Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

IL CONTE MASTROTA (di Franco Marino)

Quando un giovane mi scrive in privato chiedendomi consigli, pareri, lo ammetto è una gran figata per l’autostima, specie per uno che ha un terrore assoluto dell’invecchiamento e specie perchè conosco, avendola praticata a mia volta, l’iconoclastia dei cosiddetti teenager.
Così quando un diciottenne mi ha scritto in privato linkandomi il video di Conte, una roba invereconda che mi ha fatto riabilitare Mastrota, che d’altronde fa il suo onesto mestiere, mi ha chiesto “Questi sono i presidenti che meritiamo?”.
Non sono un nostalgico. Non sono uno di quelli che pensano che i tempi antichi siano i migliori e resterò convinto, anche il giorno in cui per disgrazia divenissi infermo per le ingiurie dell’età, che i miei anni da teenager, cioè dal 1994 al 2000, siano stati sul piano culturale un autentico schifo sotto tutti i punti di vista, il momento in cui stavamo scavando la fossa nella quale saremmo caduti dentro e dove del resto siamo oggi.
E uno dei miei motti, che riferisco sempre malvolentieri perchè turpiloquo, è che la nostalgia è quel sentimento che ci fa credere che la merda dopo vent’anni diventi cioccolata e che cessa quando la riassaggi.
Ma la classe politica attuale giustifica tutti i più biechi esercizi di vieta retorica nostalgistica.
Ho fatto appena in tempo a vedere gli ultimi momenti d’oro di Craxi e Andreotti, di gente come Nilde Jotti. Con i fuochi pirotecnici di Berlusconi e l’involontaria comicità di Prodi, già si iniziò a vedere la commedia dell’arte in politica.
Ma dico, senza tirare fuori i giganti i cui nomi sono noti a tutti, ce lo vedete un Giovanni Goria, un Rumor, un Fanfani che illustrano i propri decreti parlando, come il più consumato dei televenditori, di estrazioni per i primi diecimila che mandano l’sms, manco fossero la buonanima di Mike Bongiorno che sponsorizza i prosciutti Rovagnati?
Cioè capitemi, se il problema fosse la nostalgia che spesso è l’incapacità di saper accettare il tempo che passa, porrei solipsisticamente fine alla mia indignazione e penserei che semplicemente sto assumendo le medesime pose di un nonno brontolone.
Ma qua mi scrivono i ragazzini! Che chiedono lumi ad un signore che manco conoscono dello schifo che vedono nelle aule istituzionali!
Che razza di paese è quello dove le istituzioni scandalizzano quei giovani da cui dipende il nostro futuro?
Cosa dovrò raccontare a mia figlia quando sarà più grande? Che Roberto da Crema è molto più onesto e genuino di un Presidente del Consiglio?
Ma che roba è? Ma che schifo è questo?
Ma basta!

FRANCO MARINO

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