Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

PREMIO STREGA – I LIBRI BISOGNA IMPARARE A CERCARSELI (di Matteo Fais)

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Basta premi, che palle! È un Paese per infanti: c’è sempre qualcuno che ti deve dire cosa fare, cosa leggere, addirittura cosa e come scrivere – altrimenti, mica esisterebbero le scuole di scrittura. E c’è sempre un editore a garanzia di qualcosa – non si sa poi bene cosa, visto che per pubblicare con un certo nome non conta la qualità del proprio lavoro, ma le conoscenze pregresse.

Non ci credete? Poveri illusi! Provate a prendere un libro di Houellebecq, fatene una copia pirata e firmatela Gino Brambilla – tanto, gli editori non l’hanno letto – e speditelo in giro. Ammesso e non concesso che lo prendano in mano, potete star certi che nessuno vi proporrà un contratto, almeno qui in Italia. Se vi risponderanno – cosa praticamente impossibile -, sarà per dirvi che il testo gronda razzismo, omofobia, maschilismo del più becero. E parliamo di uno degli autori più noti al mondo.

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Ai nomi grossi, quelli che contano, non frega una sega della qualità e dell’originalità, altrimenti non pubblicherebbero le poesie di Vivian Lamarque che sono roba illeggibile anche per i bambini delle elementari. Il fatto è che lei vende e possiede un nome. Ecco spiegato perché tutti vogliono farsene uno: perché è questo a vendere, non ciò che si ha da proporre.

Sta di fatto che tutti questi premi – e pure i premietti, in verità – fanno gola a molti perché rifulgono come medaglie sulla divisa. Sono più o meno come i like sui social, solitamente direttamente proporzionali alla demenza del content creator in questione – uno dei migliori poeti che conosca e di cui sto curando l’opera, per pudore, rifiuta di far conoscere sulle piattaforme il suo nome reale e si vanta di avere zero interazioni, salvo le mie.

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Insomma, se vedete la fascetta con scritto “Vincitore” o “Canditato al Premio Strega” lasciate perdere. È merda, arte di Stato, sovietismo letterario. Da lettori, bisogna imparare a pensare sé stessi come navigatori solitari e senza meta. Bisogna fermarsi a ogni isola che si incontra e provare a dare uno sguardo in giro. Non c’è niente di garantito, non esistono approdi sicuri.

Cercare il libro giusto è come andare in cerca dell’amore: non si sa mai quando, come, dove e se arriverà. Bisogna tenere gli occhi aperti, aiutare il destino per quanto possibile, solo sapendo che se il testo per noi esiste, sarà esso, prima o poi a trovarci. Bisogna controllare mille giornali e pubblicazioni online, guardare compulsivamente i profili di quelle mille persone che in Italia parlano di letteratura.

Prima o poi, qualcosa salterà all’occhio. Il vero mestiere del lettore non è leggere, ma cercare qualcosa che sia degno del nostro tempo, di quei tre quarti d’ora di attenzione quotidiana che riusciamo a dare a ciò che, in teoria, dovrebbe ristorarci dalla miseria del nostro esistere. 

Non guardate il nome dell’editore che pubblica quel particolare libro. Uno dei romanzi più belli che abbia mai letto in vita mia, come mi ha confidato l’autore, quando, vent’anni dopo, l’ho intervistato, fu rifiutato da Einaudi, Feltrinelli e Mondadori. Oggi, è un classico. Persino un medio editore, che conosco bene, lo rimandò al mittente, definendolo sostanzialmente un prodotto immaturo. 

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Cercate, senza guardare in faccia nessuno. Ficcate le mani tra gli scaffali. Sfogliate due pagine di là, quattro di qua. Non abbiate paura. Con i libri è come con le donne: non puoi sposare una se prima non ti sei fatto un giro. La maggior parte, proprio come le femmine, sono da mandare a fanculo, perché incapaci di farti godere. Quando succede, invece, uno capisce subito che le cose andranno per il verso giusto.

Essere lettori è una scelta esistenziale, un modus vivendi. Non accontentatevi di quello che vi dice il mercato. Vale nella vita, ma ancora di più per la scelta di un testo.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi. Di recente, ha iniziato a tenere una rubrica su Radio Radio, durante la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana, intitolata “Il Detonatore”, in cui stronca un testo a settimana.

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