Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

PERCHE’ CONTE E’ PERICOLOSO (di Franco Marino)

Si narra che all’indomani dell’omicidio di Umberto I da parte dell’anarchico Gaetano Bresci, Vittorio Emanuele III di fronte alle proposte da parte del governo di leggi speciali, avesse espresso un fermo diniego: “Si regna costituzionalmente”. Si dice che questo fosse dovuto al fatto che il neo-re non amasse il padre che del resto a sua volta non aveva mai fatto mistero di non gradire molto che il suo successore fosse il rachitico Sciaboletta dal basso dei suoi oggettivamente pochi 153 cm ma è comunque un segnale di come di fronte ad un’effettiva emergenza quale fosse un regicidio, prevalesse il rispetto delle istituzioni.
Da quando però Conte si è assunto l’onere di gestire a colpi di decreto l’emergenza covid-19, abbiamo assistito ad una serie di ripetute violazioni della Costituzione, di prassi e precedenti, che sono passate completamente in cavalleria.
L’incapacità degli italiani di capire la pericolosità della situazione nasce da una sostanziale sconoscenza della storia.
Basterebbe studiarla per sapere come le dittature non arrivano mai mostrando il proprio volto ma sempre sfruttando qualche emergenza. Ieri una devastante crisi finanziaria, oggi una pandemia. Insinuandosi tra le pieghe della paura, creano l’unanimismo di massa e, attraverso la mortificazione dello spirito critico, sabotano ogni dubbio nei confronti delle polizie create dal conformismo traendo la legittimazione, passo dopo passo, per togliere ogni libertà, ogni diritto, ogni conquista sociale.
Conte è, così, un fenomeno vecchio e al tempo stesso nuovo.
Vecchio perchè si presenta con i medesimi segnali, tra cui il fanatismo dei suoi sostenitori.
Oggi con i fan di Conte è impossibile confrontarsi, persino più di quanto accadesse con grillini e renziani. Sino al comico ma non per questo meno rischioso fenomeno delle “bimbe di Conte”.
E nuovo perchè il contismo, presentatosi come riformismo antisistema gentile, è perfetto, con la sua arroganza e protervia statolatrica trasudante, per contrapporsi ad un moderatismo di facciata.

Intendiamoci bene.
Conte è un signor nessuno preso dalle aule universitarie e calato in una dimensione nella quale probabilmente neanche lui si sarebbe mai aspettato di finire.
Fa sorridere chi azzarda paragoni col Ventennio fascista in quanto che il fascismo non fu una transitoria risposta autoritaria ad un disastro planetario ma il combinato disposto della crisi del ceto medio unita alle spinte del capitalismo mondiale che, di fronte all’avanzare del sovietismo, fu costretto a contrapporre in tutta Europa (non solo Germania e Italia) una serie di movimenti del tutto simili tra loro, aventi un unico scopo: fare incontrare le ragioni del capitale con quelle del proletariato, frattanto che i protettori dei nazionalsocialismi regolassero i propri conti con lo stalinismo per poi liquidarli a comunismo caduto.
Noi navighiamo verso quella costa a vele spiegate ma non siamo ancora arrivati. Manca ancora molto mare.
Conte è, dunque, pericoloso per la (non) democrazia italiana come lo è qualsiasi virus di ceppo differente rispetto a quelli più canonici. Troppo presi a preoccuparci del pericolo fascista, abbiamo dimenticato di sviluppare vaccini anche contro altri ceppi e oggi più che mai i riferimenti antifascisti della Costituzione sanno di vaccino non più efficace se non contro una precisa estetica di virus totalitaristico che, per varie ragioni, non si presenterà mai più in analoga guisa.
Ma a preoccuparmi è la profonda attualità di Montanelli “In Italia a fare la dittatura non è tanto il dittatore quanto la paura degli italiani e una certa smania di avere, perché è più comodo, un padrone da servire”.
Non è probabilmente il caso di Conte – che io ho sempre ritenuto una figura di transizione – ma mi fa riflettere un post capitatomi sott’occhio nel mare magnum dei social.


“Sta storia che Conte è un dittatore che limita i vostri diritti potete bellamente cacciarvela nel culo. Se vi resta un neurone vivo per dire qualcosa di utile, bene altrimenti potete anche andare a parlare coi bonobo seduti in fondo alla stanza che si lanciano merda tra di loro”.


Basterebbe studiare la storia per scoprire che tutte le dittature nascono sempre da un’emergenza per poi, attraverso l’autolegittimazione, consolidare e dunque affermare la propria natura.
Ma è il linguaggio da trivio rivolto a muso duro contro chiunque non si adegui all’unanimismo contista che preoccupa, il tentativo di convincere le masse che i propri diritti, primo tra i quali quello di parola, siano una scocciatura “Come ti permetti di contestare Conte? Non ti rendi conto che c’è in atto una pandemia?”.
Stiamo così dirigendoci verso un pericolosissimo totalitarismo in giacca e cravatta dai toni soft ma non per questo meno violento.
Perchè i totalitarismi iniziano SEMPRE così, convincendo i cittadini, frattanto divenuti sudditi, della superfluità dei propri diritti e dell’infallibilità del competente che prenderà in custodia il popolo, definendo irresponsabile ogni opposizione.
Il passo successivo sono i gulag, i campi di concentramento, le camere a gas, le sparizioni notturne in stile sudamericano, cioè nel buio e in silenzio, di chiunque non sia funzionale al regime.
Tutte cose di cui, va da sè, noi verremo a sapere solo quando arriverà un liberatore il cui interesse, rivolto a ben altri fini, sarà di liberarci non per il nostro bene ma solo per realizzare un passaggio di proprietà.

Noi italiani la storia non la impariamo mai.

FRANCO MARINO

Un commento su “PERCHE’ CONTE E’ PERICOLOSO (di Franco Marino)

  1. Questa mattina su LA7 mi sono imbattuto in un video emblematico,con l’amato Conte che passeggiava per Roma( con scorta)ostentando l’atteggiamento amicone con la gente,interagendo esageratamente con chiunque,anche con chi lo ignorava era lui a prendere l’iniziativa e sparare banalità fermandosi molto tempo con tutti,cercando di fare il simpatico. Il compitino assegnatogli da Casalino lo ha svolto con molta diligenza ed enfasi,e agli occhi ingenui della gente sarà piaciuto sicuramente. Mi aspetto prossimamente di vederlo trebbiare il grano,come Mussolini.

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