Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

NETANYAHU, SOROS E PUTIN: LA REALTÀ OLTRE LE FANTASIE DEI “DISSIDENTI” (di Andrea Sartori)

In questi anni, il risibile dissenso italiano ci ha abituati a una narrazione non meno farsesca di quella proposta dai vari Mentana, Puente e compagnia. Innanzitutto, i due capisaldi: Putin è l’arcangelo Michele che lotta contro il male, e il male è rappresentato dal sionismo. Cosa dico dal sionismo, dagli ebrei tout court! Ma c’è un ebreo cattivo, cattivissimo, il più cattivo di tutti: George Soros – che, ovviamente, sarebbe l’incarnazione suprema di tale idea.

In questa trama romanzesca, l’unico aspetto che ha un fondo di verità è l’ultimo: George Soros è uno stronzo che ha destabilizzato mezzo mondo. Ma, attenzione, è molto più facile che l’atroce destabilizzazione accaduta in questi giorni sia un giochetto di questo contro Israele e, in particolare, contro il suo leader Bibi Netanyahu. E non mi stiupirebbe sapere che le Open Societies di Soros finanzino Hamas.

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E sì, perché George Soros e Netanyahu si odiano. Sul web troverete diversi articoli tratti da “Insideover”(https://it.insideover.com/politica/netanyahu-soros-ai-ferri-corti.html; https://it.insideover.com/politica/israele-espelle-i-clandestini-e-accusa-soros.html), “Haaretz” (https://www.haaretz.com/us-news/2017-09-10/ty-article/why-netanyahu-hates-george-soros-so-much/0000017f-e3c9-df7c-a5ff-e3fbd59b0000; https://www.haaretz.com/israel-news/2018-02-04/ty-article/netanyahu-soros-behind-asylum-seekers-anti-deportation-campaign/0000017f-db6d-df62-a9ff-dfff3f380000) e il “New York Times” (https://www.nytimes.com/2017/07/17/opinion/george-soros-israel-hungary.html; https://www.nytimes.com/2017/07/19/opinion/israel-and-george-soros.html) che testimoniano di tale ostilità.

Netanyahu non condannò la volontà di Orbán di bandire le Open Societies di Soros. Quando l’ambasciatore israeliano a Budapest difese quest’ultimo, Netanyahu prima redarguì l’ambasciatore e poi diramò una nota che lo correggeva e in cui si può leggere: “in nessun modo l’affermazione (della nostra ambasciata n.d.r.) voleva delegittimare le critiche a George Soros, che continuamente indebolisce i governi d’Israele democraticamente eletti, elargendo fondi a organizzazioni che diffamano lo Stato ebraico e tentano di negare il suo diritto all’autodifesa.”

Scrive Allison Kaplan Sommer, sul quotidiano israeliano “Haaretz”, che Netanyahu si sente il leader del popolo ebraico, ma ci sono alcuni ebrei che è decisamente poco entusiasta di rappresentare. E Soros, probabilmente, è in quella lista. 

Uno dei motivi per cui Netanyahu è restio a criticare Orbán è che comprende la volontà di Budapest di colpire le Ong di Soros. Il Governo Israeliano, infatti, è spesso stato oggetto delle campagne per i diritti umani sponsorizzate dall’illustre magnate e dal suo network. Nel 2013, l’NGO Monitor, ente no-profit di Gerusalemme filo-governativa e di stampo conservatore, ha pubblicato una relazione in cui le ong dello speculatore vengono tacciate di «accrescere le tensioni in una regione già tormentata».

Nel 2016 vennero rese pubbliche alcune mail interne dell’Open Society, in cui Soros si proponeva di “sfidare le politiche razziste e antidemocratiche di Israele”. Ma a qualcuno proprio non viene in mente, dopo aver letto queste righe, che dietro Hamas potrebbe esserci proprio lui? Qualcuno lo ricorda il 2011 e le Primavere Arabe? Iniziarono così. E c’era la sua manina di mezzo.

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Altro capitolo: il rapporto con Putin. Netanyahu è, assieme a Berlusconi, uno degli storici “amici” del leader russo al di qua della staccionata. Fu suo ospite d’onore, a Mosca, per la parata del 9 maggio del 2018 e accolto con onori fino a quel momento non riservati nemmeno a Xi Jinping (ero a Mosca in quel periodo ndr).

Il leader israeliano, nella difficile situazione ucraina (Paese non certo esaltato da Israele, ben conscio di elementi banderisti, alias filonazisti, nelle élites di Kiev), ha irritato Biden per non aver mai preso una posizione decisa contro l’amico di Mosca. All’indomani dell’attacco russo, il Governo Israeliano fece saltare i nervi al Presidente degli USA condannando a parole l’aggressione e sentendo subito dopo Lavrov al telefono. L’unico vero ostacolo nell’amicizia tra Putin e Netanyahu è l’Iran. Ma Netanuyahu, come Erdogan (l’altro giocoliere tra NATO e Russia), si è sempre posto come mediatore.

Il punto più interessante però resta l’inimicizia con Soros, recentemente aggravata anche da tweet velenosi del figlio di Bibi contro lo speculatore ungherese-americano. Un’inimicizia che fa saltare in aria tutte le favole che il dissenso si è costruito su questa cospirazione ebraica mondiale. Chissà come la prenderebbero se saltasse fuori che Soros finanzia Hamas. D’altronde, a fare i complottisti, meglio sapere che si stava per raggiungere uno storico accordo di pace tra Israele e Arabia Saudita. Erano i famosi Patti di Abramo voluti dal nemico numero uno di George Soros, l’ex Presidente Donald Trump.

Ma quelli del dissenso si raccontano anche la favola del cattivissimo Papa Francesco amico di Zelensky (perché, oltre a un rivoltante antisemitismo, c’è un’ondata di altrettanto riprovevole cristianofobia), quando il primo ha preso posizioni coraggiose e critiche anche sulla NATO, beccandosi del filorusso da Kiev, solo perché ha fatto capire che per lui i russi sono esseri umani degni di rispetto come ogni altro essere umano, risultando l’unico leader mondiale ad uscire bene da questa follia che ha diviso il mondo in tifoserie. 

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Il dissenso si è costruito una narrazione in gran parte falsa che non aiuta la lotta ai vari totalitarismi, anzi, peggiora. E qui va detta una cosa piuttosto preoccupante su di esso: che avesse ragione il PD, quando parlava di risorgenza del fascismo? Le deliranti teorie sui Protocolli dei Savi di Sion suggeriscono che in Italia, al momento, ci sia un’ondata di antisemitismo peggiore addirittura di quando furono emanate le Leggi Razziali. Ora, siamo d’accordo che quello che abbiamo subito da parte della Sinistra è infame, soprattutto a partire dal 2020. Ma, davvero, vogliamo combattere una dittatura, peraltro tecnologica, col fascismo? Forse, meglio sarebbe lasciamolo marcire nella tomba. Esistono tante vie, tutte migliori di esso, che altro non fa che svalutare istanze sacrosante.

Andrea Sartori 

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L’AUTORE

Andrea Sartori è nato a Vigevano il 20 febbraio 1977. Laureato in Lettere Antiche presso l’Università degli Studi di Pavia. Ha vissuto a Mosca dal 2015 al 2019 insegnando italiano e collaborando con l’Università Sechenov. Attualmente collabora presso il settimanale “L’Informatore Vigevanese”. Ha pubblicato con IBUC i romanzi Dionisie. La prima inchiesta di Timandro il Cane (2016) e L’Oscura Fabbrica del Duomo (2019) e, con Amazon, Maria. L’Eterno Femminino (2020)

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