Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

L’EDITORIALE – PANDEMIA: SIAMO CONDIZIONATI O NO? DUE OPINIONI CONTRASTANTI (di Davide Cavaliere e Matteo Fais)

SONO TUTTI VITTIME DEL CONDIZIONAMENTO MEDIATICO (di Davide Cavaliere)

I numeri della presunta “pandemia” – nonostante siano gonfiati – sono ridicoli. Non stiamo vivendo alcuna “emergenza sanitaria”. Quest’ultima, infatti, è fabbrica artatamente dai mass media. Se, improvvisamente, si smettesse di sproloquiare intorno a virus e vaccini, nessuno si accorgerebbe di essere immerso in una realtà pandemica. Dopotutto, si è mai visto un bacillo letale che dev’essere cercato con il lanternino, ossia il tampone?

Il COVID-19 è un creazione mediatica e politica. Non ha alcuna consistenza reale, oltre quella dello schermo. Basta fare leva sul sentimentalismo, sul timore irrazionale della malattia, producendo ansia e incertezza, per convincere gli individui di ciò che non esiste: la pandemia.

I totalitarismi si sono fondati su un uso sapiente della propaganda. L’attuale dispotismo igienista delle chiusure forzate ha anch’esso il suo apparato propagandistico, si chiama “informazione”. La popolazione è stata ipnotizzata dai teleschermi che, senza sosta, hanno trasmesso dati, numeri, opinioni, servizi, discorsi correlati al Coronavirus.

Milioni di italiani sono stati condizionati dalla narrativa terroristica sulla “crisi sanitaria”, indotti a fare proprio il racconto emotivo dei telegiornali e a credere, nel modo più cieco e fideistico, di star vivendo un’epidemia.

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La fiaba virologica somministrata durante i pasti, come un farmaco, da un anno a questa parte, ha spinto un’intera nazione a suicidarsi a colpi di “lockdown” per paura di una virus ridicolo. L’editorialista francese de “Le Figaro”, Renaud Girard, in un articolo intitolato Le confinement remède pire que la mal?, ha scritto: “I sociologi dovranno analizzare attentamente il ruolo svolto dai media nel far sorgere una psicosi mondiale di fronte a una malattia poco letale“.

Di fronte alla paura della malattia, ovvero della morte, alimentata in modo criminale dai mass media, milioni di italiani hanno accettato, con ridicolo piglio militaresco, misure illiberali e autoritarie. A dicembre, il Censis certificava ufficialmente lo stato di decomposizione dell’Italia: “Gli italiani sono disposti a cedere libertà in cambio di salute”.

La credenza nella pandemia è un fatto psicotico. Un cedimento davanti alle menzogne confezionate dai media. Quelli che, oggi, si oppongono al terrorismo pandemico sono gli unici rimasti sani.

Davide Cavaliere 

L’AUTORE

DAVIDE CAVALIERE è nato a Cuneo, nel 1995. Si è laureato all’Università di Torino. Scrive per le testate online “Caratteri Liberi” e “Corriere Israelitico”. Alcuni suoi interventi sono apparsi anche su “L’Informale” e “Italia-Israele Today”. È fondatore, con Matteo Fais, del giornale online “Il Detonatore”. 

NON ESISTONO CONDIZIONAMENTI, SOLO PERSONE CHE SCELGONO DI LASCIARSI CONDIZIONARE (di Matteo Fais)

Se c’è una cosa che mi prende alle palle è il discorso sul condizionamento sociale. È un comodissimo alibi per pararsi sempre il culo e non assumersi mai una responsabilità che una – oltre che un modo per non guardare in faccia la realtà.

Il lockdown, le zone rosse, bianche, gialle e arancioni, quest’idea dei vaccini obbligatori, ci sono perché noi li tolleriamo. Anzi, la gente li vuole. Direte voi: ciò avviene perché la propaganda ha messo in testa… Balle! Colossali balle! Premesso che non viviamo agli inizi del ’900, con dieci giornali e tutti allineati, ma siamo circondati da fonti di informazione, malgrado la censura – e gli stessi lettori, a mezzo dei commenti, possono creare dei contenuti a loro volta. Accettare la narrazione ufficiale, senza porsi domande in merito, è da cretini.

Chi non è mai posseduto da un dubbio rispetto a quanto gli viene spacciato come oro colato fa una scelta e, con essa, dimostra tutto sommato di accettare e fare sua la situazione vigente. Sarà per pigrizia, o economia intellettuale, ma la colpa è sua.

Esempio: se, dopo un anno passato tra chiusure e timide riaperture – sempre per modo di dire –, non vi è ancora venuto il sospetto che tutto sto carosello di apri e chiudi non serva a niente, o ci guadagnate a stare al gioco o siete scemi completi.

Ancora: se pensate davvero che, in una strada semideserta, una mascherina indossata magari da sei giorni sia necessaria per proteggervi, non si sa bene da cosa e come, non è colpa della propaganda, ma della vostra scarsa capacità al ragionamento. Di più: se ritenete utopisticamente che un Paese in cui si fa fatica a farsi visitare prima di sei mesi, per un qualsiasi problema di salute, possa vaccinare tutti gli italiani ogni anno contro un virus influenzale – senza considerare i costi –, un terrapiattista è chiaramente più ancorato alla realtà di voi.

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La verità è che decidendo di non documentarvi oltre e di prendere per buone tutte queste assurdità, voi fate consapevolmente il gioco di chi vi tiene rinchiusi. Anche la stupidità, soprattutto di quelli che poi vanno in giro per dire che c’è troppa gente in giro, o ad ammonire chi circola con la mascherina abbassata, è una colpa. Poi, certo, in una società complessa, ognuno di noi deve in una certa misura fidarsi del sapere altrui. Però, se il medico mi dice che, per salvarmi dal tumore, devo buttarmi dall’ultimo piano del palazzo e io lo faccio, lui sarà anche un delinquente, ma la mia ingenuità non ha scusanti.

Anche chi parla di dittatura sanitaria, e incolpa il regime del terrorismo mediatico, sbaglia di grosso la sua valutazione. La responsabilità non è di chi cerca di imporre il suo pensiero, ma di chi se lo fa imporre con ottusa idiozia. “Non esistono condizionamenti”, avrebbe detto Sartre, “solo persone che si fanno condizionare”. Chiaramente, poi, io posso scegliere di rispettare, almeno superficialmente, delle norme insensate, pur di condurre oltre la mia battaglia. Ma guadateli, volgete lo sguardo intorno a voi: vedete gente che oramai non consideri la mascherina come un qualcosa di normalissimo, se non addirittura come un bel capo di abbigliamento? Io soffoco e bestemmio ogni volta che sono costretto a indossarla, loro lo fanno con piacere – quando non cercano di imporre la loro psicosi agli altri. Andate a leggere, poi, se proprio volete farvi del male, quanta gente ha dato ragione al delatore Alessandro Gassman, dopo aver denunciato una festa abusiva nel suo condominio.

Un popolo, qualunque popolo, può rovesciare qualsivoglia condizione di soggiogamento in meno di mezz’ora. Basta volerlo. Ecco, gli italiani non lo vogliono.

Matteo Fais

Canale Telegram di Matteo Fais: https://t.me/matteofais

Chat WhatsApp di Matteo Fais: +393453199734

L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Da ottobre, è nelle librerie il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

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