Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

NON ABBIAMO BISOGNO DELL’EDUCAZIONE SESSUALE E AFFETTIVA A SCUOLA – LIBERATECI DALLO STATO (di Matteo Fais)

Lì dove entra lo Stato arriva il demonio della burocrazia con le sue formule ottuse e contorte, con le sue lungaggini e idiozie senza soluzione. Dunque, se c’è una cosa che non vogliamo farci insegnare da esso è come scopare e amare.

Dio ce ne scampi – a prescindere dal nostro essere credenti o meno – dal vedere un ulteriore ambito dell’esistenza violato e insidiato dal moloch della macchina statale! Già ogni azione è irreggimentata, controllata, passata al vaglio di un sistema che attende di castigarci per i nostri errori. Lasciateci almeno la libertà di sbagliare per imparare ad amare e la creatività nelle interazioni genitali.

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Il terrore delle procedure, del resto, è giunto troppo in profondità da questo punto di vista. Con la questione del consenso, ogni uomo vive nella paura: se una donna ha bevuto due bicchieri di vino, perché non riesce a trovare il coraggio per cedere alle lusinghe del suo amante, non può dare il suo assenso pieno all’atto e lui è magicamente divenuto un violentatore.

Questa struttura, malata di Potere e volontà di dominio – come ogni struttura –, ora vorrebbe prendere possesso, a mezzo dell’educazione scolastica – il modo per condizionarci –, della nostra affettività, dei desideri. Il punto è farci camminare in fila per tre, insegnarci la loro verità e, adesso, anche dirci come parlare in modo burocraticamente lecito alla ragazza che ci piace. Finirà che i pervertiti saranno equiparati agli evasori fiscali, gente che rifiuta il controllo, il patto di appartenenza a una vita comunitaria.

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Ben ha fatto il leghista Rossano Sasso a mandare le opposizioni sonoramente a fare in culo per le loro nefandezze pedagogiche. La Sinistra ha da sempre una visione malata della pratica educativa e della scuola, vista come il luogo d’eccellenza per plasmare le giovani menti e portarle dalla propria parte. Non è dunque strano che ambisca a inserire l’educazione sessuale tra le materie di insegnamento, in un settore, quale quello dell’istruzione, da tempo immemore nelle sue mani.

Per la Destra, è dunque d’obbligo opporsi alla possibilità di istituzionalizzare un simile tipo di insegnamento e ancora di più, per i liberali – che, in questo Governo, non esistono –, lasciare che il regime si spinga fino all’ambito sentimentale e sessuale.

E non ci si preoccupi delle stronzate che sostengono quei pazzi della Sinistra come, per esempio, che i ragazzi si formerebbero guardando YouPorn. Nessun soggetto vede ciò che gli passa davanti agli occhi senza senso di discernimento, a meno di non essere un completo idiota. Salvo i sottosviluppati mentali e gli psicopatici, nessuno si convince di poter abusare del corpo dell’altro, senza avere il suo consenso. Meno che mai, un ragazzino non capisce di essere al cospetto di una messa in scena, pura simulazione – se non ci arriva, portatelo da uno psichiatra, o domandatevi cosa ci sia di sbagliato in voi per non essere riusciti a chiarirgli la differenza tra finzione filmica e realtà.

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A scuola si va per imparare a leggere, scrivere e far di conto – attività, oggigiorno, a giudicare da ciò che si vede in giro, ampiamente trascurate –, non per imparare cosa si fa da innamorati. Se proprio, poi, volete insegnare – in senso lato – ai vostri figli cosa sia l’affettività, leggete loro Che tu sia per me il coltello di David Grossman, Romeo e Giulietta di Shakespeare, le poesie eroticamente dolorosissime di Patrizia Valduga, quella parte di Una stagione all’inferno di Arthur Rimbaud intitolata La vergine folle e lo sposo infernale (“L’amore è da reinventare”; “Talvolta parla, con una sorta di tenero dialetto, della morte che spinge al pentimento, dei disgraziati che esistono sicuramente, dei lavori ingrati, delle partenze che straziano i cuori. Nelle bettole, in cui ci ubriacavamo, piangeva osservando quelli che ci stavano intorno, miserevole bestiame […] Io lo seguivo, è inevitabile!”), o il saggio di Laura Kipnis, Contro l’amore. Non c’è bisogno dello Stato per sapere come far impazzire il battito cardiaco, abbiamo già i poeti, gli scrittori, lo sguardo delle persone che volenti o nolenti sapranno accendere quel dolce tormento in noi.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi. Di recente, ha iniziato a tenere una rubrica su Radio Radio, durante la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana, intitolata “Il Detonatore”, in cui stronca un testo a settimana.

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