Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

L’EDITORIALE – IL TOTALITARISMO DIGITALE – (di Davide Cavaliere)

In Unione Sovietica esisteva l’Arcipelago Gulag. Un titanico complesso concentrazionario, la cui funzione era quella di punire, controllare, censurare i dissidenti. Nella presente società democratica esiste l’Arcipelago Facebook, che svolge il medesimo compito. Il sistema di Facebook è composto da una serie di apparati tecnocratici, meno violenti di quelli sovietici, ma animati dallo stesso obiettivo: disciplinare le masse. Rispetto alle brutali burocrazie socialiste, l’azienda di Mark Zuckerberg è più insidiosa, perché più sottile e surrettizia. I provvedimenti censori di Facebook sono anonimi, inappellabili, silenziosi e possono essere facilmente negati. Far scomparire abitanti dell’Unione Sovietica poteva essere difficile e sanguinoso, le cancellazioni delle identità digitali sono molto più facili e non lasciano tracce

Perché questo accanimento contro quanti esprimono opinioni non progressiste? Semplice: Facebook, Twitter, Instagram, Google sono un’immensa corporazione economica e politica, che mira a monopolizzare l’attenzione e la mente degli individui su scala globale. Il socialismo reale voleva creare uno stato socialista mondiale, le aziende digitali stanno facendo qualcosa di simile, lavorano per formare uno spazio virtuale planetario dove siano presenti solo le idee di “uguaglianza”, “giustizia sociale” e “progresso”, cioè il nuovo socialismo “dal volto gentile”. L’obiettivo è fabbricare un “popolo digitale” transnazionale formattato alle idee della nuova Sinistra

Il leninismo-maoismo sui social media si esprime anche attraverso azioni di squadrismo digitale. Esistono gruppi di feroci Guardie Rosse virtuali, che sciamano addosso ai profili dei dissidenti per segnalarli, insultarli e minacciarli. Il dominio digitale si presta al collettivismo e allo squadrismo, poiché agglomera le persone in comunità informatiche che rafforzano l’ideologia e il senso di appartenenza

Le grandi aziende dell’economia digitale, Facebook e Google in testa, lasciano mano libera ai montatori di simulacri di realtà, di narrazioni fasulle, purché promuovano l’ideologia progressista. In poche parole: foraggiano la propaganda politica. Favoriscono quei siti web e quelle pagine che plasmano una narrazione disancorata dai fatti e asservita a scopi politici ed elettorali.

Il totalitarismo rosso è nuovamente alle porte.

Davide Cavaliere 

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