Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

IDENTITÀ LIBERALE E BARBARIE (di Melania Acerbi)

Adolescenza e identita

L’identità di un individuo, nel suo complesso, non può mai dirsi definitiva e immutabile. Essa prende forma all’interno di un recinto di tempo, che è la durata della vita, dove si modella in un moto di perpetua evoluzione, in un dinamico farsi e rifarsi. Come sosteneva Hobbes, infatti, l’infermità e la fissità sono le caratteristiche tipiche della morte – fisica o metaforica ha poca importanza, valendo tale affermazione per entrambe.

La stessa elasticità si può riconoscere, allargando lo sguardo, anche nel processo di generazione dell’identità dell’Europa, o di quella meravigliosa idea che, se trasposta nella realtà materiale, presenta dei confini che la contengono, diversificandola dal resto. Tali confini agiscono nello stesso modo in cui agisce la nostra pelle nella sua funzione di “contenitore” della vita, e dell’identità, di ogni singolo soggetto.

8424E833 5EB7 47AF 8321 A9A05FCBF79A
CONTRIBUISCI ANCHE TU A SUPPORTARE IL NOSTRO GIORNALE
Caro amico lettore, come potrai immaginare, dietro questo blog ci sono diverse persone che collaborano agli articoli che tu quotidianamente leggi. Se desideri supportare la nostra attività, ti saremmo grati se volessi dare il tuo sostegno all’Iban IT53E3608105138290082390113. L’intestatario è Matteo Fais. Grazie di cuore, La Redazione.

Sarebbe sciocco sostenere che l’identità europea sia sempre stata uguale a se stessa, tanto sciocco, almeno, quanto il credere che un uomo di quarant’anni sia esattamente lo stesso uomo di quando ne aveva trenta, o di quando ne avrà cinquanta: ciò che egli è adesso contiene, contemporaneamente, ciò che fu e, in potenza, ciò che sarà. Eppure, insieme agli elementi mobili, coesistono, in una identità come quella europea, degli elementi stabili, coerenti, che sono lo scopo stesso della sua esistenza, nonché la sua essenza, o il suo spirito.

Qual è, allora, tale scopo, il punto fermo dell’Europa, quella thin red line che, attraversando i secoli, ha tenuto e tiene insieme la nostra storia, che è anche la storia dell’Occidente intero? Si potrebbero spendere tante parole intorno a tale quesito – e molte ne sono state spese –, ma la risposta, infine, non può che risiedere nella costante ricerca della libertà individuale e nella lotta per la sua affermazione e il suo pieno godimento.

Alcuni storceranno il naso, ma è proprio questa incessante ricerca della libertà individuale la costante che si ripete, a partire da quella Grecia che volle contrapporre, millenni fa, il proprio modello di vita a quello dei barbari. Barbaro, infatti, è colui che, ancora oggi, si fa sostenitore di regimi autoritari comunisti, ex-comunisti, fascisti, o assolutisti d’ogni genere e gusto. Barbaro è colui che si eccita alla sola idea di un governo retto da uomini forti e decisi che, a colpi di frusta, “educano” (in cosa e a cosa non fa alcuna differenza) tutti gli sciagurati che hanno la sfortuna di trovarsi sotto la loro giurisdizione. Barbaro, infine, è colui che sceglie di idolatrare uomini barbari, spesso del passato (ma anche del presente), che hanno creato tempi altrettanto barbari.

La misura della barbarie, che è soprattutto illiberalità, si definisce attraverso il confronto con la Civiltà, che è frutto della storia della Libertà e, in parte, della Democrazia occidentale. È così: per capire chi siamo è necessario incontrarsi e scontrarsi con l’Altro, senza il quale non esisterebbe alcuna vera identità. Cos’è, in fondo, un Occidente senza che vi sia anche un Oriente? Cos’è la Destra senza la Sinistra? Cos’è la ricerca della libertà senza il respingimento d’ogni forma di schiavitù?

FB88A617 9E65 437B B1EC 33FABCE82D4D
ACQUISTA il nuovo romanzo di Matteo Fais, Le regole dell’estinzione, Castelvecchi.
AMAZON: https://www.amazon.it/regole-dellestinzione-Matteo-Fais/dp/8832828979/
IBS: https://www.ibs.it/regole-dell-estinzione-libro-matteo-fais/e/9788832828979

Le cadute più pesanti dell’identità europea si sono registrate, senza dubbio, nel secolo scorso. Il Novecento (una parola che, da sola, rimanda subito alla drammaticità, grandiosa, delle tragedie che vi si sono consumate) è stato sì, per dirla con Hobsbawm, un secolo breve, ma denso come il sangue e indigeribile come il piombo, tanto che, ancora oggi, non si riesce ad andare oltre, o a capirlo davvero. È proprio alle follie e ai folli sanguinari di quel secolo travagliato e alle loro ideologie liberticide che in molti ignoranti, ancora oggi, si rifanno nel tentativo pericoloso di crearsi un’identità forte abbastanza da schiacciare, se munita dei mezzi adatti, chiunque non condivida le loro posizioni malsane. Tanti, tra questi, si dicono contro la decadenza europea senza capire che, prima di tutto, essi stessi sono decadenti e nemici della vera tradizione occidentale, che è liberale. Ma, secondo quei giacobini, la loro barbarie illiberale si chiama Giustizia, o Bene Comune.

Il perseguimento della libertà, alla quale il Nuovo Mondo, non a caso, ha dedicato la statua più celebre mai esistita, è ciò che ha reso grande l’Occidente, un faro per molti popoli della Terra. Un bene, la nostra libertà, da preservare e alimentare, costi quel che costi: sangue, conflitti e gravi perdite sono il prezzo da pagare per la sua ricerca e, soprattutto, per la sua sacrosanta difesa.

Melania Acerbi

L’AUTRICE

Melania Acerbi è nata a Pistoia, il primo di settembre del 1993. Storica dell’età moderna, laureata a Firenze. I suoi studi si concentrano sull’impatto del Nuovo mondo su quello Vecchio, sulla storia della cultura, delle idee e dei viaggi per mare. Fonda nel 2017, insieme a Piero Manetti e al professor Igor Melani, il Seminario Permanente di Storia Moderna che si tiene ogni anno al Polo di Storia dell’Università degli studi di Firenze (e in diretta streaming). 

Un commento su “IDENTITÀ LIBERALE E BARBARIE (di Melania Acerbi)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *