Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

L’EDITORIALE – UN’ALTRA FAMIGLIA UCCISA DAL PROGRESSISMO (di Matteo Fais)

“Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo”, dice Tolstoj in Anna Karenina, ma questo era vero solo ai suoi tempi. Oggi, tutte le famiglie infelici si assomigliano.

Che la famiglia sia una struttura fragile e perennemente vacillante è poco ma sicuro. Sempre ci sono stati e sempre ci saranno nuclei costituiti da un uomo e una donna – degli altri non voglio neppure parlare – incapaci di restare in piedi. Il problema è che prima erano un’eccezione, oggi sono la regola. Per questa tragica situazione, che tanti squilibri e tormenti crea nei poveri bambini che vi si trovano coinvolti, non dobbiamo ringraziare se non la Sinistra.

Questa è passata da partito della famiglia tradizionale, nel primo dopoguerra, a visione del mondo volta a decostruire e successivamente annientare la cellula fondamentale della società. Il progressismo, per farsi largo, aveva una sola via: atomizzare la comunità, i legami forti, il senso d’unione e fratellanza, tramutare la legge del sangue in una barzelletta patetica. Ce l’ha fatta.

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La Sinistra ha una invidiabile abilità, quella di sobillare. È una serpe che ti sussurra nell’orecchio. Vende sogni inconsistenti, spacciandoli per grandi possibilità. È quella che ti fa credere di essere moderno se viaggi per l’Europa con voli low cost, ma non ti racconta che nell’ottanta percento dei casi finisci unicamente a fare il cameriere a Londra. È quella che approva il DDL Zan-Scalfarotto contro le discriminazioni in nome dei diritti civili, ma poi ti chiude le terapie intensive di un numero imprecisato di ospedali e ti dice che non si riesce a far fronte all’emergenza covid per colpa tua che esci a farti un aperitivo dopo le 18. La Sinistra è la responsabile della decadenza dell’Occidente, quella che ha rimosso le sue fondamenta e grazie a cui, oggi, ci ritroviamo sospesi sopra un baratro cupo e spaventoso.

Prendete questa famiglia di Carignano di cui la cronaca ci ha parlato proprio in questi giorni. Un uomo, una donna, due figli, un cane, forse anche un fottuto pesce rosso in una boccia. Una famiglia come tante, come quelle dei miei nonni, come quella che sognava mio padre: una famiglia italiana. Questa struttura è durata su per giù dalla notte dei tempi. In un Paese che ha tante pecche, era l’unico aspetto sano.

Senza voler giustificare il gesto dell’uomo, è comunque facile calarsi nei suoi panni e immaginare di ritrovarsi nella condizione in cui tutto il mondo ti sta franando addosso. Ciò per cui hai lavorato una vita viene meno. Tua moglie ti vuole lasciare per un altro, per inseguire chissà quale “grande sogno d’amore”. Presumibilmente non conviverai più con i tuoi figli, che potrai vedere solo certi giorni – quelli stabiliti da un giudice –, mentre questi cresceranno con l’amante della tua ex. In tutto ciò, per di più, ti vedrai pure sottrarre mezzo stipendio per il mantenimento e finirai a condurre un’esistenza del cazzo, da solo, in qualche camera a pensione. Sfido io che uno possa uscire di testa.

La Sinistra ha lottato in ogni modo per trasformare una simile stortura in uno schema mentale accettato dai più. Sfortunatamente per loro, non tutti si adeguano facilmente. Alcuni, pur senza riuscire a strutturare una critica razionale a tutto questo, si abbandonano alla rabbia, oppongono a tale follia la loro.  Il problema è che sul lungo termine sarà la visione di quella parte politica a prevalere.

A mezzo di film, serie televisive, canzonette e programmi di propaganda antisociale, i sinistri hanno instillato in ognuno di noi l’idea di un’esistenza che palesemente non poteva essere nostra – come la chiama mio padre, “all’americana”. Il troiaio di Sex and the City, l’indagine svilente della tranquilla famiglia da zona residenziale di Desperate Housewives, e tante altre stronzate simili sono state gli strumenti di una lenta e logorante guerra di posizione contro i pilastri del nostro mondo. La Sinistra internazionale – perché questo è: internazionale e non internazionalista – ha da sempre avuto un unico progetto: demolire l’universo entro cui siamo nati per creare un nuovo tipo umano fluido, senza genere, privo di legami, mosso da stupide passioni mutuate dalla sceneggiatura di cretinerie televisive come Beautiful. Quanto successo a Carignano ne è la diretta conseguenza e il sangue di quei bambini macchierà in eterno le loro coscienze. Possano essere maledetti nei secoli.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Da ottobre, è nelle librerie il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

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