Il Detonatore

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IL FALSO PROBLEMA DI MARIA SOFIA FEDERICO, INFLUENCER DALLE BIZZARRE OPINIONI SESSUALI (di Matteo Fais)

Minuti di recupero

In Italia, la maggior parte delle persone si comporta come se vivesse sotto minaccia: sembra davvero che, ogni volta che un’influncer imbecille apre bocca, tutto il resto del Paese corra subito ad imitarla. Al contrario, solitamente, questi quattro imbecilli hanno presa solo su altri pochi menomati mentali come loro.

Il caso di Maria Sofia Federico è sintomatico. Tutte le volte in cui si lancia in una delle sue esternazioni, mostra i peli sotto le ascelle, o viene fuori uno dei suoi video da sex worker su OnlyFans, sembra che necessariamente le ragazzine della sua età, se non più giovani, rinuncino a loro volta alla depilazione ascellare o si intrattengano a succhiare i piedi a qualcuno, come ha fatto lei con la mistress Lily Dupont. 

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Non funziona esattamente così. Per quanti stimoli un soggetto moralmente attivo possa ricevere, niente che non sia in nuce dentro di lui potrà mai realmente toccarlo. Volgarmente, per chiarire con un esempio, non si diventa omosessuali perché la TV propone modelli di mascolinità fluida. Ancora più volgarmente, se sei etero, un etero di quelli classici a cui piace la fica, è difficile che ti convincano del contrario facendoti vedere cento baci tra uomini. 

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Le ultime farneticazioni della ragazza hanno suscitato, come noto, un gran vespaio. Questa avrebbe dichiarato, in una diretta sul canale Twitch di Ivan Grieco, la necessità di sdoganare e normalizzare l’incesto. Successivamente alla solita smodata e incontrollata reazione popolare, che è andata dall’invito al suicidio alla minaccia di morte, questa ha cercato di ridimensionare lo scandalo generato, addirittura precisando che si riferiva prevalentemente, o presumibilmente, a rapporti tra cugini e figurando una eventuale impostazione societaria maggiormente comunitaria, che liberasse l’umanità da tutta una serie di tabù palesemente relativi alla società patriarcale e maschilista. 

Al netto di tutto ciò che si possa pensare in merito a tali esternazioni, risulta abbastanza evidente che solo un coglione totale potrebbe cominciare a guardare al caro cugino o alla cara cugina in modo diverso, dopo aver sentito le parole della Federico. È altresì ridicolo ritenere che cento influencer, come lei, possano seriamente incrinare e dare nuovo corso a quelli che sono oramai costumi sessuali millenari fra Italiani.

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Questo vivere nel costante timore per l’influsso che le parole e gli atti di ogni sbarbatello e di qualsivoglia ragazzetta non depilata potrebbero causare, è casomai indice di quanto poco i conservatori che attaccano queste tristi figure siano sicuri del valore delle proprie convinzioni. Se veramente bastasse Netflix, o succedanei, per trasformare il proprio figlio in un finocchio, o la propria figlia in una lesbica, allora sì che saremmo messi male. Invece no! Non si diventa gay a comando e non si cambiano gusti sessuali guardando coloro che li hanno diversi dai nostri. Se pensate davvero che i vostri figli potrebbero mutare orientamento per così poco, è bene che li portiate a un ospedale psichiatrico, chiedendo che vengano internati perché palesemente incapaci di intendere e di volere. 

Insomma, in sostanza, la Federico, la Ferragni e la sciocchissima Esposito, che a vent’anni ci propina il corsivo da vecchi rimbambiti, fanno paura solo a qualche miserabile reazionario che sa benissimo di portare avanti battaglie senza senso, verso le quali persino lui deve sforzarsi di credere per non cedere al nichilismo. Questa gente, questi influencer o presunti tali sono pericolosi quanto la fuffa che pesano, cioè niente. Nel giro di dieci anni, di loro non resterà neppure la traccia dell’ombra su quei social attraverso cui hanno cercato in ogni modo di lasciare traccia della propria esistenza, ad altri poveracci che scompariranno ancora più mestamente di loro.

Matteo Fais 

Canale Telegram di Matteo Fais: https://t.me/matteofais

Instagram: http://www.instagram.com/matteofais81

Facebook: https://www.facebook.com/matteo.fais.14

Chat WhatsApp di Matteo Fais: +393453199734

L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha collaborato con varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, “VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. È in libreria il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi. Di recente, ha iniziato a tenere una rubrica su Radio Radio, durante la trasmissione “Affari di libri” di Mariagloria Fontana, intitolata “Il Detonatore”, in cui stronca un testo a settimana.

3 commenti su “IL FALSO PROBLEMA DI MARIA SOFIA FEDERICO, INFLUENCER DALLE BIZZARRE OPINIONI SESSUALI (di Matteo Fais)

  1. Il problema si riscontra non negli adulti ma nei ragazzini e nelle ragazzine che a 9 – 10 anni guardano quei filmati. Anche se i genitori sono attenti e controllano che non li guardino, può capitare (e succede spessissimo) che una loro compagna o compagno di scuola gliene parli o li faccia vedere e finisce che anche i pù educati scimmiottino quei comportamenti. Dopo, hai voglia a estirpare certi atteggiamenti…. Sono liti e conflitti a non finire. Questa è la realtà…..

    1. Signora, dorma serena, se suo figlio è nato etero e con desideri “normali”, non lo cambierà certo una sua coetanea. Le tendenze non si scelgono: se a uno piace la f…, non muta propensione perché tutti sono “gai”.

  2. Salve Matteo, sono un (ex) pubblicitario settantenne e ritengo che la tua opinione in merito alla sessualità indotta sia in gran parte corretta, ma da expubb mi sento in dovere di farti notare che non tutte le persone dispongono di un bagaglio culturale e di una capacità critica che gli consentano di definire il proprio ruolo in un contesto sociale. Ho conosciuto persone che si dichiaravano omosessuali e conducevano una vita in tal senso, anche se di omosessuale non avevano nulla. Mi spiego: la loro omosessualità sembrava più dovuta ad un’incapacità di relazionarsi con l’altro sesso. Vuoi per mancanza di autostima, per paura nel dover affrontare quelle forme di incomprensione che contraddistinguono i rapporti eterosessuali. Non esiste un canone unico per catalogare le reazioni determinate da insicurezza e paura. Forse tu non sarai d’accordo, ma ritengo che il costante allontanamento dall’influenza che l’ambito naturale esercita sulle scelte delle persone (in favore di soluzioni tecnologiche) determini una sorta di strabismo comportamentale tale da indurre gli individui a credere che non esistano limiti derivanti da condizioni cui noi, volenti o nolenti, dobbiamo sottostare. Sia ben chiaro, il mio pippone non intende esprimere alcun tipo di condanna verso la libera sessualità altrui, ma è un monito contro le potenzialità di un mezzo che ho conosciuto fin troppo bene e può depistare l’ingenuità mentale di una crescita povera di esperienze.

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