paesaggi di ineffabile purezza, uccellini del menga che col loro canto pervadono l’atmosfera di placida armonia.

L’ultima raccolta poetica di Andrea Italiano, La coca, L’Arcolaio Edizioni.

Italiano è un poeta metropolitano, un Simone Cattaneo a Sud di nessun Nord, il versificatore di una globalizzazione in cui il mondo è collassato su sé stesso. Per lui, come per tutti noi, la natura è morta in questa società tecnologica che, per dirla con il terrorista Theodore Kaczynski, “è stata un disastro per la razza umana”. La fine di essa è ben rappresentata dal gatto spappolato sull’asfalto che sta “sulla strada non raccolto da nessuno/ e le macchine a passarci sopra/ ne hanno sparpagliato la carne/ alla fine è rimasto pellame trasparente/ sfrigolante come alluminio sotto il peso delle gomme”. Altro che queste mezze seghe che vivono soffocando tra le polveri sottili di Milano e, nelle loro rime, sembrano tutti residenti in una campagna incontaminata dell’800.

Andrea Italiano è uno dei pochissimi a mettere in rima il nostro mondo liquido di tragedia e solitudine, di rapporti umani ormai ridotti a sovrumana e siderale distanza. Ci sono le buttane, come le chiama lui, che a notte scendono in strada e hanno “già la fica di fuori”, ma “quando ci passi accanto/ ti guardano con gli occhi dello schifo/ ti odiano come odia un sopravvissuto,/ per questo gridano perché io sì e tu no”. 

C’è la fatica e la merda che è il mondo del lavoro – altro che nobilitare l’uomo: “Il padrone ha deciso così/ il giorno di Natale/ resteremo chiusi/ (cartello giallo sulla porta affisso da me)./ Uso ancora la parola padrone/ per dire datore di lavoro proprietà/ o nella declinazione locale il principale,/ parola da museo come cuore o poeta/ eppure la uso ancora due o tre volte al giorno/ questa parola me la giro in bocca come fosse caramella/ e poi la sputo con soddisfazione”.

Non troverete menzogne consolatorie o sdolcinatezze leziose in questi versi. Probabilmente, lui non vorrebbe neppure essere chiamato poeta, perché “quelli che fanno letteratura si sopravvalutano/ e solo i raccomandati qualcuno se li ricorda dopo morti”, mentre la vita è prosastica, come passare “il resto della serata a guardare facebook/ e instagram dove mi ritrovo solo culi di estetiste troie/ commesse povere che fanno le dive del cinema/ ma abitano case popolari”.

ACQUISTA il nuovo romanzo di Matteo Fais, Le regole dell’estinzione, Castelvecchi.
AMAZON: https://www.amazon.it/regole-dellestinzione-Matteo-Fais/dp/8832828979/
IBS: https://www.ibs.it/regole-dell-estinzione-libro-matteo-fais/e/9788832828979

No, nella lirica di Andrea il solo spazio concesso è alla verità, alla cronaca che diviene verso strozzato in gola, quotidiano annichilimento, morte sociale e spirituale, da cui i poeti laureati si tengono a debita distanza,  (“Un poveraccio di 38 anni è morto/ pare che avesse guidato 16 ore di fila/ il giorno prima 16 pure/ e così senza riposo da una vita/ gli dicevano che si sarebbe riposato da vecchio./ S’è ribaltato per colpa loro,/ il vento non c’entra nulla”).

La coca è un piccolo breviario del caos da portarsi sempre dietro in tangenziale, per recitare versi di dolore alle puttane nigeriane, o da usare sul posto di lavoro, di taglio, per spaccare la testa al titolare assetato del vostro sangue.

Matteo Fais

Canale Telegram di Matteo Fais: https://t.me/matteofais

Chat WhatsApp di Matteo Fais: +393453199734

L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.


Un commento su “AL DIAVOLO LE STELLE E LA LUNA – LA NUOVA RACCOLTA ANTI-POETICA DI ANDREA ITALIANO (di Matteo Fais)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *