Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

KOESTLER, UN AUTORE CHE DOVETTE FARE I CONTI CON LA BRUTALITÀ COMUNISTA (di Davide Cavaliere)

«Abbiamo uno straordinario numero di minorati nel Partito. O è causa delle circostanze in cui lavoriamo… o il movimento stesso promuove una scelta di minorati» (Arthur Koestler, Buio a mezzogiorno).

«Chiunque desideri una vita tranquilla ha fatto male a nascere nel ventesimo secolo». Questa frase di Lev Trockij si adatta perfettamente all’esistenza di Arthur Koestler. Nato nel 1905 da una famiglia ebrea di Budapest, crebbe in una situazione di relativa ricchezza e serenità fino allo scoppio della Grande Guerra, quando l’attività del padre crollò e con la famiglia dovette temporaneamente trasferirsi a Vienna. All’università incontrò e abbracciò il sionismo.

Nel 1926, andò in Palestina a lavorare in un kibbutz. Nel 1927 si recò a Berlino, dove per un po’ di tempo lavorò come segretario del padre del sionismo di destra, Zeev Jabotinsky. Nel medesimo anno, Koestler ottenne un lavoro come giornalista presso il gruppo Ullstein della capitale tedesca. Disgustato dalla miseria endemica della Repubblica di Weimar e dagli speculatori, nel 1931, aderì al Partito Comunista di Germania. Gli venne ordinato di tenere segreta la sua appartenenza, perché sarebbe stato molto più utile come agente sotto copertura nel quotidiano presso cui era impiegato.

CONTRIBUISCI ANCHE TU A SUPPORTARE IL NOSTRO GIORNALE
Caro amico lettore, come potrai immaginare, dietro questo blog ci sono diverse persone che collaborano agli articoli che tu quotidianamente leggi. Se desideri supportare la nostra attività, ti saremmo grati se volessi dare il tuo sostegno all’Iban IT53E3608105138290082390113. L’intestatario è Matteo Fais. Grazie di cuore, La Redazione. 

Tra il 1932 e il 1933 viaggiò come giornalista in Unione Sovietica. Quando tornò in Europa occidentale, Hitler aveva ormai preso il potere. Koestler, allora, si recò a Parigi dove lavorò per due anni con Willi Münzenberg, il capo della propaganda del movimento comunista internazionale, un Goebbels di sinistra che sarà misteriosamente assassinato nel 1940.

Quando scoppiò la guerra civile spagnola, Koestler si recò al quartier generale dei nazionalisti, a Siviglia, per raccogliere informazioni sotto mentite spoglie. Vedendo la brutalità con la quale agivano i comunisti in Spagna, non solo contro i nazionalisti ma anche a danno di repubblicani, anarchici e liberali di sinistra, non riuscì più a illudersi in merito alla benevolenza del comunismo. La sua perdita di speranza fu rafforzata dai processi farsa organizzati da Stalin a Mosca, i più famosi dei quali si svolsero nella primavera del 1938 contro Nikolai Bukharin e altri bolscevichi della vecchia guardia. 

Nel 1938, Koestler si dimise dal Partito Comunista e divenne immediatamente un paria per il movimento comunista. Iniziò così a lavorare a un romanzo sui processi di Mosca, che diventerà la sua opera più famosa, ossia Buio a mezzogiorno. Allo scoppio della guerra, dopo una serie di arresti e internamenti, fu assegnato al Ministero dell’Informazione britannico e viaggiò come reporter in Palestina. Dopo la separazione dalla fidanzata, nel 1945, si stabilì in Galles, dove conobbe e divenne buon amico di Eric Arthur Blair, meglio conosciuto come George Orwell. I due condividevano la medesima e profonda avversione per la manipolazione totalitaria della verità.

Negli anni successivi, Koestler divenne una delle principali voci dell’anticomunismo mondiale. Per un certo periodo fu amico di Jean-Paul Sartre e Simone de Beauvoir. Le sue divergenze politiche con l’autore de La nausea si trasformavano in veri e propri litigi. Durante uno di questi, l’impetuoso Koestler tentò di colpire Sartre con un pugno che, malauguratamente, finì per abbattere Camus, intervenuto per sedare lo scontro.

Il romanzo di Koestler, Buio a mezzogiorno, è ambientato a Mosca nel 1938, anche se il paese e la città non sono direttamente nominati. Rubashov, un vecchio bolscevico, ovviamente basato su Nicolai Bukharin, è messo agli arresti. Mentre si trova in isolamento, tra un interrogatorio e l’altro, riflette sulla sua vita: ha viaggiato in tutto il mondo al servizio della rivoluzione e ricorda il contrasto tra l’idealismo dei sostenitori comuni e la spietatezza dei leader leninisti, tra cui lui stesso. I rivoluzionari di professione sacrificano vite innocenti per conseguire piccoli vantaggi, senza interrogarsi mai sul valore delle singole vite individuali.

ACQUISTA il nuovo romanzo di Matteo Fais, Le regole dell’estinzione, Castelvecchi.
AMAZON: https://www.amazon.it/regole-dellestinzione-Matteo-Fais/dp/8832828979/
IBS: https://www.ibs.it/regole-dell-estinzione-libro-matteo-fais/e/9788832828979

Alla fine, Rubashov, sottoposto a processo pubblico, confessa tutti i crimini falsi che gli vengono imputati. Si comporta così perché è un rivoluzionario che ha appaltato la sua coscienza al partito. Se «l’Unico», che parla in nome del partito e della rivoluzione, ha deciso che lui è colpevole, allora è colpevole. Solo il partito può determinare chi è colpevole, mai l’individuo. La morale tradizionale è totalmente rifiutata dai rivoluzionari, che non si affidano alle comuni nozioni di «giusto» e «sbagliato», di «vero» e «falso», ma riconoscono solo ciò che è buono per la causa e ciò che non lo è. Rubashov fa la necessaria confessione pubblica, per poi essere fucilato.

Il romanzo di Koestler è uno dei più lucidi atti d’accusa contro il totalitarismo e la distorsione morale e intellettuale prodotta dalle ideologie che si richiamano a un «Bene» presuntivamente universale. Il dramma messo in scena nel libro riguarda il rapporto tra dignità personale e asservimento, verità e menzogna, che ci lascia un ammonimento, sempre attuale, sulla bancarotta morale a cui conducono il collettivismo e le religioni politiche.

Davide Cavaliere

L’AUTORE 

DAVIDE CAVALIERE è nato a Cuneo, nel 1995. Si è laureato all’Università di Torino. Scrive per le testate online “Caratteri Liberi” e “Corriere Israelitico”. Alcuni suoi interventi sono apparsi anche su “L’Informale”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *