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COM’È CHE SCIENZA E VERITÀ VARIANO DI PAESE IN PAESE? – IL CASO DELL’AULIN (di Matteo Fais)

La scienza non è democratica? Ok, ma, allora, mi domando perché vari di Paese in Paese, a seconda della latitudine e della longitudine. Prendiamo il caso del nimesulide, volgarmente l’Aulin.

Io, per carità, non sono uno scienziato, quindi prendete quanto scrivo col beneficio del dubbio, ma mi risulta che il farmaco in questione, sulla cui diffusione persino l’Italia ha posto delle restrizioni, sia proibito in diversi Paesi, a causa della sua tossicità. Stando a quel che dice Wikipedia – ma la notizia è confermata da altre fonti, basta googlare per scoprirlo – Spagna, Irlanda e Finlandia l’avrebbero fatto ritirare dal commercio già diversi anni fa.

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Naturalmente, io non sono in grado di sapere se le varie agenzie nazionali del farmaco abbiano preso una saggia decisione. Da profano, mi limito a constatare che la millantata coerenza di vedute all’interno della comunità scientifica non esiste. Delle due l’una: o la scienza è democratica, oppure in quei tre Paesi gli scienziati possiedono un altro sapere che a noi non è dato di contemplare.

Vengo inoltre a conoscenza, sempre da Wikipedia – ma anche in questo caso vari articoli sembrano confermare la cosa –, che, per esempio in Italia, dove il farmaco è ancora sul mercato, nel 2008, sarebbe stata aperta un’inchiesta per presunte mazzette volte a non far approfondire la questione dei suoi effetti avversi. Non sono riuscito a scoprire come si sia concluso il processo, cercando in rete, ma, insomma, sappiamo tutti bene che un processo è un processo: in teoria si cerca la verità, poi da lì a trovarla o volerla trovare ce ne passa.

Cosa vorrei sostenere con tutto ciò? Certamente, niente di definitivo, non avendone i mezzi. Al contempo, però, come per l’attuale vaccino in circolazione, non posso che farmi venire dei dubbi sulla serietà degli Scienza, alla quale molti oramai si affidano con lo stesso spirito con cui la vecchia di campagna porta i suoi voti al Santo del luogo.

Sarà pur vero, come sostengono alcuni, che in democrazia e più che mai in una società complessa, basata sulla divisione e la specializzazione del lavoro, bisogna fidarsi dei competenti… Io, personalmente, sono più convinto che ci si debba idealmente fidare della competenza, ma avere dubbi su qualsiasi competente. Non fosse altro perché questi, come tutti noi, sono uomini e, se l’osservazione del carnevale umano non inganna, da sempre vi sono corrotti e corruttori, bastardi senza gloria che per quattro soldi venderebbero anche la madre.

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Ovviamente, dalla semplice speculazione che possano esistere dei corruttori non si evince che poi, in un determinato contesto, questi abbiano agito. Ma, seriamente, pensare che le multinazionali del farmaco, pur essendo in mano a degli uomini che muovono milioni, siano il regno della santità in terra mi fa quantomeno sorridere.

Poi, ognuno si fidi di chi preferisce, anche se pieno di denunce passate in giudicato, come le case farmaceutiche, e magari creda che l’effetto dell’Aulin si modifica a seconda del microclima, proprio come avviene per il vino. Sarà pure un ragionamento da uomo della strada il mio, ma meglio uomo della strada che pirla.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

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