Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

WANDA NARA CONTRO LA LITTIZZETTO, DELLA SERIE NON ABBIAMO UN CA**O DA FARE (di Franco Marino)

I ricordi dell’infanzia che fu. Da bambini, il top delle offese è quella di vedersi insultate le mamme. Ne sa qualcosa quel mio compagno delle elementari che osò dirmi “Tua mamma è una puttana” e si ritrovò un calcio in pieno stomaco (se quelli di “io professione mitomane” hanno obiezioni e dubbi, in privato gli do tutti i riferimenti del caso).
Da adolescenti, in pieno furore iconoclastico, la cosa viene un po’ sdrammatizzata e smaialarsi le mamme è già qualcosa di goliardico. Non si contavano, durante le feste, i “Jingle bells, jingle bells, ‘a mamm e Mirabell” oppure sulle note di Bohemian Rhapsody “Oh mamma mia, mamma mia, ‘a mamma e a sora ‘e Pisapia”. Con i malcapitati che ridevano. E ancora con i miei vecchi compagni di classe ridiamo di una gaffe celebre di mia madre che durante un pranzo tra compagni liceali se ne uscì con un memorabile gaffe “So fare molto bene la puttanesca”. Offesa sessista? No. Assist a porta vuota? Sì. Infatti mia madre, donna di spirito, ci rideva.
Da adulto quale sono, quando qualcuno non riesce a prevalere dialetticamente su di me e offende mia madre, rispondo ironicamente ricordando all’offensore che è difficile che svolga la professione, dato che tra poco sono dieci anni che è sotto terra.
Le persone normali, da intendersi tra coloro che hanno superato l’età della quinta elementare, non si sognerebbero mai di querelarsi per una battuta goliardica.
Scopro invece che Wanda Nara ha querelato Luciana Littizzetto. Oggetto della querela una battuta giudicata sessista, in un delirio al mascara che, con i tribunali che già non fanno un cazzo, con la scusa del Covid, vedrà la popolare comica rispondere di questa battuta, commentando una foto in cui la moglie di Mauro Icardi si mostrava nuda sul dorso di un cavallo. “Quando si dice cavalcare a pelo. Chissà dove è finito il pomello della sella, lei si arpiona così. Ha la Jolanda prensile”.



Ora, io la comicità della Littizzetto più che non apprezzarla, non l’ho mai capita. La Littizzetto sta alla comicità come Franco Marino sta alla magrezza. Il suo humour ricorda quelle barzellette di Valentina Persia – per chi se la ricorda, una famosa barzellettiera de La sai L’ultima – che facevano ridere mentre le raccontava ma quando arrivava la battuta finale ti chiedevi “Ah! E questo è tutto?”. Ma ogni volta ci ricascavi perchè mentre le raccontava, erano tante le risate che ti facevi che ti aspettavi di morire librandoti nell’aere come il decrepito Dawes di Mary Poppins quando George Banks gli raccontava la barzelletta della gamba di legno di nome Smith e di come si chiama l’altra gamba. Un pallone gonfio gonfio, aprendo il quale usciva solo aria.
Non è però un buon motivo per trovare querelabile una battuta che più che offendere Wanda Nara, non offende nessuno. Ma non perchè la Littizzetto non volesse offenderla, ma perchè è una battuta non significa un cazzo.
Cioè se un giorno qualcuno scrive che mi hanno sorpreso mentre giocavo ad acchiappafrecce mentre compilavo il 740 di uno scimpanzè, non avrebbe senso querelarlo perchè più che altro nessuno capirebbe cosa io stessi davvero facendo.

Il punto è un altro. Un tempo quando qualcuno credeva di aver subito un’offesa brutale, non si scomodavano i tribunali per una puttanata del genere. Si aspettava il malcapitato sotto casa e gli si diceva “uagliò, tieni cocc problema?” (per i non partenopei “giovane, c’è qualcosa che non va?”) e se il malcapitato confermava l’offesa, erano botte. Ma fino ad un certo punto, poi la mamma chiamava “Francescoooooo!! E’ pronto pane e Nutella!” e insomma anche se tua mamma fosse stata una puttana, avrebbe riscattato il suo onore con una bella merenda.
Oggi invece tutti querelano tutti quando forse la migliore cosa sarebbe ignorare. Che senso ha prendersela per uno sfottò? Soprattutto, non è che la vittima qualche volta ispiri certe battute? Insomma se una Wanda Nara si fa fotografare nuda mentre fa la cavallerizza, in una chiara allusione sessuale, è tanto strano dire – chiedo all’interessata e la supplico di non querelarmi che sto messo male di questi tempi – che costei la battuta un po’ se l’è cercata? Dico io, ma con tutti i cazzi di guai che tenimm ‘ncapa, ma vi pare mai il momento di finire in tribunale pe na strunzata del genere?
Non esiste più il reato di “lite temeraria”? Con i tempi che corrono, vi pare il caso di litigare per queste cazzate?
Ma soprattutto, che cazzo c’entra il sessismo?

FRANCO MARINO

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