IL CASO DI SANGIULIANO CI FA CAPIRE CHE, PER L’UOMO MEDIAMENTE BRUTTO, NON SARÀ MAI GRATIS (di Matteo Fais)
Tutti quanti vorremmo essere dei playboy. Nella realtà, a pochissimi è accordata tanta grazia. Non è neppure questione di accumulare tacche sulla cintura. È che farebbe piacere essere apprezzati e desiderati dalle donne. Pazienza, bisogna fare i conti con la mancanza. È così da sempre. Non si tratta di una degenerazione del mondo contemporaneo .
Sta di fatto che non bisogna arrendersi. Ognuno fa quel che può per procacciarsi ciò di cui ha bisogno. Per esempio, cerca di assurgere ad un ruolo di potere o a una qualche visibilità in un determinato ambito. Sarà dura e, anche nella migliore delle ipotesi, non si otterranno neppure la metà dei risultati di un uomo che piace – poi, per carità, i colpi di culo, per quanto rari, esistono e, sovente, la vita può essere risolta solo da un fortunato tiro di dadi.
È proprio nella luce di questa difficoltà che chi è brutto, o mediamente tale, ma comunque ce la fa, deve sapere che chi va con lui non lo fa quasi mai in modo gratuito come avviene all’uomo avvenente. Che tu sia un attore porno che guadagna proprio perché incarna lo schifoso che si fa le belle fichette, lo scrittore divenuto famoso che ha uno stuolo di leccaculi alla ricerca della raccomandazione per il grande editore, o un ministro di Governo, devi avere ben presente che tante attenzioni nei tuoi confronti non sono mai disinteressate.
Il caso di Sangiuliano dimostra molto chiaramente tutto ciò e deve essere di monito per chiunque: si fa presto a sentirsi ciò che non si è, ovvero grandi conquistatori, novelli Rodolfo Valentino. Meglio lasciar perdere. Ognuno, nella vita, deve stare al suo posto e comprendere i propri limiti, senza farsi accecare dagli eventi fortuiti e apparentemente favorevoli.
Purtroppo i maschi sono i più soggetti a queste cadute, data l’atavica carenza di fica, esacerbata ancora di più dalla mancanza di case di tolleranza che, è proprio il caso di dirlo, servirebbero per garantire l’igiene sociale – un uomo che sa di poter rimediare una scopata per 50 euro è molto meno soggetto a cascare in situazioni relazionali pericolose o a cedere a ricatti dei più disparati tipi.
Per il resto, è abbastanza chiaro, bisogna pur vivere. In tanti sanno, in cuor loro, che la moglie che hanno al proprio fianco, la quale si è improvvisamente materializzata al loro cospetto a 38-39 anni, ovvero alla soglia dell’ultima mestruazione – e, in molti casi è incidentalmente rimasta incinta, quando credeva non fosse più possibile -, è lì perché lui ha un buon posto di lavoro e dei redditi che le garantiscono un certo tenore di vita. Se non lo sanno, è solo perché evitano di dirselo a voce alta. Spesso, si va avanti soprattutto prendendo in giro sé stessi.
L’importante è avere ben presente che, se non si è tra i pochi per cui le donne sacrificherebbero la vita, si è certamente tra coloro che verrebbero facilmente sacrificati da queste per la propria. In sintesi, cercate di evitare, andando per fottere, di tornare fottuti. Insomma, di fare la fine di Sangiuliano.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”) e, in radio, con la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana. Ha pubblicato L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima (Robin Edizioni). Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Il suo romanzo più recente è Le regole dell’estinzione (Castelvecchi). La sua ultima opera è una raccolta di poesie, L’alba è una stronza come te – Diario d’amore (Delta3 Edizioni).
E se consideri che, con la vecchiaia (ma spesso anche già con la mezza età…), tutti o quasi diventano brutti, puoi agevolmente tirare le somme del discorso.