Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

QUELLI DELLA GENERAZIONE Z SONO DEGLI INVASATI, LO DIMOSTRA IL CASO FRIENDS (di Clara Carluccio)

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Diversità. Diversità. Diversità. Quello a cui ci sottopongono è un trapanamento dottrinale h24 tale da invocare la sordità permanente, pur di non subire sempre la stessa lagna. Bizzarro come, per sottolineare l’uguaglianza tra persone, si abusi di un termine che è il suo esatto contrario. Normale, oramai, che nessuno se ne accorga. 

Le nuove generazioni, invece, così attente alle questioni di vitale importanza, è noto quanto siano facili da traumatizzare. L’ultimo affronto al loro benessere mentale viene da Friends, una delle serie televisive che ha fatto la storia della televisione anni ’90. 

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Abituati a sentir parlare ossessivamente di fascismo, razzismo, omofobia e, non avendo riscontrato le stesse tematiche nella vecchia programmazione, si sono sentiti defraudati delle loro fondamenta ideologiche. Friends è stato dunque definito offensivo per la prevalenza di personaggi bianchi ed eterosessuali. Oibò! Tanto basta per indire un processo a quasi trent’anni di distanza dal lancio del primo episodio.

Peccato non sia stata premiata almeno l’equa distribuzione di genere. I protagonisti, infatti, sono tre maschi e tre femmine. Ci si poteva almeno rallegrare per le quote rosa. 

La serie può anche non piacere, nessuno è obbligato a guardarla. Non deve diventare una competizione generazionale in stile Ma che ne sanno i 2000, la pagina Facebook seguita dai nostalgici del passato che, a quarant’anni, sognano ancora di ritrovare il grande amore della terza media. 

Quello che i ragazzini dovrebbero capire è che ogni cosa va contestualizzata al suo tempo e al suo ambiente. Che ci credano o no, Friends, piaceva anche ai gay. La “diversità” si viveva, non si discuteva né si imponeva. La maturità di ognuno portava a riconoscere la differenza tra umorismo e sarcasmo, sdrammatizzare o umiliare. L’autoironia era indice di maturità e accettazione, dunque, si poteva fare dello spirito su qualsiasi argomento perché, di frequente, era l’individuo stesso a gradire lo scherzo. A patto di saper riconoscere il limite da non valicare.

Difficile, però, che la generazione z possa comprendere questa differenza quando, anche i più vecchi, si sono lasciati rimbecillire dalla retorica dell’inclusività. 

Sarebbe utile se iniziassero a dare un contegno alle farneticazioni di una generazione che è stata palesemente cresciuta nel culto del politicamente corretto. Diversità. Diversità. Diversità. Sì, ma quella che piace a loro, così si censurano da Peter Pan, Dumbo, gli Aristogatti fino ad Agatha Christie. La fata madrina viene rimpiazzata da un ragazzone gay e nero e la Sirenetta diventa mulatta. I cosiddetti boomer e millennials, nella loro versione più ridicola, si sono messi a dare ragione ai signorini z per darsi una svecchiata.

Questo continuo assecondare ogni pensiero dei giovanissimi, invece di restituirli a un minimo di ragionevolezza, li ha portati a vivere in un mondo di impossibile perfezione. Abituati così basterà un No perché finiscano nella cronaca nera per aver accoltellato la madre, il padre o i compagni di scuola. 

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C’è una fondamentale, quanto drammatica, verità che differenzia il mondo adulto da quello infantile, ovvero la capacità di accettare che, nella vita, le cose spesso non vadano come vorremmo.

Una generazione che pretende di riscrivere anche il passato, sulla base del proprio sentire, è destinata ad una guerra col mondo intero e il genere umano tutto. A questi non piace Friends e cosa fanno? Sbattono i piedi e avanzano accuse omofobe perché non trovano bandierine gay friendly. Diversità, diversità, diversità, si sentono convinti difensori di questa, salvo poi negare le variazioni ideologiche che non rispecchiano alla perfezione la propria galassia di convinzioni. “Ok, boomer” è la loro risposta più argomentata. Qualunque cosa gli si dica, ricorrono all’etichetta denigratoria per sminuire il pensiero altrui: fascista, omofobo, razzista. Comportamento perfettamente acquisito anche dalle generazioni precedenti, sulle quali ricade la colpa più grande perché non hanno opposto un atteggiamento maturo, buone solo a vantarsi di aver avuto lo stesso Nokia per un decennio. Eh, già, “che ne sanno i duemila”! Mettono più enfasi nel rivendicare un vecchio telefonino che il proprio diritto di parola.

Ricordate, boomer e millennials, ogni volta che tacete per compiacenza ad ogni loro capriccio, state firmando anche la vostra eterna condanna alla censura. Quando quelli della generazione z prenderanno il posto dei black lives matter, sarà davanti a loro che vi dovrete inginocchiare. 

Clara Carluccio 

L’AUTRICE 

Clara Carluccio nasce a Milano, nel 1985, e risiede attualmente in provincia di Brescia. Per errore di gioventù studia alla scuola agraria del quartiere Comasina di Milano, incidentalmente ubicata in prossimità dell’istituto Paolo Pini, il manicomio in cui venne rinchiusa la poetessa Alda Merini. Dopodiché, decide di perfezionare la sua conoscenza del mondo tra lavori precari e umilianti della peggior specie. Si trova così a svolgere mansioni quali: Oss in una RSA, segretaria, barista, guardarobiera in discoteca non guardata da nessuno, cameriera ai piani, cuoca incapace in un centro disabili, domestica – non dite colf – in nero e banconiera al supermarket declassata poi al semplice ruolo di scaffalista inutile al mondo e a se stessa – il tutto con un contratto da stagista. Suo malgrado, colleziona infruttuosi corsi di cucito, danza quale tribal fusion e contemporanea, naturopatia. È appassionata di lingue straniere, in particolare inglese e portoghese. È approdata a “Il Detonatore” dopo vari messaggi di stalking rivolti all’indirizzo di Matteo Fais. La trovate su Facebook e Instagram, ma non riesce a postare i suoi link.

Telefono: +393516990430

Emailclaravirgola@gmail.com 

2 commenti su “QUELLI DELLA GENERAZIONE Z SONO DEGLI INVASATI, LO DIMOSTRA IL CASO FRIENDS (di Clara Carluccio)

  1. Meno male che lasciano in pace i Griffin, ci sono episodi che sono pietre miliari del politicamente scorretto anche con gli stereotipi sugli italiani. Gli americani sono particolari, sanno essere bacchettoni da fare schifo ma anche fottutamente maleducati.

  2. SICCOME le nuove generazioni occidentali hanno tutto, ma davvero tutto, e subito, perché vivono in un benessere incredibile con vestiti caldi e di marca, cibi di ogni tipo, anche esotici, locali cool, fast food, connessioni con qualunque angolo del mondo, insomma godono di estrema libertà, perché dicono quello che vogliono a chi vogliono, senza remore, arriva la noia e allora per sentirsi utili o darsi un tono si costruiscono un nemico. O una serie di nemici.
    Da che mondo è mondo, senza nemico, la vita si fa sconfortante e inutile.
    E allora dagli al Boomer, razzista, omofobo, così a caso e pure rimarcano sul passato, perché ormai oggi gli si dà corda, allora rompono il cazzo a nuovi fantasmi, quelli del passato.

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