Il Detonatore

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L’EDITORIALE – VACCINISTI E ANTIVACCINISTI: ECCO I FRUTTI DI UN DIBATTITO NON DEMOCRATICO (di Matteo Fais)

Che il clima sia incandescente è palese. Non si fanno concessioni e chi capita nella spirale dell’uno o dell’altro diviene vittima di una shitstorm (tempesta di merda).

Purtroppo, in Italia, da tempo ci siamo dimenticati di cosa sia il libero dibattito democratico, grazie a una classe politica e soprattutto a una Sinistra fuori controllo. Sulle pagine di Lucarelli e Scanzi, infatti, non imperversa il dibattito, ma si dà libero sfogo alla follia di ognuno. Chi vorrebbe “fucilare” i no vax, chi “chiuderebbe in galera” quelli che rifiutano la mascherina. Dall’altra parte, persone comuni, gente per bene, ma convinta della necessità del vaccino, finiscono nel tritacarne di quelli contrari, se per caso vengono notati da uno di loro.

Questo, spiace dirlo, ma è il risultato della chiusura al libero dibattito democratico venuta a crearsi nello Stivale. C’è tanta gente, tra cui il sottoscritto, che non è mai stata terrapiattista, convinta dell’esistenza dei rettiliani, o dubbiosa rispetto alle grandi conquiste della scienza che, oggi, vedendo l’atteggiamento impositivo e violento dei vaccinisti, comincia a covare dei sospetti.

Chi è cresciuto nello spirito del libero scontro dialettico non può che inorridire nel constatare la violenza di certe campagne, la chiusura mentale dei sostenitori delle diverse fazioni.

Il problema, come al solito, è che, aristotelicamente parlando, la verità sta nel mezzo e nessuno lo vuole ammettere – o meglio, molti fanno finta di non capire. Palesemente, i vaccini, in passato, hanno fatto un gran bene e hanno salvato vite umane. È altresì chiaro che, dietro quest’ultimo siero anti-covid, troppe cose non quadrano. Poca sperimentazione – sei mesi per un vaccino? Ma è possibile? –; l’inutilità generale dei vaccini antinfluenzali; il fatto che comunque lo stesso sito del Governo parli della necessità di continuare a indossare la mascherina e osservare il distanziamento sociale, anche dopo esserselo fatto inoculare – per capirci, se mi vaccino contro la polio, anche se entro in contatto con un positivo, non la contraggo, mentre nel caso del covid pare che le cose non stiano in questi termini.

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A ogni modo, non essendo un medico, non voglio arrischiarmi a dire niente o a prendere una posizione – anche se mi dessero la formula precisa di ciò che è contenuto nella siringa, io non la saprei analizzare per manifesta incompetenza in merito. Mi limito unicamente a considerare che le posizioni dei no vax – ammesso che esistano realmente e non siano solo una delle tante categorie immaginarie della Sinistra, come i “fascisti” – potrebbero ben essere smentite una volta per tutte in un libero e aperto dibattito televisivo, visto che ne abbiamo tanti e del tutto inutili. Se questi sono così pieni di stronzate come si dice, non capisco perché un loro rappresentante, magari un medico, non venga semplicemente invitato in qualche programma e smontato tesi per tesi. Se anche io ho dei dubbi, è proprio perché nessuno vuole fare la cosa più ovvia, ovvero rivelare l’inconsistenza – o presunta tale– di certe posizioni. E non mi si dicano cazzate tipo che portando un no vax in televisione si riconoscerebbe a costoro una credibilità che non hanno. In una democrazia sana, chiunque ha il diritto di avanzare una sua tesi, fatto salvo l’onere di vedersela demolire dagli oppositori. Se ci pensate, è tutto molto semplice e lineare. Se dico una stronzata, mi si zittisce con la forza della logica e non ovviamente con insulti e contumelie. 

Chiaramente, se vedo che tale auspicabile e per niente costosa pratica viene preclusa in partenza, io mi insospettisco e mi nascono dei dubbi. Se andassi a comprare una casa e all’agente immobiliare dicessi di voler portare l’ingegnere X, non essendo io in grado di valutare autonomamente un immobile, vedendo che questo si scalda e grida all’inutilità di una valutazione terza, perserei immediatamente che sia lui a volermela mettere nel culo. 

Davvero, troppe cose non quadrano in merito a questo vaccino e io, se non sono contro la scienza, non sono neppure tendente a una fede acritica. Anche perché, in senso lato, non è vero che la scienza non è democratica. La verità, questa specie di entità iperuranica, non è democratica. La scienza, come ogni attività umana, è portata avanti da persone ed è quindi soggetta a tutte le loro bassezze e malefatte. Uno scienziato può essere corrotto, manipolato, finire vittima di ricatto. Nessuno opera in uno spazio asettico e per il puro gusto di perseguire la verità. Uno scienziato è un lavoratore e, come tale, riceve uno stipendio, ma non è mica detto che riesci di perderlo per difendere una giusta causa. 

Dunque, ben venga tutta la scienza possibile, purché non mi si chieda di accettare misteri della fede e non domandare oltre. Da cittadino di questa Repubblica e dell’Unione Europea, io voglio essere libero di sentire le diverse posizioni dibattere tra loro e farmi un’idea. È forse estremismo il mio?

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Da ottobre, è nelle librerie il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

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